Paolo Uccello’s Green Cloister Frescoes Restored at Museo di Santa Maria Novella
By Rachyl Grussing (Istituto Lorenzo de’ Medici)
Santa Maria Novella, one of the oldest churches in Florence, hosts works by artists like Filippo Lippi, Ghirlandaio, and Giorgio Vasari. These and other works are displayed inside a three room museum hosted inside the church. The three rooms: The Ubriachi Chapel, the Refectory, and the Chapter House, are original to the Dominican order that began Santa Maria Novella in the late 13th century. It is in the Refectory that the Museum of Santa Maria Novella has placed the newly restored frescoes of Paolo Uccello, done in the late 15th century, which originally hung on the walls of the east cloister walk of the Green Cloister.
Paolo Uccello, a pioneer of perspective, was born at the end of the 14th century. He is famous for The Battle of San Romano (1440) and the Funerary Monument to Sir John Hawkwood (1436). In the first half of the 15th century Uccello was placed in charge of engineering frescoes for the Green Cloister that represented stories from the book of Genesis. The Cloister receives its name from the monochrome style that places prominence on certain colors used in the works along its walls. The frescoes were severely damaged in the flood of 1966 that also damaged other numerous works in the city as well. It is not until the 1980s that the Superintendent of Florence returns the works to the Church and it is not until 2011 that the full restoration work begins. The work is done by the Opificio della Pietre Dure and is not completed until 2014 and this exhibition did not open until early in 2016.
The sheer scale of Uccello’s works is massive, the frescoes stand almost two meters by five, and they dominate the room. Beautifully restored, the colors are striking against the pale white walls. The reds and blues of the famous ‘Deluge’ are once again vivid, creating an image that easily conveys the sanctity of the cloister and of the church. The works are classic Uccello, as he worked in bold colors and the new art of perspective was essential in his works. In the controlled setting of the Refectory, the restored works convey some sense of how the eastern cloister walk must have looked like in its heyday. The size of the works also allows the visitor to think upon the enormous task of restoration, which has its own timeline wall panel.
Several other wall panels explain the meaning behind the name of the exhibition, what the restored frescoes are depicting, the importance behind Paolo Uccello’s works, and the process of the restoration. The wall panels are conveniently located next to large T-shaped felt covered seating, which allows the visitors to both sit and read the panels, but also turn and contemplate the artworks without strain. With eight frescoes to marvel at, and soft yellow lighting to preserve the art, the seating is strategic on the part of the Museum as it is a way for visitors to linger over Uccello’s work.
The year 2016 is an important one for the city of Florence, as it is the 50 year anniversary of the flood of 1966. This exhibition is one of many over the city displaying the works restored from this devastating event. Masterpiece works are finally on display, cleaned as best the can be of traces of that horrible event, but the exhibitions show the spirit of a city that did not give up on its cultural heritage or leave what was in the past behind.
Traduzione di Tania Mio Bertolo (Università degli Studi di Firenze)
La basilica di Santa Maria Novella, una delle più antiche tra le chiese fiorentine, conserva opere di artisti come Filippino Lippi, Ghirlandaio e Giorgio Vasari. Altre opere ancora sono raccolte nelle tre sale del museo situato all’interno della chiesa. I suddetti tre ambienti, ovvero la Cappella degli Ubriachi, il Refettorio e l’aula capitolare detta Cappellone degli Spagnoli sono ascrivibili all’ordine dei Domenicani che diede avvio alla costruzione del complesso di Santa Maria Novella verso la fine del tredicesimo secolo. Ed è proprio nel Refettorio che sono ora esposti gli affreschi recentemente restaurati di Paolo Uccello, provenienti dal ciclo da lui eseguito nel quindicesimo secolo per il Chiostro Verde.
Paolo Uccello, uno tra i pionieri dell’uso della prospettiva nella pittura, nacque verso la fine del quattordicesimo secolo. Egli è noto soprattutto per le tre tavole raffiguranti la Battaglia di San Romano (1440 circa) ed il Monumento Funebre a Giovanni Acuto (1436). Nella prima metà del Quindicesimo secolo Paolo Uccello fu incaricato di affrescare il Chiostro Verde con le storie della Genesi. L’ambiente riceve il nome dallo stile monocromo che prevale sugli altri colori usati nelle pareti, e purtroppo i suoi affreschi furono gravemente danneggiati dall’alluvione del 1966, che rovinò anche altre opere artistiche cittadine. Fu solo negli anni Ottanta che la Soprintendenza di Firenze ricollocò i capolavori nella chiesa, mentre le opere di restauro furono avviate soltanto nel 2011. Il restauro fu affidato all’Opificio delle Pietre Dure e fu completato nel 2014, ma solo dall’inizio del 2016 il grande pubblico può riammirare questi capolavori.
Imponente è la grande scala usata da Paolo Uccello in questi affreschi i quali, con una dimensione di due metri per cinque, dominano la sala. Le tinte rosse e blu del Diluvio universale sono di nuovo vive e creano un’immagine che lascia chiaramente percepire la sacralità del chiostro e della chiesa. Questi affreschi riassumono le costanti della produzione artistica di Paolo Uccello: il suo uso delle tinte forti e della nuova tecnica della prospettiva, cifra del suo operato. La collocazione delle opere restaurate nell’allestimento del refettorio in qualche modo suggerisce come doveva apparire in origine il chiostro esterno. La grandezza delle opere inoltre invita il visitatore a riflettere circa l’enorme lavoro di restauro, le cui fasi lavorative sono delineate su un pannello murale.
Alcuni altri pannelli testuali spiegano il significato del titolo della mostra, cosa rappresentano le opere, l’importanza dell’arte di Paolo Uccello e il processo di restauro. I pannelli sono convenientemente posizionati di fianco ad un divano a T, che permette al visitatore sia di sedersi e leggere le didascalie, sia di ammirare le opere senza affaticarsi. Con otto affreschi da ammirare e soffuse luci gialle che preservano le opere, la collocazione del divano risulta strategica per offrire al visitatore la possibilità di prendersi tutto il tempo necessario per ammirare le opere.
Il 2016 è un anno importante per Firenze, poiché ricorre il cinquantesimo anniversario dell’alluvione del 1966. Questa mostra rientra in un più ampio programma di eventi ed esposizioni cittadini dedicati alla presentazione al pubblico di quelle opere sottoposte a restauro a seguito dei danni causati dall’alluvione. I capolavori sono di nuovo esposti, e le tracce di quell’episodio disastroso sono state rimosse il più possibile. Ma queste mostre sottolineano anche lo spirito di una città che non sottovaluta il proprio patrimonio culturale e che non lascia alle spalle il proprio passato.