By Nora Yang (Lorenzo de’ Medici)
To many fashion-oriented people around the globe, conjuring the name of Salvatore Ferragamo is equivalent to the significance of finding the Holy Grail. In the basement of a Renaissance palace that is now the headquarters of the much-celebrated designer, one finds the temporary exhibition, The Amazing Shoemaker: Fairy Tales about Shoes and Shoemakers Without prior knowledge, it may sound like a retrospective on the life of Ferragamo; however, only after visiting will viewers realize that it is much more complicated and fantastical. Overall, this is a great exhibition due to exceptional usage of technology and lighting. Despite the inclusion of a broad variety of objects, it captures the audience and brings them into the magical world of shoes.
Each room is set up to represent a different fairytale based on those that inspired Ferragamo, presenting him not just as a shoemaker, but also as a dreamer. Italian and English explanations explicitly draw parallels between iconic shoes and their stories, like the ruby slippers from the Wizard of Oz, and the morals or virtues they stand for – in this case, vanity. Many other references are also included: from art and literature, like Grimm and Anderson, to artists, like Giambologna, and even to the philosophical teachings of Socrates.
In the first room, clips of famous movie starlets who were fans and clients of Salvatore Ferragamo, are projected onto the arched ceilings accompanied by music. This introduction sets the tone of the whole exhibition, one that gives a sense of wonder, fantasy, imagination, and artistry through the technology and design.
Throughout the show, some of the items that are featured are not actual tangible objects, but rather clips of mainstream movies or art house films that support the overarching theme of how shoes are seen both in fictional fairytales and in their relationship with reality. Showing these on mini touch pads, the museum embraces the incorporation of electronics – a trend that is well received in the museology world at the moment. A perfect example is the story of Puss in Boots. This tale is showcased by displaying rare books, borrowed from the National Library in Florence, along with clips of the recent animated film Shrek. Actual boots, made by a contemporary artist, are on display as well, in order to reflect on the room’s theme of courage. Again, technology is used to make apparent the lines of shoes’ relationship with reality.
The lighting of this show could go easily unnoticed if it were not for the dramatics; and what makes this exhibition a success is the attention paid to lighting. In half of the exhibit rooms, the lights are dimmed much like a theater stage, while movies or video installations are played on large screens. Usually, one spotlight shines on the main object, a pair of shoes, to emphasize its beauty and significance. The other half of the rooms host actual artifacts or artworks in a soft yellow lighting, adding to the magical atmosphere.
The only weakness of this temporary exhibit is the inclusion of every type of media, both historical and artistic, taken from institutions around Florence. From film clips to rare books to sculptures from the Bargello, the attempt to encompass too great a variety and scope may actually be over-ambitious. However, one redeeming fact is that the text panels explain very well the reasoning for choosing to include each object.
The most successful aspect of the show is the intense attention to detail that was paid to the exhibition design. The unconventional way of displaying items, like creating a case shaped like a treasure chest and decorated with fake jewelry in order to highlight shoes with jeweled heels, heightens the fantasy that Ferragamo’s shoes can create. The quality of his shoes is exceptional and they have the power to evoke the joys and beauty of life. Yet, not only his shoes are displayed: historical ones, like Renaissance Venetian heels and Chinese shoes for bound feet, are encased in terrariums or lanterns. In addition, many contemporary art pieces were commissioned specifically for this exhibition.
The best way to describe this show is like that of a Disney theme park ride, where the experience is more important than the things on display. Those who are expecting to see a whole collection of Salvatore’s handcrafted shoes would be disappointed. But for those who know that shoes are much more than everyday necessary objects and realize the fantastical power they are capable of, it is a must-see show.
Il magico regno delle scarpe
di Nora Yang (Lorenzo de’ Medici)
Per molte persone sensibili alla moda in tutto il mondo, evocare il nome di Salvatore Ferragamo equivale, per importanza, all’aver scoperto il Sacro Graal. Al piano inferiore di un palazzo rinascimentale che adesso è il quartier generale del tanto celebrato designer, si trova la mostra temporanea Il calzolaio prodigioso. Fiabe e leggende di scarpe e calzolai. Senza conoscenze pregresse potrebbe sembrare una retrospettiva sulla vita di Ferragamo; invece, solo dopo la visita, gli osservatori si accorgeranno che si tratta di qualcosa di più complicato e fantastico. Tutto sommato questa si rivela una bella esposizione grazie all’uso eccezionale di tecnologia ed illuminazione. Nonostante l’inclusione di un’ampia varietà di oggetti essa cattura il pubblico e lo conduce all’interno del magico mondo delle scarpe.
