Ai Weiwei at Galleria Continua

By Stephanie Carwin (Lorenzo de’ Medici)

Climbing the stony pedestrian thoroughfare of this Tuscan hilltop town, under the shadows of the medieval towers which draw so many visitors here every day, it seems rather incongruous to imagine that a contemporary art exhibition featuring the work of China’s most outspoken politically dissident artist lies ahead.  Yet, here in San Gimignano – a UNESCO heritage site – Galleria Continua offers the people of Tuscany a chance to step inside the complex artistic universe of Ai Weiwei.  Navigating through a series of sculptures, installations, videos and photographs, the gallery’s unconventional space proves to be a fitting environment for the artist’s multifaceted work.

The journey begins in an entry area where two elegant wooden polyhedron sculptures greet the visitor.  Created using traditional Chinese materials and techniques, the title of this group of sculptures, De Divina Proportione, derives from a mathematical treatise for which Leonardo da Vinci created the first illustrations of polyhedra.  However, Ai states his cat’s toy was the actual inspiration, and so by placing these works at the entrance and immediately showing his ability to fuse ancient Chinese craft with Renaissance science while transfiguring a simple domestic toy into a gigantic Surrealist object, he gives us a hint as to the complex realm we are about to enter.

As one moves deeper into the artist-curated gallery, the unusual configuration of the repurposed theatre obviously makes it difficult to create a rigidly coherent exhibition path, but it also adds to a sense of discovery.  A series of small isolated spaces allow for optimal viewing of the documentary footage that forms an important component of Ai Weiwei’s oeuvre.  Descending to the lower floor, one encounters alluring compositions of Chinese porcelain. One of these porcelain works makes excellent use of Galleria Continua’s outdoor garden space.  Entitled Bubble of Twenty Five, these stunning blue porcelain spheres overlook the Tuscan countryside, reflecting the sky and the trees above them. But the natural light also emphasizes their fragility, a quality that Ai equally sought to highlight as a commentary on the spectacle of glamour that China wanted to project to the world during the 2008 Olympic Games in Beijing since these “bubbles” were made the same year.

Seeing these porcelain pieces placed in the garden, one may wonder how the artist was able to oversee the installation of his work in San Gimignano, given that his movement outside China has been limited since his detention for 81 days in 2011.  In fact, according to a gallery employee, he had to send his assistants instead, whom he directed how to install his work in the space.  Fortunately, he had already been to the gallery in 2007 when part of a group show, so he was familiar with the location’s particular layout. Thus, despite his absence, he was able to maximize this unusual gallery space to the benefit of his art.

But regardless of the political difficulties caused by his critical eye, optimism remains a fundamental component of the artist’s work, and his expansive vision finds room to express itself in Galleria Continua’s best asset: the enormous main theater space.   The former seating area – which can also be viewed from the balcony above – houses a gigantic “city” of pine models, ideal villas imagined by 100 different architects, and Ai Weiwei has placed the architectural drawings for each one along the side walls, because, for him, it is important “for the people of the world to see the possibilities.”

The most poignant work of the exhibition, Rebar 49, forms a horizontal memorial to the children who lost their lives in the 2008 Sichuan earthquake, victims of shoddy school construction. Ai Weiwei collected 150 pieces of rebar that were supposed to support the buildings, but instead twisted and gave way.  Using one of the original bars and creating two copies as echoes, the lifeless metal speaks as a reminder of the consequences of corruption.  Sadly, however, this work is in a separate part of the gallery, the “Tower,” which one must ask to see.  The polite assistant explained that they just don’t have the budget to keep the space open at all times.  This seemed particularly ironic.  Here where we have the freedom of speech for which Ai Weiwei has been fighting, we don’t always have the money to make it accessible.

All in all, however, Galleria Continua creates a welcoming environment for the artist’s complex and varied work.  With detailed wall labels for each of the pieces in both Italian and English, along with a reading area with additional books about the artist, they help foster a deeper level of comprehension that, for Ai Weiwei, is so crucial.  This is because his art remains a complicated universe, where contradictions abound, where the old and the new, the beautiful and the grotesque, the solemn and the whimsical coexist, where he doesn’t simply make a commentary on the state of the world but, in fact, asks for our active participation, by using our intellect to dig beneath the surface and to challenge what is being presented to us.  The multiform spaces of Galleria Continua have provided the perfect setting for such discoveries to be made.

 

 

Ai Weiwei alla Galleria Continua

di Stephanie Carwin (Lorenzo de’ Medici)

Salendo lungo il pietroso percorso pedonale di questa città collinare in Toscana, sotto le ombre delle torri medievali, che attirano così tanti visitatori ogni giorno, sembra piuttosto incongruo immaginare che qui abbia luogo una mostra d’arte contemporanea sull’opera dell’artista più schietto, nonché dissidente politico, della Cina. Eppure, a San Gimignano – che fa parte del patrimonio dell’UNESCO – la Galleria Continua offre ai toscani la possibilità di entrare nel complesso universo artistico di Ai Weiwei. Navigando attraverso una serie di sculture, installazioni, video e fotografie, lo spazio non convenzionale della galleria risulta essere, per chi lo visita, un ambiente giusto per il lavoro sfaccettato dell’artista.

