An Exhibit for the Blind… at a Photography Museum?

By Brigid Brennan (Lorenzo de’ Medici)

An exhibit for the blind at a photography museum seems not only counter-intuitive, but downright dysfunctional. Without being able to see, how could a visually disabled person be able to perceive a visual image? Even the website of the National Alinari Museum of Photography states that, “of all forms of art, photography is the one most directly connected to the sense of sight”. How then, can a visual image be presented in a non-visual way? This was the task presented before the staff at the the National Alinari Museum of Photography, or MNAF (Museo Nazionale Alinari della Fotografia). How they went about choosing photographs and creating an exhibit for this select and often left out group of people is part of a very interesting process, also reflected in the museum’s mission statement:

One of the primary aims of MNAF is to create a network of scientific and artistic institutions on a civic, regional, national and international level, working together to program various exhibition projects, above all with regards as to how to exploit the educational aspect, accessible to a heterogeneous public.

Here, they explicitly express their desire to reach out to a broad community, both local and worldwide, and to present projects with the specific intention of informing and educating a wide variety of visitors. They have accomplished this goal of reaching out to a generalized public through their “Touch Museum”, a special exhibit appealing to the visually disabled. Through the use of tactile images, these visitors are able to sense the photographs using their hands instead of their eyes.

A select group of twenty photographs were picked out to be recreated in a format different from their original printing on photographic paper. This has been accomplished through the use of diverse materials, from aluminum to felt, sand paper to tissue paper.  Working in collaboration with the Italian Association for the Blind and the Stamperia Braille of the Region of Tuscany, innovative individuals have brought these photographs to life.

Included in this sample of photographs are the Temples of Delphi, an old man with a beard, the pyramids of Giza, Peggy Guggenheim, and the cliffs of Capri. Each tactile representation has been achieved using a different approach, and each using different materials. The intention here is not only to recreate the look of the image, but also the sense that one might get from looking at it. The pyramids of Giza, for example, have been realized by utilizing sand covering three-dimensional figures on a flat surface, recreating the texture and actual material in the photo. The cliffs of Capri, on the other hand, are portrayed by bark from a pine tree to convey the rough surface of the rocks in contrast with the smoother texture of aluminum and tissue paper for the sea. Whereas a customary visitor is able to observe each photograph using their powers of visual observation, other senses are now a part of the museum-going experience.

This exhibition is a success because, through partnerships with associations intended to aid the disabled, the National Alinari Museum of Photography is now accessible to a group previously excluded from typical museum visits. The “Touch Museum” is especially effective in opening up a new world of perceptions to those who cannot experience museums in an ordinary way. Not only this, but the MNAF has also included assistance for the deaf by providing a sign language interpreter to guide their visits. In this way, the efforts of the museum match their mission statement in effectively reaching out to educate people from all walks of life.

 

Una mostra per non vedenti… in un museo di fotografia?

di Brigid Brennan (Lorenzo de’ Medici)

Una mostra per non vedenti in un museo di fotografia sembra non solo contro-intuitiva, ma sinceramente disfunzionale. Senza essere in grado di vedere, come può una persona cieca essere in grado di percepire un’immagine visiva? Il sito web del Museo Nazionale Alinari Fotografia afferma che “di tutte le forme che può assumere l’arte, la fotografia è una delle più fortemente connesse al senso della vista”. Come può, allora, un’immagine visiva essere presentata in maniera non visiva? Questo era il problema che si è presentato allo staff del Museo Nazionale Alinari Fotografia, o MNAF. Come loro si siano occupati della scelta della fotografie e abbiano creato una mostra per questo ristretto e spesso dimenticato gruppo di persone, è parte di un interessante processo che è anche espresso dalla frase in cui è racchiusa la mission del museo:

Uno dei principali scopi del MNAF è quello di creare un network di istituzioni scientifiche e artistiche su livello civico, regionale, nazionale e internazionale, lavorando insieme per programmare diversi progetti espositivi, soprattutto con riguardo alle modalità di fruizione e di didattica, accessibili ad un pubblico eterogeneo.

In queste poche frasi è espresso esplicitamente il desiderio del museo di raggiungere una vasta comunità, sia nazionale che internazionale, e di presentare progetti con la specifica intenzione di informare e di educare una grande varietà di visitatori. Hanno raggiunto l’obiettivo di raggiungere un vasto pubblico attraverso il loro “Touch Museum”, una mostra speciale per i non vedenti. Tramite l’uso di immagini tattili, questi visitatori possono percepire le fotografie usando le dita piuttosto che gli occhi.

Venti fotografie sono state scelte per essere riprodotte in un nuovo formato, diverso da quello originale su carta fotografica, attraverso l’uso si diversi materiali, dall’alluminio al feltro, dalla carta vetrata alla carta velina. l’Associazione Italiana Non Vedenti, in collaborazione con la Stamperia Braille della Regione Toscana, ha creato queste fotografie con metodi davvero innovativi.

Tra le immagini riprodotte troviamo il Tempio di Delphi, un vecchio con la barba, la Piramide di Giza, Peggy Guggenheim e i faraglioni di Capri. Ogni rappresentazione tattile è stata creata usando un diverso approccio e diversi materiali. L’intenzione era non solo quella di ricreare l’immagine, ma anche le sensazioni di chi le osserva. La piramide di Giza, ad esempio, è stata realizzata usando la sabbia per ricoprire una figura tridimensionale con una superficie piatta, ricreando la struttura della pietra e i veri materiali dell’immagine. I faraglioni di Capri, invece, sono rappresentati con della corteccia di pino, per ricreare la superficie ruvida delle rocce, in contrasto con la più liscia superficie di alluminio e carta velina usata per rappresentare il mare. Mentre un visitatore tradizionale può osservare ogni fotografia usando i propri mezzi visivi, grazie a questa nuova tecnica è in grado di utilizzare anche gli altri sensi per un nuovo tipo di visita.

Questa mostra è un successo perché il Museo Nazionale Alinari Fotografia è ora accessibile anche a una categoria di persone fino a oggi esclusa dal mondo museale,  e questo è possibile anche grazie alla partnership con le associazioni che difendono e aiutano queste categorie. Il “Touch Museum” è particolarmente efficace nel dischiudere un nuovo mondo di sensazioni a quelle persone che non possono vivere il museo in maniera tradizionale. Ma non solo: il MNAF, infatti, ha anche incluso un servizio di assistenza per i non udenti mettendo a disposizione interpreti di lingua dei segni come guide. In questo modo, il museo riesce ad attuare la propria missione e ad educare persone di ogni condizione sociale.