By Giulia Bagni (University of Florence)
Inaugurated on the occasion of the feast of St. John, after a wait of nearly fifty years, the Museum of the twentieth century has found a place in the Leopoldine complex that overlooks the Piazza Santa Maria Novella.
The idea of a museum for contemporary art that kept the name of Florence as a living center for the arts was born thanks to Carlo Ludovico Ragghianti. In the aftermath of the flood that hit the city November 4, 1966, he appealed to artists of the time because one of their works to the city were going to shape the future of the International Museum for Contemporary Art.
Today the museum of the Twentieth Century, in addition to the municipal collections of which includes the important donation of Alberto della Ragione, also presents works on loan given to the municipality of Florence by artists, collectors, and institutions.
For most Florentines and tourists, Florence is still the symbol of the Renaissance city, but it, over time, has undergone numerous urban transformations. For this reason, the museum’s curators have placed at the entrance, in the cloister, two stations that have a touch screen map on which you can locate and retrieve information and images of cultural institutions and architecture that during the twentieth century have changed the face of Florence.
The exhibition does not follow a chronological but a thematic pathway that develops into two groups: one starts from the end of the eighties and finished in the sixties, when the city lived through national and international artistic experiences. The other focuses on the collections donated to the municipality by artists and collectors such as the already mentioned della Ragione, or the legacies of Aldo Palazzeschi and Ottone Rosai.
During your visit you can also see two small rooms dedicated to the Maggio Musicale Fiorentino, whose archives are full of sketches for sets and costumes made by hand by artists such as de Chirico or Guttuso, and the birth of the fashion event known today as Pitti Immagine.
Every two or three years the works on display in the rooms will undergo a rotation to make sure that all items that are part of the Collezioni Civiche Fiorentine can be made visible to the public.
All the rooms of the museum are introduced by explanatory panels, both in Italian and in English, and the information provided can be deepened through numerous media: tablets containing historical documents such as old photographs, newspaper articles and videos; and monitors that broadcast interviews with artists, architects (such as Giovanni Michelucci) and owners of art galleries that took a leading role in the art of the last century.
The tour ends where there is a video made up of a series of cut-up film mounted in chronological order intended to show the image of Florence in the Italian and international cinema.
The bookshop is still under construction, however, when you purchase your ticket at the visitor is given a helpful booklet that guides them through the rooms.
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Museo Novecento
Giulia Bagni (Università di Firenze)
Inaugurato in occasione della festa di San Giovanni, dopo un’attesa durata quasi cinquanta anni, il Museo del Novecento ha trovato posto nel complesso delle Leopoldine che si affaccia sulla Piazza di Santa Maria Novella.
L’idea di un museo di arte contemporanea che mantenesse il nome di Firenze come centro vivo per l’arte, nacque grazie a Carlo Ludovico Ragghianti che all’indomani dell’alluvione che colpì la città il 4 novembre 1966, rivolse un appello agli artisti del tempo perché donassero una loro opera alla città che sarebbe andata a formare il futuro Museo Internazionale per l’Arte contemporanea.
Oggi il museo del Novecento, oltre alle collezioni comunali di cui fa parte anche l’importante donazione di Alberto della Ragione, presenta anche opere date in comodato al comune di Firenze da artisti, collezionisti ed enti.
Per la maggior parte dei fiorentini e dei turisti, Firenze è sempre la città simbolo del Rinascimento, ma essa, nel corso del tempo, ha subito numerose trasformazioni urbanistiche; per questo motivo i curatori del museo hanno posto all’ingresso, nel chiostro, due postazioni touch screen che presentano una mappa della città su cui è possibile individuare e reperire informazioni e immagini delle istituzioni culturali e delle architetture che nel corso del Novecento hanno cambiato il volto di Firenze.
Il percorso espositivo non segue un criterio cronologico ma tematico che si sviluppa in due nuclei: uno inizia dalla fine degli anni ottanta del Novecento per concludersi negli anni Sessanta dello stesso secolo, quando la città viveva esperienze artistiche di rilievo nazionale e internazionali ; l’altro invece si concentra sulle collezioni donate al comune da artisti e collezionisti come il già citato della Ragione, o i lasciti di Aldo Palazzeschi e Ottone Rosai.
Durante la visita si incontrano anche due piccole sale dedicate al Maggio Musicale Fiorentino, i cui archivi sono ricchi di bozzetti per scene e costumi di mano di artisti quali de Chirico o Guttuso, e alla nascita della manifestazione di moda nota oggi come Pitti Immagine.
Ogni due o tre anni le opere esposte all’interno delle sale subiranno una rotazione per fare in modo che tutte gli oggetti facenti parte delle collezioni civiche fiorentine possano essere rese visibili al pubblico.
Tutte le sale del museo sono introdotte da pannelli esplicativi, sia in italiano che in inglese, e le notizie fornite possono essere approfondite grazie a numerosi supporti multimediali: tablet che contengono documenti storici come foto d’epoca, articoli di giornali e video; e monitor che trasmettono interviste ad artisti, architetti (come Giovanni Michelucci) o proprietari di Gallerie d’arte che ebbero un ruolo da protagonisti nell’arte dello scorso secolo.
La visita si conclude nell’altana dove viene proiettato un video costituito da una serie di cut up di film montati in ordine cronologico volti a mostrare l’immagine di Firenze nel cinema italiano e internazionale.
Il bookshop è ancora in fase di allestimento però al momento dell’acquisto del biglietto al visitatore è consegnato un utile libricino che lo guida all’interno delle sale.
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