Carlo Dolci, Palazzo Pitti, Palatine Gallery

By Mackenzie Constantinou (Lorenzo de’ Medici)

Carlo Dolci was one of the greatest interpreters of seventeenth century Florentine paintings.  His works of art are characterized by their attention to detail and for their religious themes.  Dolci was largely successful in the Medici court as well as outside of Florence.

The exhibition consists of a simple layout, which is composed of dark gray panels.  The paintings are displayed chronologically and thematically.  The organization of the explanatory labels creates a bit of confusion for the visitors because they do not clearly relate to specific groups of works.  Throughout the exhibition the public can compare the paintings of Dolci with those of his contemporaries.  Dolci was a student to Jacopo Viganali.  He was also greatly influenced by the master painters Cristofano Allori and Matteo Rosselli.  Comparing the painterly styles of these artists helps to contextualize these works within the Renaissance time period.

There are several rooms of the exhibition, which are dedicated to Dolci’s religious works.  These iconographic images are highly refined and particularly noticeable due to the depiction of an angelic female.

Dolci’s attention to the representation of fabrics and objects are key elements in his works.  Continuing through the exhibition, there is a section devoted to Dolci’s still lives.  Since the 1630s the painter received numerous commissions from the Medici’s.  In particular, Dolci worked for Vittoria della Rovere and his son Cosimo III.

In addition to Dolci’s subject matter of devotion, the viewers can also appreciate his attention to detail and his painterly style, which was typical of the time.

One room of the exhibition is dedicated to Dolci’s commissions from abroad.  Dolci worked for several English clients and he also moved to Innsbruck for a few months.

The exhibition concludes with the legacy of the painter’s students.  Among these works, there are numerous paintings from Dolci’s apprentice Onorio Marinari.

 

Carlo Dolci, Palazzo Pitti, Galleria Palatina.

Di Carolina Caverni (Università di Firenze)

Carlo Dolci è stato uno dei maggiori interpreti della pittura del seicento fiorentino, le sue opere, intrise di profondo senso religioso e caratterizzate da una grande attenzione per i dettagli, gli garantirono un grande successo sia presso la corte medicea che fuori dai confini della città.

La mostra, attraverso un allestimento molto semplice e tradizionale, composto da semplici pannelli grigio scuro, ripercorre l’intera attività del pittore fiorentino collocando le opere ora seguendo la cronologia della vita, ora creando sezioni tematiche.

Questa disposizione crea un po’ di confusione nel visitatore dovuta soprattutto alla posizione dei pannelli esplicativi che, per quanto esaustivi, in alcuni casi, si trovano in punti che non chiariscono allo spettatore il gruppo di opere al quale si riferiscono.

Lungo tutta l’esposizione si può confrontare i dipinti del Dolci con quelli dei suoi contemporanei. Tra questi ebbero grande influenza, oltre al suo maestro Jacopo Vignali, pittori come Cristofano Allori e Matteo Rosselli. I confronti aiutano a contestualizzare le opere del pittore e ad approfondire un secolo di pittura fiorentina spesso in ombra rispetto alla grande stagione del rinascimento.

Le opere a tema religioso rappresentano gran parte della produzione del Dolci, a questi dipinti sono dunque dedicate diverse sale della mostra. A partire dalla formazione il pittore si confrontò con l’iconografia religiosa attraverso un linguaggio molto raffinato che si nota in particolare nella descrizione delle figure femminili che assumono un aria angelica ed eterea.

L’attenzione ai particolari, la rappresentazione delle stoffe e la resa materica degli oggetti sono uno degli elementi fondamentali della sua pittura. Per approfondire questo lato prezioso dello stile del Dolci una sezione della mostra è dedicata alle nature morte.

A partire dagli anni ’30 del seicento il pittore ricevette molte commissioni dai Medici ed in particolare lavorò per Vittoria della Rovere ed il figlio Cosimo III.

Oltre ai soggetti di devozione realizzò per committenti illustri diversi ritratti in cui è possibile apprezzare soprattutto la resa dei dettagli e l’attenzione per la moda del momento.

Una sala è inoltre dedicata alle commissioni che gli vennero dall’estero, il Dolci lavorò per diversi committenti inglesi e per qualche mese si trasferì a Innsbruck.

La mostra si conclude con l’eredità lasciata dal pittore presso i suoi allievi e sono dunque esposte diverse opere del suo discepolo Onorio marinari.