The Ultramodern Use of Color, Pleats, & Structure (Roberto Capucci Foundation: Villa Bardini Museum)
By Trista Parmann (Lorenzo de’ Medici)
Bright magentas, turquoises, ruby-reds, mint greens, and ambers: the Fondazione of Roberto Capucci, on the top floor of the Villa Bardini, does anything but showcase primary colors, or for that matter basic garments. The exhibition includes a couple-dozen garments displayed on mannequins, and are placed continuously next to each other or form a circle in the center of the room. This creates the impression that the viewer just walked into an elegant yet outlandish cocktail party, in which the “guests” in attendance are all finely dressed in a Capucci original. Therefore, this display is a celebration of Roberto Cappuci as a designer, while each specific Cappuci design celebrates the Italian tradition of craftsmanship and the modern notion of experimentation in fashion.
Cappuci’s fashion line is exploding with color and uniqueness with dresses that contain details of frills, looping fabrics, pleats, and curves. The garments are architectural and stiff, but there is also a sense of playfulness with organic shapes and geometric objects. According to labels, which are accompanied with photographs of the designs being worn on the runway, they state that Capucci designed the various pieces in the late 80’s and 90’s, yet the dresses reflect stylistic elements from previous periods. The formal sleek silhouettes of the dresses echo styles dating from the 1950’s and early 1960’s, yet the eccentric details add a futuristic look. The exhibit also includes women’s pantsuits, such as a button-less jacket that curves away at the back of the knee. The contour of the open jacket and ruffled sleeves are a nod to mid-18th century men’s dress coats. However, like the other garments, Capucci modified this design with unusual colors, adding a twist to a traditional garment.
Although there are elements with the various pieces that complement Capucci’s motif, there is one dress in particular that completely represent his design image. The pieces titled “Bride in Red” is quintessentially Capucci for it embodies a high level of sophistication with a nonconformist usage of color. The elaborated gown, designed in 2009, has a silhouette of a bridal gown with its circular train glittering in gold and a skirt that fans out at the hips like a simplified farthingale, but instead of white it is a striking ruby red. This is an odd notion since red from a contemporary standpoint is associated with lust and passion- the opposite of purity and innocence associated with white. However, it is explained in the exhibit that brides were accustomed to wearing red until the second part of the 17th century when it was then changed to white. Therefore, through inspiration from the past, combined with innovation from the present, Capucci’s designs have been defined as progressive.
Throughout the exhibit there are mirrors surrounding the collection, adding a cutting-edge platinum feel to Capucci’s designs. Diving deeper into the decision to display mirrors, there is another layer of complexity. When the viewer looks at Capucci’s collection, they themselves are also reflected, and so the viewer becomes part of the display. The viewer in ordinary clothing may feel like a boring guest at Capucci’s “cocktail party.” Yet, Capucci states, “Fai Della Bellezza Il Tuo Constante Ideale;” which translates to “Make Beauty Your Constant Ideal.” With the use of “your,” Capucci is inviting the viewer to be part of innovation. Therefore, the Cappuci collection is worth it to see, for viewing his innovations and the forward-thinking designs could spark one’s own creative interest. It is the reflection of the viewer unified with the captivating and beautiful designs of Roberto Capucci that allows one to assimilate into the fashion of yesterday, today and tomorrow.
Eleganza fusa con l’eccentricità
“l’uso ultramoderno di colore, pieghe e struttura” (Fondazione Roberto Capucci: Museo Villa Bardini)
di Trista Parmann (Lorenzo de’ Medici)
Magenta brillante, turchesi, rossi rubino, verdi menta e ambre: la Fondazione Roberto Capucci, situata all’ultimo piano di Villa Bardini, non fa altro che mettere in vetrina i colori di base, o relativamente a questi ultimi, i capi base. La mostra comprende due dozzine di abiti disposti su manichini e sono posti continuativamente uno accanto all’altro così da formare un cerchio al centro della stanza. Questa disposizione crea l’impressione che il visitatore sia appena entrato in un elegante e stravagante cocktail party, in cui “gli ospiti” presenti sono finemente abbigliati con un originale Capucci. Perciò questa esposizione è una celebrazione di Roberto Capucci come stilista, mentre ogni specifico modello esalta la tradizione italiana di artigianalità e la moderna nozione di sperimentazione nella moda.
La linea di moda di Capucci è un’esplosione di colori e unicità, con abiti che includono dettagli come ricami, tessuti a spirale, pieghe e curve. I capi sono architettonici e rigidi, ma includono anche un senso di giocosità dovuto alle forme organiche e agli oggetti geometrici sopra applicati. Stando ai cartellini, che sono accompagnati da fotografie dei modelli indossati sulle passerelle, si dimostra che Capucci aveva disegnato i vari capi alla fine degli anni 80 e inizio degli anni 90, anche se i vestiti riflettono elementi stilistici dei periodi precedenti. Le silhouettes formali e morbide degli abiti in stile echo, datati tra gli anni 50 e i primi 60, sono rese futuristiche dagli eccentrici dettagli. La mostra include anche tailleur femminili, come una giacca senza bottoni che arriva sino alle ginocchia. Il profilo e le maniche arricciate della giacca aperta sono riprese dallo stile dei cappotti da uomo del XVIII secolo. Comunque, come per gli altri capi, Capucci ha modificato questi disegni con colori non comuni aggiungendo delle particolarità ad abiti tradizionali. Anche se ci sono vari elementi che completano lo stile dello stilista. C’è un abito in particolare che rappresenta in pieno la sua immagine di design. Il capo chiamato “La sposa in Rosso” è la quintessenza di Capucci perché incorpora un alto livello di sofisticatezza con un uso del colore anticonformista. Il vestito disegnato nel 2009 ha la silhouette di un abito da sposa con uno strascico circolare scintillante e una gonna che si apre sui fianchi come un guardinfante semplificato, ma invece di essere bianco è di un sorprendente rosso rubino. Questo è un concetto strano dal momento che il rosso, dal punto di vista contemporaneo, è associato alla lussuria e alla passione; l’opposto della purezza e dell’innocenza che sono simboleggiate dal bianco. Tuttavia, è spiegato nella mostra che le spose usavano vestirsi di rosso fino alla seconda metà del XVII secolo, quando hanno iniziato ad indossare di bianco. Pertanto, attraverso l’ispirazione dal passato combinata con l’innovazione del presente, i disegni sono stati definiti progressivi.
All’interno della mostra ci sono specchi che circondano la collezione e che creano emozioni fulminanti grazie modelli di Capucci. Analizzando più profondamente la decisione di porre gli specchi si rileva un’ altra dimensione di complessità. Quando il visitatore guarda la collezione vede se stesso riflesso e cosi diventa parte della mostra. L’osservatore vestito ordinariamente può sentirsi come un’ospite noioso a un cocktail party. Eppure, egli afferma “Fai della bellezza il tuo costante ideale”. Con l’uso del pronome “tuo” lo stilista invita il visitatore ad essere parte dell’innovazione. Pertanto la collezione Capucci merita di essere vista per apprezzare le sue novità e i suoi lungimiranti disegni che potrebbero innescare un proprio interesse creativo. E’ la riflessione dello spettatore unita con i travolgenti e bei disegni di Roberto Capucci che permette di entrare nella moda di ieri di oggi e di domani.