“Icastica”: Municipal Gallery of Contemporary Art

By Maria Rosa Ventimiglia

Icastica is not an exhibit or a museum: Icastica is a true artistic event hosted by the city of Arezzo from June 8th to September 1st, 2013. Conceived and directed by the art critic Fabio Migliorati, Icastica exposes more than 20 international female artists along a 4 kilometer path that begins from Piazza Guido Monaco and finishes in the legendary Piazza Grande, where the historical reenactment of the Giostra del Saracino (or the Saracen Joust) takes place every year. As the title suggests, the event attempts to show the various modes of artistic expression through an evocative itinerary of indoor and outdoor works, able to communicate not only with the viewer but also with the precious historic sites where they are located. An all-female art, a femininity also expressed on the façade of a building in the Piazza of San Francesco with the neon words ART HAS NO SEX, really highlights not only the theme of the entire event but also  introduces us to the visit of the Municipal Galley of Contemporary Art in the same square.

The museum hosts a substantial part of the works intended for the indoor exposition, a choice probably dictated by the possibility for better organization offered by a recent construction. In fact, the building, designed in the 60’s and renovated in the 90’s, has most of the requirements of a good museum, like an elevator for disabled access and a good division of interior spaces. The visit appears pleasant – as, indeed, it is – thanks to its conciseness and organization: lighting filtered by white cloth in front of the windows and a comfortable temperature that, however, from a conservation stand-point, could be too high.

The exposition of the works begins on the second floor, following a geographic organization: each wall, in fact, focuses on female artists all from the same country. We find Russian, Peruvian, and Palestinian artists who, through their works, tell us their realities and their ways to approach them, reflecting on a society that changes and becomes increasingly more multimedial and multiethnic.

Yet already from the first paintings, one notices right away a fundamental lack: the total absence of explanative panels, essential to describe and understand such complex contemporary artworks. The only source of information given is a small label that, in addition to the name in the original language, documents the materials and components but only in English, limiting its comprehension to a small portion of visitors. Continuing along the visit, one discovers another absence, that of benches, meant to provide rest for a patient and reflective visitor who may desire to stop and think about the displayed works. This happens also when there are many videos, which evidently requires a longer stay inside a room, with the obvious consequence of a quick and passive view by the observer.

The upper floor follows the same principle of display: this time the works presented are related to China, America, and South Africa. In addition, there is a canvas created by a Cuban artist, Tania Bruguera, who prompts an interesting association. The work is shown in the same way as that of Luca Bertolo in the contemporary exhibit in Pisa, “Inevitable Figuration.” Also in the case of Bruguera, a completely white canvas is not hanging on the wall, but lies on the floor with the writing, “Libertad o Muerte” (“Liberty or Death”). It is a battle for a freedom that cannot yet be represented. Unfortunately, also in this case, we do not find any explanative panels and the labels often disappear or even become simply written in pen on the wall.

Among the international female artists leading the exhibition, the Italian performers cannot be ignored: Carla Mattii, Tamara Ferioli, and Maddalena Ambrosio, a Neapolitan artist who moved to Milan and presents at Icastica a reflection on the complicated relationship between man and nature. An entire room is dedicated to her, hosting her installation, an expanse of soil and lichens on the floor from which two seats separated by a desk emerge. Once the visit of the Gallery ends, the visitor can continue the journey among the different artistic languages presented, video art and installations, land art and body art, all different ways to question – and to question oneself about – the true reality of the human being.

In conclusion, the event, well publicized and with a great web site (www.icastica.it), is unique in its genre thanks to the participation of international artists like Marina Abramovic and Yoko Ono, some of whose works are presented, respectively,  in the house of Giorgio Vasari and in the Palazzo Chianini Vicenti. The contemporary challenge faced by the city of Arezzo, known as the city of Piero della Francesca, is interesting and exciting, a feeling that sheds a new and more contemporary light on the city.

The visiting hours of the different exhibit locations vary according to the schedules of each museum. On the other hand, the outdoor works may be freely accessed.

 

 

“Icastica”: Galleria comunale d’Arte Contemporanea

di Maria Rosa Ventimiglia

Icastica non è una mostra e neanche un museo: Icastica è un vero e proprio evento artistico ospitato dalla città di Arezzo dall’8 giugno al 1 settembre 2013. Ideato e diretto dal critico d’arte Fabio Migliorati, Icastica prevede l’esposizione di più di 20 artiste internazionali lungo un percorso di 4 kilometri che parte da Piazza Guido Monaco per arrivare alla leggendaria Piazza Grande, dove ogni anno si svolge la rievocazione storica della Giostra del Saracino. Come sottolineato dal significato del titolo, l’evento ha l’obiettivo di mostrare le varie modalità dell’espressione artistica attraverso un suggestivo itinerario che prevede opere outdoor e indoor, capaci di comunicare non solo con lo spettatore ma anche con i preziosi siti storici dove sono collocati. Un’arte tutta al femminile, una femminilità espressa anche nella facciata di un edificio di Piazza di San Francesco, che esibisce la scritta al neon ART HAS NO SEX, l’arte non ha sesso, proprio per sottolineare non solo la tematica dell’intero evento ma anche per introdurci alla visita della Galleria comunale d’Arte Contemporanea presente nella stessa piazza.

