By Mackenzie Constantinou (Lorenzo de’ Medici)
Jacques Lipchiz was born in Lithuania in 1891. He worked in France, Italy and the United States mostly during the XX century
Above all sculpture, his stylistic research was similar to Braque, Picasso, Gris, and Modigliani. He can be considered as one of the greatest interpreters of cubist sculpture. During the Nazi regime Lipchiz left France for the United States, where he remained up till the 1960s until he moved to Italy.
The exhibition is in line with two other exhibits about the Lithuanian artists that were made possible thanks to a triple donation from the Jacque and Yulla Lipchitz Foundation at the Staaliche Grapische Sammlung of Munich, which hosted some of the works of the sculptor last fall. In Florence and Prato simultaneously held two exhibitions at the Drawings and Prints of the Uffizi and the Palazzo Pretorio in Prato.
In particular, the Cabinet of the Uffizi exposed graphic works of the artist. It is possible to view more that sixty drawings, etchings, and sketching. Many of these works depict the starting point of the creation of Lipchitz’s sculptures.
The chronology coves practically the entire body of work by the artist with drawings from 1910 to 1970s.
The exhibition is free. The informational materials are reduced to an explanatory panel, which is at the entrance of the exhibition and a brochure, in English, Italian, or German, that provides a biography of the artists, information of the exhibition of each drawing. These images are accompanied by a caption, which include the title, year, and technique of the works and are provided in English and Italian.
The exhibition is designed chronologically. The first room contains one part of the sketches that show the creative freedom of the artist and especially communicate the sense of immediacy and spontaneity of the creative process, which is then reworked in the sculptures.
It is also possible to directly confront the sculptures. Within the center of the room there are two casts on display, from the collection of the Palazzo Pretorio di Prato, “Pegaso” of 1944 and “Hagar II” of 1949. They show the contrast between the lightness and intangibility of the idea that the design and implementation of plastic.
Lipchitz used different techniques, which assist the visitor in better understanding the various stages of the complex creative process. These are represented through different levels and modes of expression.
Within the glass case it is possible for the visitors to see the notebooks that belonged to the sculptor, which over the years he wrote down he thoughts and drafted quick sketches.
The second series of works are gathered studies for sculptures, including the three studies for the “Mother and Child”. This was a bronze sculpture, which is now housed at the MOMA (Museum of Modern Art) in New York, which was made during World War II expresses the abomination. The other works are three drafts for “The Suppliant”.
In the second room, placed upon blue panels, there drawings that date from the 1950s. These are more figurative in respect to the previous display, which also utilizes color, for instance “The Rape of Europa” which one of the artist’s most famous sculptures.
The only flaw of the exhibit is perhaps the lack of other information concerning the artistic development of Lipchitz when compared to more of the artist’s sketches and sculptures.
“Jacques Lipchitz a Monaco, Firenze e Prato. Disegni per sculture 1910 -1972.”
By Carolina Caverni (University of Florence)
Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
3 marzo – 3 maggio 2015
Jacques Lipchitz, nato in Lituania nel 1891, opera tra Francia, Italia e Stati Uniti e la sua attività si colloca lungo quasi tutto il XX secolo.
Soprattutto scultore, la sua ricerca stilistica è vicina a quella di Braque, Picasso, Gris e Modigliani e si può considerare come uno dei maggiori interpreti della scultura cubista.
Durante il nazismo dovette lasciare la Francia per trasferirsi negli Stati Uniti dove restò fino agli anni ’60 quando si spostò in Italia.
La mostra si pone in linea con altre due esposizioni sull’artista lituano che sono state possibili grazie alla triplice donazione della Fondazione Jacques e Yulla Lipchitz alla Staatliche Graphische Sammlung di Monaco, che ha ospitato alcune delle opere dello scultore lo scorso autunno, e a Firenze e Prato dove in contemporanea si svolgono due mostre al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e al Palazzo Pretorio di Prato.
Presso il Gabinetto degli Uffizi, in particolare, sono esposte le opere grafiche dell’artista, è possibile vedere più di 60 lavori tra disegni, acqueforti e schizzi molti dei quali furono il punto di partenza per la realizzazione delle sue sculture.
La cronologia copre praticamente l’intera attività dell’artista con disegni realizzati dal 1910 fino agli anni settanta.
La mostra è gratuita, i materiali informativi sono ridotti ad un pannello esplicativo all’inizio del percorso espositivo e un dépliant -in inglese, italiano o tedesco- con la biografia dell’artista e alcune informazioni sulla mostra, ogni disegno e poi accompagnato da una didascalia che indica, sia in italiano che in inglese, titolo, anno e tecnica di realizzazione.
L’allestimento segue il criterio cronologico, nella prima sala sono esposti da una parte gli schizzi che mostrano la grande libertà creativa dell’artista e comunicano soprattutto il senso di immediatezza e spontaneità del processo creativo che viene poi rielaborato nelle sculture.
È possibile avere anche un confronto diretto con la scultura; al centro della sala gli unici due gessi in mostra, provenienti dalla collezione del Palazzo Pretorio di Prato, “Pegaso” del 1944 e “Hagar II” del 1949, mostrano il contrasto tra la leggerezza e impalpabilità dell’idea che il disegno contiene e la realizzazione plastica.
Le diverse tecniche utilizzate da Lipchitz aiutano il visitatore a meglio comprendere la complessità e le varie fasi del processo creativo che si esprime attraverso diversi livelli e modalità espressive.
In una teca è possibile vedere i taccuini appartenuti allo scultore sui quali nel corso degli anni ha appuntato sia pensieri che realizzato veloci schizzi.
Nella seconda sessione di opere sono radunati gli studi per le sculture, tra questi i tre studi per “Mother and Child”, bronzo realizzato durante gli anni della guerra di cui esprime tutto l’abominio oggi conservato al MoMA di New York e tre bozze per “The suppliant” .
Nella seconda sala, su pannelli azzurri, sono esposti i disegni dagli anni ’50; più figurativi rispetto ai precedenti mostrano anche l’utilizzo del colore come nel caso di alcuni studi per “The rape of Europa”, una delle sculture più famose dell’artista.
L’unica pecca della mostra è forse la mancanza di ulteriori approfondimenti sul percorso artistico di Lipchitz e qualche confronto in più tra gli schizzi e le sculture.