Ogni stanza è allestita in modo da raffigurare una differente favola fra quelle che ispirarono Ferragamo, presentandolo non soltanto come un calzolaio, ma anche come un sognatore. Le spiegazioni in italiano ed inglese fanno esplicitamente paralleli tra calzature famose e loro storie, come le scarpette rosse de Il Mago di Oz e le virtù morali che rappresentano – in questo caso la vanità. Ma vi sono anche altri riferimenti: dall’arte e dalla letteratura, come i fratelli Grimm e Anderson, agli artisti, come Giambologna e addirittura agli insegnamenti filosofici di Socrate.
Nella prima stanza immagini di famose dive del cinema, ammiratrici e clienti di Salvatore Ferragamo, vengono proiettate sulle volte con un accompagnamento musicale. Questa introduzione imposta il tono di tutta la mostra, conferendo un senso di meraviglia, fantasia, immaginazione ed artigianato attraverso la tecnologia ed il design.
Lungo il percorso alcuni degli oggetti esposti non sono propriamente tangibili o concreti, ma piuttosto brani tratti da film famosissimi oppure dal cinema d’essai a supportare il tema generale di come le scarpe sono viste sia nelle favole che nella realtà. Mostrando questi corti su piccoli touch pads, il museo abbraccia anche l’elettronica – una tendenza che viene positivamente apprezzata nel mondo della museologia attuale. Un esempio perfetto è la storia de Il gatto con gli stivali, illustrata tramite l’esposizione di rari libri, prestati dalla Biblioteca Nazionale di Firenze, insieme a qualche video tratto dal recente film di animazione Shrek. Veri stivali, realizzati da un artista contemporaneo, sono pure in mostra, proprio per rispecchiare il coraggio, tema della stanza. Ancora una volta, la tecnologia è usata per rendere evidenti le linee di interazione tra le scarpe e la realtà.
L’illuminazione potrebbe facilmente passare inosservata se non fosse per la sua teatralità: eppure la cura che vi è stata prestata rende l’esposizione un vero successo. In metà degli spazi espositivi le luci sono oscurate come se fossero quelle di un palcoscenico, mentre film o installazioni video sono proiettate su grandi schermi. Di solito un faretto brilla puntato sull’oggetto principale, un paio di scarpe, per enfatizzarne bellezza e significato. L’altra metà delle sale ospita reali manufatti o oggetti d’arte in una soffusa luce gialla, aggiungendosi all’atmosfera magica.
L’unica debolezza di questa mostra temporanea è l’inclusione di qualsiasi tipo di materiale, sia storico che artistico, preso dalle istituzioni intorno a Firenze: da brani video a rari libri e sculture dal Bargello, il tentativo di amalgamare una così ampia varietà potrebbe essere stata un’ambizione troppo grande. In compenso, un fatto positivo è che i pannelli esplicativi illustrano molto chiaramente il ragionamento che sta dietro alla scelta di ogni oggetto.
L’aspetto più interessante della mostra è l’intensa attenzione al dettaglio nei confronti del suo allestimento: il modo non convenzionale di disporre i pezzi, come la creazione di una teca dalla forma di un forziere decorata con bigiotteria per evidenziare le scarpe dai tacchi ingioiellati, intensifica la fantasia che le calzature di Ferragamo possono creare. La loro qualità è eccezionale ed hanno il potere di evocare le gioie e le bellezze della vita. Ora, non ci sono solo le scarpe di Ferragamo in mostra, perché le accompagnano quelle storiche, come i tacchi del Rinascimento veneziano e le calzature cinesi per i piedi fasciati, rinchiuse in terrari o lanterne. In aggiunta, molti oggetti di arte contemporanea sono stati commissionati appositamente per l’esposizione.
Il modo migliore per descrivere questa mostra è paragonabile alle parole che si userebbero nei confronti di un parco a tema della Disney, dove l’esperienza è più importante delle cose esposte. Coloro che si aspettano di vedere una intera collezione delle scarpe fatte a mano di Salvatore Ferragamo resteranno delusi. Ma per chi sa che le scarpe sono più che necessari oggetti quotidiani e riesce a comprendere il fantastico potere di cui esse sono capaci questo è un evento da non perdere.