Samurai! Japanese Armory of the Stibbert Collection

By Justin Barber (Lorenzo de’ Medici)

The Japanese collection of the Stibbert Museum is certainly one of the great hidden gems of Florence and one of the most important of its kind outside of Japan. Unfortunately, due to building restoration needs, access to these works is extremely restricted, open only twice a week at a specific time, and by request. In a move to facilitate greater exposure to these magnificent objects, the new director of the Stibbert Museum, Enrico Colle, recently launched a special exhibition entitled Samurai! Japanese Armory of the Stibbert Collection. This has not only provided a rare opportunity to see a sizable proportion of the relatively unseen collection but also allows visitors to experience it in a new light.

The greatest advantage of the temporary show is the ability for one to visit this small selection of items from the museum’s much larger Japanese collection in a more personal and modern presentation than the original setting. Normally, the display of these items falls subject to the same praise and criticisms of the museum itself (see: The Stibbert Museum: A Cultural Paradox); however, Samurai! presents these pieces separately to allow them a chance to shine individually instead of within the intentionally overwhelming display of the permanent exhibition space. Moving through the dimly lit rooms, there is a carefully calculated introduction of different types of pieces from the collection, ranging from domestic items such as fans and furniture to the crowd-pleasing samurai armor and katana (the sword of choice for Samurai in both ceremony and battle).

The casing and lighting is definitively more up-to-date compared the rest of the museum, allowing more flexibility in the museological approach. The overall ambiance of Samurai! relays a sense of foreign mystery as the darkened rooms are lined with red mood lighting and bright spotlights, which highlight the individual pieces and allow visitors to visually explore their finer details. Traditional Japanese music with appropriate environmental sound effects emanates from a single room in the exhibition, creating a heightened sense of anticipation as one draws closer to its source: a grand display of complete suits of ceremonial armor.

This is not to say that Samurai! is flawless in its execution. The labels, while certainly an improvement upon the Stibbert’s traditional approach, are still only in Italian, robbing international visitors of a full understanding of this special presentation. Another issue is that of the display cases themselves, which are almost all placed against walls. The problem lies in the fact that the pieces are three-dimensional but can only be seen from one side, shortchanging the unique chance of seeing these objects individually. The show’s most unfortunate weakness, however, is the missed opportunity to capture or address the cultural context of each piece – something that is also missing from the usual, permanent display of the objects in the museum. For example, the Japanese traditionally attributed religious, spiritual, social, and even political qualities to their armor and swords, a fact that the exhibition fails to acknowledge.

In the end, the wonderful experience Samurai! provides the visitor far outweighs  any shortcomings; it is an admirable exhibition of a collection unlike anything else in Florence and perhaps even Europe. It is a rare chance to not only see some of the most outstanding pieces of Fredrick Stibbert’s personal collection in a different light, but also offers a glimpse into the potential the entire museum has to offer if given the proper chance. An excellent start for the museum’s new director!

 

Samurai! Armature giapponesi dalla collezione Stibbert

di Justin Barber (Lorenzo de’ Medici)

La collezione giapponese del Museo Stibbert è certamente uno dei più notevoli gioielli nascosti di Firenze e una delle più importanti del suo genere oltre i confini del Giappone. Sfortunatamente, a causa dei necessari lavori di restauro, l’accesso a questa collezione è estremamente limitato, consentito cioè soltanto due volte alla settimana, a specifici orari e su richiesta. Allo scopo di facilitare una maggiore fruizione verso questa magnifica raccolta, il nuovo direttore del Museo Stibbert, Enrico Colle, di recente ha inaugurato una mostra particolare dal titolo Samurai! Armature giapponesi dalla collezione Stibbert. Questa esposizione non solo consente al visitatore di avere la rara opportunità di vedere, con più libertà, una grande parte della collezione che normalmente è relativamente sconosciuta, ma la fa anche apprezzare sotto una nuova luce.

Il maggior pregio dell’esposizione temporanea è la possibilità di visitare questa piccola selezione di oggetti dalla più grande collezione giapponese del museo in un allestimento più personale e moderno rispetto alla disposizione originale dei reperti. Normalmente l’esibizione di tali oggetti diventa oggetto delle medesime lodi o critiche espresse nei confronti del museo stesso (vedi: Il Museo Stibbert: un paradosso culturale); comunque Samurai! Separa questi pezzi per dar loro la chance di brillare individualmente come in opposizione all’allestimento intenzionalmente affollato dello spazio dedicato alla esposizione permanente. Spostandosi attraverso le stanze dalla luce soffusa, si trova un’introduzione attentamente pensata per illustrare i differenti tipi di oggetti della collezione, passando piacevolmente in rassegna oggetti domestici come ventagli e mobilia, oppure la popolare armatura da samurai e la katana (l’arma preferita dai Samurai sia nelle cerimonie che in battaglia).

L’aspetto delle vetrine e l’illuminazione sono decisamente più aggiornati rispetto al resto del museo, consentendo più flessibilità nell’approccio museologico. L’atmosfera generale di Samurai! conferisce un senso di esotico mistero, poiché le stanze oscurate sono circondate da una debole luce rossa e da brillanti faretti che evidenziano i singoli pezzi in mostra: luci che permettono al visitatore di esplorare visivamente i dettagli più minuti. Musica tradizionale giapponese con appropriati effetti sonori proviene da una delle stanze dedicate alla mostra, creando così una sensazione di anticipazione appena qualcuno si approssima alla sua fonte, una grande esposizione di armature da cerimonia, complete di ogni loro pezzo.

Ciò non significa che Samurai! sia impeccabile nella sua realizzazione. Le didascalie, che certamente sono arricchite rispetto al tradizionale approccio dello Stibbert, sono però solamente in italiano, privando i visitatori stranieri di una preziosa chiave di accesso che questa speciale presentazione fornisce. Un altro punto riguarda la disposizione delle stesse vetrine, che sono poste contro una parete con, soltanto, una eccezione. Il problema sta nel fatto che i pezzi in mostra sono tridimensionali, e possono essere visti solo da un lato, riducendo l’unica possibilità di ammirare questi oggetti singolarmente. Il maggior peccato, comunque, è l’occasione persa per riuscire a catturare o comprendere il contesto culturale di ogni pezzo, qualcosa che manca anche nell’allestimento permanente del museo. Per esempio, i giapponesi attribuivano tradizionalmente qualità religiose, spirituali, sociali ed anche politiche alle loro armature e spade, un aspetto che passa sotto silenzio in Samurai!.

Infine, l’esperienza che Samurai! fa provare al visitatore riesce a superare i suoi difetti; una ammirevole esposizione di una raccolta diversa da ogni altra in tutta Firenze e, forse, in Europa. Si tratta di una preziosa chance non solo di vedere alcuni dei più interessanti pezzi della collezione personale di Frederick Stibbert sotto una diversa luce, ma anche per sbirciare nel potenziale che l’intera raccolta che il museo ha da offrire se gliene viene data la possibilità. Un eccellente inizio per il nuovo direttore del museo!