Translation by Cole Fiala
Sala Bianca, Galleria Palatina, Palazzo Pitti
10 March- 14 June 2015
Maria de ‘Medici was 27 years old when she married Henry IV, King of France, by proxy in the Duomo of Florence. A series of celebrations followed the ceremony, including a sumptuous banquet in the Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. The exhibition in Palazzo Pitti retraces these events through a careful historic reconstruction made possible by direct sources of the time, among them in particular the testimony of Michelangelo the Younger, and archival documents.
Blue panels with golden lilies cover the first room of the exhibition, symbolizing the union between the crowns of France and Florence. Portraits of the couple, both made by Santi di Tito, decorate the room, as well as the official marriage certificate from the wedding in Lyon, and a large table painted by Alessandro Allori featuring the Wedding Feast at Cana in which the bride is a portrait of Maria de’ Medici.
After this first space, the visitor enters a true reconstruction of the scenic banquet, including folded napkins inspired by Bernardo Buontalenti (reconstructed by the artist Joan Sallas) as well as sugar sculptures (made by the metal-working foundry Del Giudice) modeled from the works of Giambologna and Pietro Tacca.
Sculptural groups, individual figures, and an equestrian statue of Henry IV are displayed on the table at the center of the room along with napkins created as animal figures and hunting scenes, in front of which are two portraits of the couple commissioned for Maria by Frans Pourbs the Younger in 1611.
Behind the richly reproduced banquet, perhaps in a somewhat imaginative manner, a banquette in the form of a lily that Jacopo Ligozzi had specially built for this event and that housed the precious furnishings of the Medici collections. A glass case in the same room contains one such object, a lapis lazuli goblet designed by Buontalenti.
Each portion of the exhibition is introduced by explanatory panels, both in English and in Italian, that recount the events that took place for the wedding celebration. Each object with an individual caption facilitates an understanding of the works on view.
Display cases in the next room feature documents, receipts, and requests of payments related to the organization of the banquet. Most notably, however, is the manuscript of Michelangelo the Younger entitled ‘Description of the Happiest Wedding’, which serves a major source of knowledge for the nuptials in florence.
The last rooms are devoted to a discussion on the technique of folding napkins. Within this room it is also possible for visitors to view and digitally browse the Treaty of Mattia Giegher from 1639, regarding the art within the exhibition. Also on display are a series of drawings and a painting in which the visitor may see dining tables with decorative inlay.
Finally, in the last room, a video documentary explains the techniques involved in the creation of the folded napkins and the sugar sculptures.
The exhibition offers a glimpse of the events that played a crucial role in history and that, with care for every detail, introduce the lavish ceremony. This serves as evidence that the most important artists of the time also had a crucial role in the creation of ephemeral equipment that had a high artistic value despite not being designed to last for centuries.
“Dolci trionfi e finissime piegature. Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici ”.
Di Carolina Caverni (Università di Firenze)
Sala Bianca, Galleria Palatina, Palazzo Pitti
10 Marzo- 14 Giugno 2015
Maria de’ Medici aveva 27 anni quando sposò per procura nel Duomo di Firenze Enrico IV, re di Francia, alle nozze seguirono una serie di festeggiamenti tra i quali uno sfarzoso banchetto nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. La mostra in palazzo Pitti ripercorre quegli eventi attraverso un’ attenta ricostruzione storica resa possibile soprattutto dalle fonti dirette dell’epoca, tra queste in particolare il racconto di Michelangelo il Giovane, e dai documenti d’archivio.
La Prima sala del percorso espositivo è ricoperta da pannelli blu con gigli dorati, che simboleggiano l’unione tra la corona di Franca e Firenze, sui quali sono esposti i ritratti dei due sposi, entrambi realizzati da Santi di Tito, il certificato del matrimonio svoltosi a Lione dopo la partenza di Maria per la Francia e una grande tavola dipinta da Alessandro Allori con le Nozze di Cana dove la sposa è il ritratto di Maria de’ Medici.
Dopo questo primo spazio si accede alla ricostruzione vera e propria dello scenografico banchetto che grazie alla regia di Bernardo Buontalenti fu arricchito da spettacolari piegature di tovaglioli ( riprodotte dall’artista Joan Sallas) e da sculture in zucchero (realizzate dalla fonderia Del Giudice) i cui modelli furono alcune delle opere coeve di Giambologna e Pietro Tacca.
Gruppi scultorei, singole figure, la statua equestre di Enrico IV, sono esposte sulla tavola al centro della sala insieme ai tovaglioli che creano figure di animali e scene di caccia, di fronte ai due ritratti degli sposi commissionati da Maria a Frans Pourbs il Giovane nel 1611.
Dietro il ricco banchetto è stata riprodotta, forse in maniera un po’ fantasiosa, la credenza a forma di giglio che Jacopo Ligozzi aveva appositamente costruito per questo evento e che metteva in mostra le preziose suppellettili delle collezioni medicee, tra queste la coppa in lapislazzuli disegnata dal Buontalenti ed esposta in una teca nella stessa stanza.
Ogni spazio della mostra viene introdotto da pannelli esplicativi, sia in inglese che in italiano, che raccontano gli eventi che si svolsero in quei giorni e spiegano il senso delle opere esposte ognuna delle quali ha la propria didascalia.
Nella sala successiva sono raccolti in teche i documenti, le ricevute e le richieste dei pagamenti relativi all’organizzazione del banchetto ed il manoscritto di Michelangelo il Giovane “Descrizione delle felicissime nozze…” che è una delle principali fonti su questi eventi.
Le ultime sale sono dedicate ad un approfondimento sulle tecniche della piegatura dei tovaglioli, è possibile quindi vedere il trattato di Mattia Giegher del 1639 su quest’arte e sfogliarlo digitalmente, sono inoltre esposti una serie di disegni e un dipinto in cui si vedono tavole imbandite con queste decorazioni.
Infine, nell’ultima sala, un video documentario spiega le tecniche di realizzazione sia delle piegature dei tovaglioli che delle statue in zucchero.
La mostra propone uno sguardo su eventi che ebbero un peso fondamentale nella storia e che, curati in ogni dettaglio, proposero allestimenti spettacolari ed evidenzia come i più importanti artisti dell’epoca avessero un ruolo cruciale anche nella realizzazione di apparati effimeri che avevano un alto valore artistico nonostante non fossero pensati per durare nei secoli.