Il museo ospita una parte consistente delle opere previste per le esposizioni indoor, una scelta  probabilmente dettata dalle migliori possibilità organizzative offerte da una struttura di recente costruzione. Infatti l’edificio, progettato negli anni ‘60 e ristrutturato negli anni ‘90, possiede la maggior parte dei requisiti di un buon museo, come la presenza di un ascensore per consentire l’accesso ai disabili e  una buona divisione degli spazi interni. La visita si prevede piacevole – come del resto è – grazie ad un percorso conciso e ordinato, allietato da una luce schermata da teli bianchi davanti le aperture delle finestre e da una gradevole temperatura che però, dal punto di vista conservativo, potrebbe risultare eccessivamente alta.

L’esposizione delle opere comincia dal primo piano seguendo un ordinamento topografico: ogni parete, infatti, concentra l’attenzione su artiste appartenenti ad uno stesso Paese. Troviamo artiste russe, peruviane e palestinesi che, attraverso i loro lavori, ci raccontano la loro realtà e il loro modo di affrontarla, con ampie riflessioni su una società che cambia e che diventa sempre più multimediale e multietnica.

Ma già dai primi quadri si nota subito una mancanza fondamentale: la totale assenza di pannelli esplicativi, essenziali per descrivere e comprendere delle opere d’arte contemporanea così complesse. L’unica fonte di informazione che ci è concessa è una piccola didascalia  che, oltre al nome in lingua originale, ci documenta circa i materiali e le componenti della realizzazione ma solo in lingua inglese, limitando la comprensione a una parte minima di visitatori. Proseguendo nella visita  si rileva un’altra assenza, quella delle panchine, adatte alla sosta di un visitatore paziente e riflessivo che magari desidera soffermarsi per meditare sui lavori esposti. Questo anche quando ci sono dei video, che evidentemente necessitano di una permanenza più lunga all’interno di una stanza, con l’ovvia conseguenza di una rapida e passiva visione da parte dello spettatore.

Il secondo piano segue lo stesso principio di esposizione: questa volta le opere presentate appartengo alla Cina, all’America e al Sud Africa. Vi è inoltre una tela realizzata da un’artista cubana, Tania Bruguera, la quale ci fornisce lo spunto per un’interessante associazione. L’opera è esposta analogamente a quella di Luca Bertolo presente nella coeva mostra di Pisa “La Figurazione Inevitabile”: anche qui si ripropone una tela completamente bianca, non appesa al muro e appoggiata sul pavimento, con la scritta “Libertad o Muerte “. Una battaglia per una libertà che non può essere ancora rappresentata. Purtroppo, anche in questo caso, non troviamo i pannelli esplicativi e le didascalie spesso scompaiono o addirittura si trasformano in una semplice scritta a penna sul muro.

Tra le artiste internazionali protagoniste dell’esposizione, non possono mancare le performer italiane come Carla Mattii, Tamara Ferioli e infine Maddalena Ambrosio, artista napoletana trapiantata a Milano che ad Icastica propone una riflessione sul complicato rapporto tra l’uomo e la natura. A lei è dedicata un’intera sala che ospita la sua installazione: una distesa di terriccio e licheni sul pavimento da dove emergono due sedie separate da una scrivania. Una volta terminata la visita alla Galleria, il visitatore può proseguire il suo viaggio tra i diversi linguaggi artistici presentati, tra video arte e installazioni, tra land art e body art, tutti modi diversi di interrogare e interrogarsi sulla vera realtà dell’essere umano.

Concludendo, l’evento, ben pubblicizzato e con un ottimo sito internet (www.icastica.it), si presenta unico nel suo genere grazie alla partecipazione di artiste internazionali come Marina Abramovic e Yoko Ono, alcune opere delle quali sono rispettivamente presentate nella casa di Giorgio Vasari e in Palazzo Chianini Vicenti.  La sfida del contemporaneo lanciata alla città di Arezzo, da sempre riconosciuta come città di Piero della Francesca, è interessante ed emozionante, un’emozione che investe la città di una luce nuova e sicuramente più contemporanea. 

Gli orari per le visite nelle diverse sedi espositive variano a seconda dei giorni di apertura dei singoli musei. Diversamente, le opere outdoor, sono di libero accesso.