John Thomson. First looks eastward.

By Mackenzie Constantinou (Lorenzo de’ Medici)

 

Museo di Storia Naturale-Antropologia e Etnologia

13 February-24 May 2015

The University of Florence’s Museum of Natural History was founded in 1778 by the Grand Duke Leopold of Habsburg-Lorraine and was divided into six sections in 1878.  The institution of Anthropology and Ethnography, currently houses a temporary exhibition of photographs by John Thomson (1837-1921) a pioneer of photojournalism.  This exhibition, curated by Beatrice Hsieh Pei-ni, was organized by the Kaohsiung Museum of Fine Arts in Taiwan in collaboration with the Natural History Museum in Florence and the Center of Culture of Taiwan in Paris.  There are sixty-three images by the Scottish artist, which depict the photographer’s journeys to Taiwan, China, and South East Asia from 1865 to 1871.  Although the temporary exhibition allows for a new experience for visitors, the contextual display of the works juxtaposed against cultural context of the permanent collection potentially clouds the visitor’s comprehension of the images.

Thomson’s photographs are displayed throughout the museum on temporary wooden structures in the middle of each room. The permanent collection at the museum is divided geographically and the visitor clearly understands the curatorial choice due to clear labels at the entryway to each hall.  However, the works by Thomson are curated without regard to the permanent collection, meaning that these photographs do not illustrate the same culture, geographic area, or traditions that are displayed via the permanent collection in the rooms.  This decision creates a clear division between the permanent collection and the temporary exhibition.  Perhaps, if a room were dedicated only to the temporary exhibition or if Thomson’s works illustrated a similar subject matter to the permanent collection there would be more cohesion, such as in a room designated for Asian material culture.  For instance, the works displayed by John Thomson illustrate his travels to Formosa, present day Taiwan, by documenting dress, ways of life, and technologies.  Thomson aimed to create a view into the mysterious East for Europeans, and in doing so the artist incorporated numerous anthropological perspectives throughout his work.

Within each room the photographs are accompanied by a wall text explaining the importance and significance of John Thomson’s works, however they are only in Italian.  Also, each individual photograph is accompanied by a brief label also only in Italian.  Though these are extremely necessary educational tools they would be more helpful to a varied audience if printed in both Italian and English.

This exhibition helps to illustrate the life of the people whose cultural material is on display to the public.  Through viewing these images, visitors are able to place life within a static museum space.   John Thomson’s photographs offer the public an opportunity to see never before viewed images in Italy, and appreciate the works of the photojournalism pioneer.  This documentary technique was critical in the evolution of anthropological fieldwork and recording different cultures, and by incorporating these photographs into the museum space it emphasizes the change of the study of anthropology as well as different cultures.  Through analyzing these images it allows visitors to not only reflect on past people and places, but it asks the viewers to appreciate these works as art and not only for their anthropological importance.  Overall these pieces ask viewer not only to wonder about the culture and society, but also question the people behind the material cultures exhibited throughout the museum.

 

John Thomson. Primi sguardi verso oriente.

Di Carolina Caverni (Università di Firenze)

Museo di Storia Naturale-Antropologia e Etnologia

13 Febbraio-24 Marzo 2015

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze venne fondato nel 1778 dal Granduca Leopoldo di Asburgo-Lorena e venne diviso in sei sezioni nel 1878. La sessione di Antropologia ed Etnografia attualmente ospita una mostra temporanea di fotografie di John Thomson (1837-1921), pioniere del foto-giornalismo. La mostra, curata da Beatrice Hsieh Pei-ni, è stata organizzata dal Museo di Belle Arti di Kaohsiung a Taiwan in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Firenze ed il Centro di Cultura di Taiwan a Parigi. Ci sono sessantatré immagini del fotografo scozzese, che raffigurano i suoi viaggi a Taiwan, in Cina e nel Sud-Est asiatico tra il 1865 ed il1871.

Anche se la mostra temporanea permette ai visitatori una nuova esperienza, la disposizione  contestuale delle opere contrasta con il contesto culturale della collezione permanente e  potenzialmente offusca la comprensione delle immagini da parte del visitatore.

Le fotografie di Thomson sono presentate lungo tutto il percorso espositivo su strutture in legno temporanee al centro di ogni stanza.

La collezione permanente è suddivisa geograficamente ed il visitatore capisce  facilmente la scelta curatoriale grazie a chiari pannelli esplicativi che si trovano all’ingresso di ogni sala. Tuttavia, le opere di Thomson sono esposte senza riguardo per la collezione permanente, il che significa che queste fotografie non mostrano la stessa cultura, non fanno parte delle medesime aree geografiche o tradizioni che sono rappresentate dalla collezione permanente nelle varie sale.

Questa decisione crea una netta divisione tra la collezione permanente e la mostra temporanea.

probabilmente se solo una stanza fosse stata dedicata alla mostra temporanea o se le opere di Thomson avessero illustrato un tema simile alla collezione permanente ci sarebbe stata più coesione, come accade ad esempio in una sala dedicata alla cultura materiale asiatica.

Ad esempio, le opere esposte di John Thomson mostrano i suoi viaggi a Formosa, oggi Taiwan, e ne documentano i costumi, i modi di vita, e le tecnologie. L’obiettivo di Thomson era quello di proporre uno sguardo sul misterioso Oriente per gli europei e in tal modo il fotografo ha incorporato numerose prospettive antropologiche in tutta la sua opera.

All’interno di ogni sala le fotografie sono accompagnate da un testo appeso al muro, che è però sono solo in italiano, che spiega l’importanza e il significato delle opere di John Thomson. Inoltre, ogni singola fotografia è accompagnata da una breve didascalia anche questa solo in italiano. Poiché questi sono strumenti educativi molto importanti, sarebbero più utili ad un pubblico variegato se fossero sia in italiano che in inglese.

Questa mostra aiuta a comprende la vita delle persone di cui è esposta al pubblico la cultura materiale. Attraverso la disposizione i visitatori sono in grado di dare  vita a queste immagini in uno spazio museale statico. Le fotografie di John Thomson offrono la possibilità di vedere immagini mai viste prima in Italia ed apprezzare le opere del pioniere fotogiornalismo.

Questa tecnica documentaria è stata fondamentale per l’evoluzione dell’antropologia e per lo studio di diverse culture e, incorporando queste fotografie nello spazio museale, si sottolinea il cambiamento dello studio di questa disciplina e di culture diverse. Attraverso l’analisi di queste immagini si permette ai visitatori di riflettere non solo sulle persone del passato e sui luoghi, ma si chiede a gli spettatori. di apprezzare queste opere dal punto di vista artistico e non solo per la loro importanza antropologica. Nel complesso questi pezzi portano il visitatore ad interrogarsi non solo sulla cultura e la società, ma anche a mettere in discussione le persone che stanno dietro alle culture materiali esposte in tutto il museo.