Anthropology Museum

By Mackenzie Constantinou and Carolina Caverni

 

The Museum of Natural History was founded in 1778 by the Grand Duke Leopold of Habsburg-Lorraine, and divided into six sections in 1878.  The six institutions are: Anthropology and Ethnology, Geology and Paleontology, Mineralogy and Lithology, Zoology, Botany, and the Botanical Gardens.  Paolo Mantegazza founded the Anthropology and Ethnography museum, which houses a large collection of material culture from Asia, Africa, and the Americas.  Throughout the museum, the curators have strived to preserve the historical displays of the 18th century. Though, the use of historical displays is interesting, it is not clearly conveyed to the public and displays cultures in an outdated curatorial practice.

The museum was created with the intent of learning, for select academics to enhance their knowledge while being surrounded by differing cultures.  The collection is housed in Palazzo Nonfinto, whose ceilings are decorated with ornate Renaissance frescos; this creates a juxtaposition to the non-western cultures displayed within the rooms. The design makes the viewer think about the artifacts as well as how the display of these societies has changed in recent years.  Through the historical displays and organization of objects within the museum the institution actually is trying to include the public within their new spaces.  Within the museum artifacts are recurated and redisplayed within the space regularly, and the collections have expanded immensely in recent years.  The progress of the museum can be shown within the Native American room, which includes large labels for objects in both Italian and English.  This room is one of the only spaces that include clear labels for each object displayed, and explanations in English.  Also, the curators have included large explanatory posters within select rooms on either a certain object or a concept within the specific space, but yet again these are only in Italian.

The newly designed instillation, La Diversità é un Valore diverso…come te! greets the visitor upon entering the Asia room.  The piece includes numerous wax molds that were forcefully taken by anthropologists when they studied the other and several black and white photographs of primitives, which are placed on a blue background above a series of mirrors.  These images humanize the other, and place a face on the person and culture that was studied.  This exhibit is one of the few contemporary instillations within the museum, and the inclusion of mirrors brings the public into the work.  While the viewer analyzes the piece, they can see the faces of diversity staring out at them while their own face looks back at them.  The work incorporates present ideas of diversity and race, while containing the historical outlook on the other.

Overall it was an extremely interesting museum; it has artifacts from Thomas Cook in Hawaii, Inuit clothes, and a vast collection of African tools, art, and clothing.  The Italian or Western colonial influence on these areas is a noticeable theme throughout the collection. The museum intends to present itself as a cultural artifact, though by keeping 18th century displays there is a disconnect between modernizing and preservation. Through clarity and transparency, the visitor could understand the museum’s intent to display objects as a historical view into past curatorial practices. Overall the strong collection, friendly staff, and historically significant exhibits and building make it an intriguing experience.

 

Museo di Storia Naturale

 

Il Museo di Storia naturale venne fondato da Leopoldo, Granduca di Asburgo e di Lorena, nel 1778 e diviso in sei sezioni nel 1878.

I sei settori in cui il museo si articola sono: Antropologia e Etnografia, Geologia e Paleontologia, Mineralogia e Litologia, Zoologia, Botanica e giardino Botanico.

Fu Paolo Mantegazza a fondare il museo Antropologico e Etnografico che conserva tutt’ora un’ampia collezione di manufatti provenienti da Asia, Africa e Americhe.

Attraverso questo museo i curatori hanno cercato di preservare le testimonianze storiche del XVIII secolo.

Anche se l’esposizione di queste testimonianze è interessante non è chiaramente illustrata al pubblico poiché è spiegata con un metodo curatoriale obsoleto.

Il museo fu creato con intenti pedagogici per un élite di accademici che, circondati dalle diverse culture, potevano incrementare la loro coscienza.

La collezione è conservata presso il Palazzo Nonfinito i cui soffitti sono affrescati con decorazioni rinascimentali; questo crea un paragone con le culture non-occidentali esposte nelle sale.

Il metodo espositivo porta il visitatore a riflettere su questi manufatti e su come e quanto le testimonianze di queste società siano cambiate nei tempi recenti.

La disposizione e l’organizzazione degli oggetti nel museo segue un criterio di tipo storico, attualmente l’istituzione sta pensando nuovi spazi dove includere il visitatore.

Gli artefatti conservati sono stati spostati e ridisposti nello spazio secondo un criterio di regolarità e la collezione è molto aumentata negli ultimi anni.

I progressi del museo si vedono nella sala dedicata ai nativi americani dove gli oggetti sono illustrati da cartellini con ampie informazioni sia in inglese che in italiano. Questa è una delle poche sale che ha spiegazioni chiare anche in inglese per ognuno degli oggetti esposti.

Inoltre i curatori in alcune sale hanno disposto ampi pannelli esplicativi che riportano ulteriori  informazioni su alcuni dei manufatti o su concetti specifici di quello spazio ma ancora solo in italiano.

La nuova istallazione intitolata La Diversità è un Valore diverso…come te! introduce lo spettatore nella sala dedicata all’Asia.

L’istallazione include, sopra una serie di specchi, numerosi stampi di cera che sono stati presi con forza dagli antropologi mentre studiavano altre culture e alcune fotografie in bianco e nero di uomini primitivi posizionate contro uno sfondo blu. Queste immagini umanizzano le altre esposte e danno un volto alle persone e alle culture studiate.

Questa è una delle poche istallazioni contemporanee del museo e gli specchi invitano lo spettatore ad analizzare i pezzi esposti guardando le diversità dei singoli volti e nello stesso tempo vedendo riflessa la propria immagine allo specchio.

Questa operazione, mantenendo la prospettiva storica su gli altri, simboleggia l’idea moderna di diversità e di razza.

In generale è un museo molto interessante che contiene manufatti di Thomas Cook provenienti dalle  Hawaii, abiti degli Inuit, e una vasta collezione di utensili, arte e abiti tradizionali africani.

Il tema dell’influenza coloniale italiana e occidentale è molto presente nella collezione.

Il museo, che vuole presentarsi come un artefatto culturale, pur mantenendo schemi espositivi del XVIII secolo, mostra una dicotomia tra moderno e spirito conservativo.

Attraverso la chiarezza e la trasparenza, il visitatore può comprendere l’obiettivo del museo di mostrare gli oggetti con uno sguardo storico sulle passate scelte curatoriali.

Infine l’importante collezione, il personale amichevole, l’esposizione storicamente significativa e il palazzo che ospita il museo rendono l’esperienza interessante.