Luci sul’ 900. Il centenario della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, 1914-2014.

By Mackenzie Constantinou (Lorenzo de’ Medici)

 

Gallery of Modern Art, Palazzo Pitti.

October 28, 2014- March 8, 2015

October 28th was the opening of the Gallery of Modern Art within Palazzo Pitti , the exhibit is entitled Luci sul ‘900, Il centenario della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, 1914-2014.  The exhibit, curated by Simonella Condemi and Ettore Spalletti, serves the dual purpose of celebrating and tracing the history of the Florentine Gallery through the twentieth-century highlighting works acquired since its start in 1914, and it proposes a new museum in which the permanent collection would be expanded.  The works in the exhibit, which until now had been kept in storage, could in fact occupy the last room of the palazzo facing the piazza.

The route’s entrance is within an ‘introductory room’ which is located on the left, immediately after the book shop, above the ‘staircase’ of the Palazzo.  This is where the visitor encounters a large screen-printing by Giuseppe Capogrossi; a screen, which has the main works of the exhibit and a monitor, allows the viewers to consult a catalog.

The first room is dedicated to color, which made the institution of the Gallery possible.  There are portraits of officials such as Carlo Gamba, Giovanni Poggi, and Ugo Ojetti.  Two explanatory panels recount the history of the Gallery, whose birth was sanctioned by the Convenzione tra Stato and the Comune di Firenze in January 1914.  This agreement gave rise to the work of the Convenzione, which still covers acquisitions of the museum.  This first space illustrates the historical context of the dearly decades of the 1900s during which artists and intellectuals met at the Caffe Giubbe Rosse which is represented in the painting Solaria alle Giubbe Rosse by the Florentine artist Baccio Maria Bacci.

The route continues with the works that became part of the collection before the Convenzione thanks to both competitions, where the prize was Ussi.  In 1914 this was won by Pietro Fragiacomo, which is illustrated within the work Il traghetto that the donations were mainly from heirs of Macchiaioli painters: Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, and Vincenzo Cabianca.

The next rooms present works chosen by the Commissione following the Conventionzione.  The paintings and sculptures are arranged in chronological order of their acquisition by the Gallery, which is illustrated in the explanatory panels. The texts also indicate the origin of the individual works that were found due to the Venice Biennale, which encourages local artists with the prize Fiorino gold or private donations.

Through the exhibition it is possible to view the main works that characterize Italian art of the XX century with the works of Gino Serverini, Giorgio de Chirico, Filippo de Paris, and Carlo Carrà.  The Tuscan artists are represented by Plino Nomellini, Ottone Rosai, Giovanni Colacicchi, and Elisabeth Chaplin.

The last part of the exhibit presents the recent acquisitions from the 1980s to present.  A few on display were Il bacio by Antonio Maraini, Canto dello stornello a work of great importance by Silvestro Lega, Paesaggio a Grizzana which is attributed to Giorgio Morandi a friend of Carlo Ludovico Ragghianti.

Each work of art within the exhibition is labeled, but these are only in Italian.  They also only provide the visitor with basic information such as the title, artist, year, and material.  It would be interesting to include the information about where traveling works are permanently housed, and some details about the preservation of the works.  The explanatory panels are in both Italian and English, and provide a detailed history of the Gallery and its acquisitions, but they do not provide many explanations, which may prove necessary for a visitor knowledgeable about the artists and historical events.  Some explanations are posted in away that do not relate to the core of the work so much so that they are repeated in several rooms, which creates confusion.

 

È Luci sul’ 900. Il centenario della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, 1914-2014.

Di Carolina Caverni (Università di Firenze)

 

Galleria d’arte moderna, Palazzo Pitti.

