By Eleonora Ciambellotti (Lorenzo de’ Medici)
At this point, it is a common story: attracting the public to contemporary art is often difficult. At times, fruitless. Explanations, simple and direct language, emotional preparations and lots of creativity are required. The works don’t always speak for themselves, but the artists do! Strong in this conviction, the Strozzina, Center of Contemporary Culture in Palazzo Strozzi, had the idea and curated – for the first time in 2010 – OPEN STUDIOS, a plan sponsored by the Regione Toscana which allows the public to visit numerous artists’ studios, so as to know, love and deepen their understanding of the artists’ work.
Florence, Pistoia, Prato, Pisa and Siena are the provinces involved, as well as thirty artists. The artists welcome into their spaces, usually private and inaccessible, a heterogeneous public, so that they can confront a very different reality, searching for moments of dialogue to give voice to their artistic ideas, so as not to leave anything of the works incomplete or misunderstood.
With a selection of artists born between the ‘50s and the ‘80s, the project encompasses a wide panorama of the artists’ current research: painting, photography, video, installation, performance, interventions of public art and research in the area of musical sounds.
A contemporary network, embracing different cultures and traditions, that becomes an alter-ego of the museum; a voyage, rather than a short trip, through the poetics of the creators, that incandescent something, which, in the rooms of the gallery, are often lost. Understanding the techniques used, searching to approach the intentions of the artist and attempting to follow the artistic process, allows one to enjoy, in a more complete way, any product of contemporary art. At times, beauty is no longer the mediator between the public and the work: irreverent, deconsecrated and even, often ugly installations, requiring a comprehension of and an affinity with the idea of the artist.
In this traveling show, a predetermined and carefully studied museology is substituted for one that is emotional, personal, and always diverse; in other words, its museology is modeled, from time to time, in different studios, proceeding through a multitude of different types of viewers.
The elements that are found in this open space are tools, sketches, and completed works, as well as personal objects and notes for works, all of which define museography, bringing to life the contagious flux of contemporary synergy.
Reserve your guided visit to the studios via this link: http://www.strozzina.org/open_studios/prenotazioni.php
Don’t miss this related event of OPEN STUDIOS: from January 16 to February 16, Olga Pavlenko will present A second as long as one month, a show that investigates the value of time through a month-long action, realized through video, installation, sounds and performance. The location? The SRISA Project Space in Via Santa Reparata, 22/r in Florence, a flexible and heterogeneous space, which aims to become a constant meeting place for artists, by favoring dialogue and creative exchange.
OPEN STUDIOS
di Eleonora Ciambellotti (Lorenzo de’ Medici)
Ormai è storia comune: avvicinare il pubblico all’arte contemporanea risulta spesso difficile. E talvolta infruttuoso. Servono spiegazioni, linguaggi semplici e diretti, allestimenti “emozionali” e molta creatività. Le opere non sempre parlano da sole, ma gli artisti sì! Forti di questa convinzione, alla Strozzina, il Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo Strozzi, hanno ideato e curato – la prima volta nel 2010 – OPEN STUDIO, un progetto promosso dalla Regione Toscana, che permette al pubblico di visitare numerosi studi d’artista, per conoscere, approfondire e amare i loro lavori.
Firenze, Pistoia, Prato, Pisa e Siena, le province coinvolte, una trentina gli artisti aderenti.
Gli artisti accolgono nei loro luoghi generalmente privati e inaccessibili un pubblico eterogeneo, per confrontarsi con un fuori troppo spesso distante, cercando momenti di dialogo per dar voce alla propria poetica, per non lasciare incompiuta ed incompresa nessuna della loro opere.
Con una selezione di artisti nati tra gli anni ’50 e gli anni ’80, il progetto traccia un’ampia panoramica sulle ricerche artistiche attuali: pittura, fotografia, video, installazioni, performance, interventi di arte pubblica e ricerche in ambito musicale e sonoro.
Un network del contemporaneo, che abbraccia culture e tradizioni diverse, che si pone come alter-ego del museo, un viaggio, più che un percorso, attraverso la poetica dei creativi, quel quid incandescente che nelle sale di una galleria spesso si perde. Conoscere le tecniche impiegate, cercare di avvicinarsi alle intenzioni dell’artista e tentare di seguirne l’iter realizzativo, permette di fruire in modo più completo qualunque prodotto l’arte contemporanea ci riesca a donare. Talvolta non c’è più la bellezza a fare da mediatore tra il pubblico e l’opera: installazioni irriverenti, desacralizzanti, e perché no, spesso “bruttine”, necessitano di comprensione, di un affinità “elettiva”, con l’idea dell’artista.
Mostra itinerante questa, in cui a una museologia prestabilita e attentamente studiata, se ne sostituisce una emotiva, personale, sempre diversa, una museologia che si modella di volta in volta nei diversi studi e attraverso il procedere dei molteplici “pubblici”.
Attrezzi, bozzetti, opere concluse e ancora oggetti personali e appunti di lavoro, sono questi gli elementi che si rintracciano in questi “open space”, che ne definiscono la museografia, che rendono vivo il flusso di sinergie contemporanee così contagiose.
Prenotate la vostra visita guidata agli studi, a questo link
http://www.strozzina.org/open_studios/prenotazioni.php
Un evento collaterale di OPEN STUDIO da non perdere: dal 16 gennaio al 16 febbraio Olga Pavlenko presenterà Un secondo lungo un mese, mostra che indaga il valore del tempo attraverso un’azione lunga un mese, realizzata attraverso video, installazioni sonore e performance. La location? Il SRISA Project Space in Via Santa Reparata 22/r a Firenze, uno spazio flessibile ed eterogeneo, che si propone di diventare punto d’incontro costante per gli artisti, favorendone il dialogo e lo scambio creativo.