Il viaggio inizia in una prima area d’ingresso dove accolgono il visitatore due eleganti sculture poliedriche in legno realizzate con materiali e tecniche tradizionali cinesi. Il titolo di questo gruppo di sculture, De Divina Proportione, deriva dagli studi matematici di Leonardo, che per essi creò le prime illustrazioni di poliedri. Ad ogni modo, Ai afferma che la sua reale ispirazione è stata un giocattolo del suo gatto, e così, ponendo queste opere all’ingresso, e mostrando immediatamente la sua capacità di fondere l’artigianato cinese con la scienza rinascimentale, trasfigurando un semplice balocco domestico in un gigantesco oggetto surrealista, egli ci offre degli indizi sul complesso regno in cui ci si appresta ad entrare.

Addentrandosi nella galleria curata dall’artista, l’inusuale configurazione del preesistente teatro rende ovviamente difficile creare un percorso espositivo rigidamente coerente, ma aggiunge anche un senso di scoperta. Una serie di piccoli spazi isolati permette una visione ottimale del filmato documentario che costituisce una componente importante dell’opera di Ai Weiwei. Scendendo al piano inferiore, si incontrano seducenti composizioni di porcellana cinese, una delle quali sfrutta in modo eccellente il giardino esterno della Galleria Continua. Intitolate Bubble of Twenty Five, queste appariscenti sfere di porcellana blu si affacciano sulla campagna toscana, riflettendo il cielo e gli alberi sopra di esse. Ma la luce naturale enfatizza anche la loro fragilità, una qualità che Ai ha cercato di evidenziare anche come commento allo spettacolo di glamour che la Cina ha voluto mostrare al mondo durante i Giochi Olimpici di Pechino del 2008, poiché le “bolle” risalgono allo stesso anno.

Osservando questi pezzi di porcellana collocati nel giardino, ci si potrebbe chiedere come l’artista sia stato capace di supervisionare l’installazione di tale opera a San Gimignano, visto che i suoi spostamenti fuori dalla Cina sono stati limitati dalla sua detenzione di 81 giorni nel 2011. Infatti, secondo uno degli impiegati della galleria, egli ha dovuto mandare al suo posto degli assistenti, ai quali ha spiegato come installare le opere nello spazio. Fortunatamente Ai era già stato alla galleria nel 2007, partecipando ad una mostra insieme ad altri artisti, così, avendo familiarità con la planimetria particolare dell’ambiente, ha potuto nonostante la sua assenza usare al meglio questo spazio insolito a beneficio della sua arte.

Ma nonostante le difficoltà politiche causate dal suo occhio critico, l’ottimismo rimane una componente fondamentale delle opere, e la sua visione ampia trova spazio per esprimersi nel migliore ambiente della Galleria Continua – l’enorme teatro. La vecchia platea – che può anche essere vista dal balcone superiore – ospita una gigante “città” di modellini di pino, ville ideali immaginate da cento diversi architetti, e Ai Weiwei ha posto i progetti di ciascuno lungo le pareti laterali, proprio perché per lui è importante che le persone di tutto il mondo vedano ogni possibilità.

L’opera più intensa e toccante dell’esposizione, Rebar 49, è un monumento orizzontale alla memoria dei bambini che persero le loro vite nel terremoto del Sichuan nel 2008, vittime della costruzione scadente delle scuole. Ai Weiwei ha raccolto 150 pezzi di barre di ferro che avrebbero dovuto sostenere l’edificio, ma che invece si sono ritorte e hanno ceduto: usandone una di quelle originali e creandone due copie, a farne eco, il metallo senza vita parla come un monito sulle conseguenze della corruzione. Purtroppo questo memoriale si trova in una zona separata della galleria, la “Torre”, che uno deve esplicitamente chiedere di vedere, dato che – così ha spiegato il cortese accompagnatore – non ci sono fondi necessari a mantenere lo spazio aperto per tutto il tempo. Questo sembra particolarmente ironico. Qui, dove si incontra la libertà di parola per cui Ai Weiwei ha da sempre lottato, non c’è abbastanza denaro per renderla accessibile. 

Tutto sommato, comunque, la Galleria Continua crea un ambiente accogliente per le opere complesse e varie dell’artista. Dettagliate didascalie alle pareti per ogni pezzo, in italiano ed inglese, insieme ad un’area per la lettura con ulteriori libri sull’artista, aiutano a incoraggiare un più profondo livello di comprensione così cruciale per Ai Weiwei. Ciò accade perché la sua arte rimane un universo complicato, dove le contraddizioni abbondano, dove il vecchio e il nuovo, il bello ed il grottesco, il solenne e l’estroso coesistono, dove egli non si limita a presentare lo stato attuale del mondo, ma invece chiede la nostra partecipazione attiva, usando il nostro intelletto per scavare oltre la superficie e interrogarci su cosa ci viene mostrato. Gli spazi multiformi della Galleria Continua offrono l’ambiente perfetto per fare questo genere di scoperte.