28 ottobre 2014 – 08 marzo 2015

Il 28 ottobre è stata inaugurata nella galleria d’arte Moderna di Palazzo Pitti la mostra Luci sul ‘900, Il centenario della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti, 1914-2014.  L’esposizione, curata da  Simonella Condemi e Ettore Spalletti, ha il duplice scopo di celebrare e ripercorrere la storia della Galleria fiorentina, attraverso le opere novecentesche acquisite a partire dalla sua istituzione nel 1914, e di proporre un nuovo percorso museale nel quale la collezione permanente verrebbe ampliata. Le opere in mostra, che fino ad ora erano conservate nei depositi, in futuro potrebbero infatti occupare le ultime sale del Palazzo prospicienti la piazza.

Il percorso ha inizio in una sorta di “sala introduttiva” che si trova a sinistra, subito dopo il book shop, in cima al cosiddetto “scalone” del Palazzo, qui sono esposte una grande serigrafia di Giuseppe Capogrossi, uno schermo sul quale scorrono le principale opere della mostra ed un monitor grazie al quale si può consultare il catalogo.

La prima sala è dedicata a coloro che resero possibile l’istituzione della Galleria, sono infatti ritratti alcuni dei funzionari come Carlo Gamba, Giovanni Poggi e Ugo Ojetti, nei due pannelli esplicativi si racconta la storia della Galleria, la cui nascita venne sancita dalla Convenzione tra Stato e Comune di Firenze del giugno 1914, l’accordo diede inizio anche al lavoro della Commissione che tutt’ora  si occupa delle acquisizioni del museo.

In questo primo spazio è illustrato anche il contesto storico dei primi decenni del ‘900 durante i quali artisti e intellettuali si incontravano al Caffè Giubbe Rosse che è qui rappresentato nel dipinto  Solaria alle Giubbe Rosse del fiorentino Baccio Maria Bacci.

Il percorso prosegue con le opere che divennero parte della collezione prima della Convenzione grazie sia ai concorsi, come il premio Ussi che nel ‘ 14 venne vinto da Pietro Fragiacomo di cui è esposta l’opera vincitrice Il traghetto, che alle donazioni provenienti soprattutto dagli eredi dei  pittori macchiaioli Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Vincenzo Cabianca.

Nelle sale successive vengono  presentate le opere scelte dalla Commissione a seguito della Convenzione, le pitture e le sculture sono disposte secondo l’ordine cronologico di acquisizione da parte della Galleria che è illustrato nei pannelli esplicativi. Nei testi si segnala anche la provenienza delle singole opere che vennero reperite soprattutto grazie a canali come la Biennale di Venezia, manifestazioni artistiche locali come il premio Fiorino d’oro o le donazioni di privati.

Attraverso il percorso espositivo è possibile incontrare le principali correnti che caratterizzarono sia l’arte italiana del XX secolo, con opere di Gino Severini, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Carlo Carrà che quella toscana rappresentata da artisti come Plinio Nomellini, Ottone Rosai, Giovanni Colacicchi,  Elisabeth Chaplin.

L’ultima parte della mostra presenta le acquisizioni più recenti, dagli anni ’80 fino ad oggi, sono esposti Il bacio di Antonio Maraini, Canto dello stornello una delle più importanti opere di Silvestro Lega e  Paesaggio a Grizzana dedicato da Giorgio Morandi all’amico Carlo Ludovico Ragghianti.

Tutte le opere sono corredate da cartellini – solo in italiano- che si limitano a dare le informazioni di base (titolo, autore, anno, tecnica) considerando che alcune fanno parte della collezione permanente  esposta in Galleria ma la maggior parte provengono dai depositi sarebbe stato forse interessante segnalare il luogo dove ognuna è attualmente conservata.

I pannelli esplicativi , sia in italiano che in inglese, sono esaustivi soprattutto per quanto riguarda la storia della Galleria e delle sue acquisizioni ma non danno molti chiarimenti, forse necessari per un visitatore poco esperto, sugli artisti e le correnti.

Infine alcune spiegazioni sono posizionate in modo da non distinguere bene il nucleo di opere alle quali si riferiscono tanto che talvolta sono ripetute in più sale creando dunque un po’ di confusione.