By Mackenzie Constantinou (Istituto Lorenzo de’ Medici)
The little exhibition hosted in the passage by Angiolini in Palazzo Pitti completes and enriches the exhibition ‘Luci sul ‘900’.
The goal is to propose, as part of the centenary of the Gallery of Modern Art, building a series of graphic works, around a hundred, that were acquired as part of the gallery itself and as part of the Cabinet of Design and Press of the Uffizi. The works, were of both foreign artists and Italian, were selected on the occasion of the first international exhibition of graphics, entitled ‘Exhibition of White and of Black’, which took place in Florence in the spring of 1914 on the initiative of the Society of Beautiful Art. The exhibition has woodcuts, etchings, and lithographs of other drawings. These artistic techniques favor nature and the use of white and black, but the curatorial objective is to express the tile ‘The Colors of Shadows”, which is expressive of these offered techniques.
The expressive modality are uniform within the all the rooms, the works are subdivided in sections following common sense, by type and subject, and they are displayed on blue panels that cover the walls of the rooms and the display cases.
In the introductory room there are eleven explanatory panels, that are in Italian and English, the first explains proves a general sense of the exhibition, the second tells of the imagination, techniques, and instruments that were utilized for realizing the woodcuts, etchings, and lithographs.
Passing the first two works in the exhibit, designed by Gaetrano Previati ‘The Hostages of Crema’ is one lithograph by Gerard Spencer Pryse, entering the second room which exhibits the first primary work assembled under the genre ‘Portraits and Artists’. Among the many works by Adolfo de Carlois included the cover of the catalogue of the Exhibition of White and Black, which was preserved in a glass case. Self-portraits and portraits of artist are hung on the walls, which the viewer can admire lithographs by Eugène Carrière with portraits of Rodin.
The layout is characterized by the panel for each wall, which reminds the visitors the title of the section of the works and it refers and informs on single paintings that are reproduced in a small image.
In the second room displays a different two sections of works, the first dedicated to ‘Nightmares and Dreams’ in which displays minks vision of Francesco Chiappelli as ‘Caravelle’. The second is titled ‘Presence’, which is characterized by the female subjects such as the nudes of Théophilde Steinlen and of Desligènre André. This section also presents the unique works in color for example ‘Letters cut off’ of Jean Emile Laboreur. In the successive room the ‘Views’, a typical genre represents the graphic techniques such as etching, which is represented by various artists Carlo Cressini or Antonio Fontanesi. After, the visitor goes through to ‘The Passage of Water’ with the etching ‘Pine Trees by the Sea’ by Carlo Strauss.
The exhibition continues with four other sections dedicated to architecture ‘The Urban Passage’ and ‘The Cathedrals’. The last, a very substantial work, titled ‘Work” among which are the works ‘The Tuscan Landowner’ by Moses Levy and ‘The Tanners’ by George Gob.
Through the diversity of techniques with which they are made, woodcuts, etchings, lithographs, and drawings the viewers can contribute to the genre, graphics, less popular respect to painting and sculpture, but that enriches the vision of expressive possibility of artists who often in this medium come across more spontaneous and therefore free.
“Il colore dell’ombra”, Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini
By Carolina Caverni (University of Florence)
La piccola esposizione ospitata nell’Andito degli Angiolini a palazzo Pitti completa e arricchisce la mostra “Luci sul ‘900”.
L’obiettivo è quello di proporre nell’ambito del centenario della Galleria d’arte moderna del palazzo una serie di opere di grafica, un centinaio circa, che vennero acquisite in parte dalla Galleria stessa ed in parte dal Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi. Le opere, sia di artisti stranieri che italiani, vennero scelte in occasione della prima Esposizione internazionale di grafica, intitolata “Esposizione del Bianco e del Nero”, che si svolse a Firenze nella primavera del 1914 su iniziativa della Società delle Belle Arti.
La mostra ospita dunque soprattutto xilografie, acqueforti e litografie oltre che disegni, queste tecniche artistiche privilegiano per loro stessa natura l’uso del bianco e del nero ma l’obiettivo curatoriale, espresso esemplarmente dal titolo “Il colore dell’ombra” , è quello di restituire allo spettatore il senso del colore grazie alle molteplici possibilità espressive che offrono queste tecniche.
Le modalità espositive sono uniformi per tutte le sale, le opere sono suddivise in sezioni seguendo un criterio per generi e soggetti e sono esposte su pannelli azzurri che ricoprono le pareti delle stanze ed in teche.
Nella sala introduttiva si trovano gli unici pannelli esplicativi, sia in italiano che in inglese, il primo spiega il senso generale dell’esposizione, il secondo riporta, anche attraverso delle immagini, le tecniche e gli strumenti che vengono utilizzati per realizzare xilografie, acqueforti e litografie.
Superate le prime due opere in mostra, il disegno di Gaetano Previati “Gli ostaggi di Crema” e una litografia di Gerard Spencer Pryse, si accede alla seconda stanza nella quale è esposto il primo nucleo di opere raggruppato sotto il genere “Ritratti e artisti”. Tra queste molte appartengono a Adolfo de Carolis come ad esempio la copertina del catalogo dell’Esposizione del Bianco e del Nero conservata in una teca, alla pareti sono appesi autoritratti e ritratti di artisti tra i quali si può ammirare la litografia di Eugène Carrière con il ritratto di Rodin.
L’allestimento è caratterizzato da un pannello per ogni parete che ricorda al visitatore il titolo della sezione di opere a cui fa riferimento e le informazioni sui singoli quadri che sono riprodotti in piccole immagini.
Nella seconda sala altre due sezioni di opere, la prima dedicata a “Incubi e sogni” in cui sono esposte visoni oniriche di Francesco Chiappelli come “Caravelle”, la seconda, intitolata“presenze”, è caratterizzata soprattutto da soggetti femminili come i nudi di Théophile Steinlen e di Deslignères André. In questa sezione sono presenti anche le uniche opere a colori tra cui ad esempio “Lettura interrotta” di Jean Emile Laboreur.
Nella stanza successiva le “Vedute”, genere tipicamente rappresentato da tecniche grafiche come l’acquaforte, sono rappresentate da vari autori come Carlo Cressini o Antonio Fontanesi, si passa poi a “paesaggi d’acqua” con l’acquaforte “Pini sul mare” di Carlo Strauss.
L’esposizione prosegue con altre quattro sezioni due dedicate all’architettura “paesaggi urbani” e “cattedrali” e l’ultima, la più sostanziosa, intitolata “Lavoro” tra cui si trovano le opere “Il possidente toscano” di Moses Levy” e “I conciatori” di Georges Gobò.
Attraverso la diversità delle tecniche con cui sono realizzate le xilografie, le acqueforti, le litografie ed i disegni lo spettatore è reso partecipe di un genere, quello della grafica, forse meno popolare rispetto a pittura e scultura ma che arricchisce la visione sulle possibilità espressive dall’artista che spesso proprio in questo mezzo trova maggior spontaneità e quindi libertà.