By Randi Ringnes (Lorenzo de’ Medici)
Situated in the heart of Florence, between the Duomo and the Piazza della Signoria, is the Museum of Dante’s House. It is not difficult to find and, upon entering, is even easier to navigate: simply walk up the stairs directly ahead and one arrives immediately at the ticket desk. The home uses its interesting collection and display to tell the story of Dante Alighieri and the time period in which he lived. While some of the curatorial choices are somewhat disappointing, overall, the museum creates an atmosphere that introduces the visitor to the culture of Dante’s time.
Though there is some debate as to whether this building is truly the historical home of Dante, the museum has acknowledged this concern and presents a history of the house in an introductory text panel in the first room. Here, one is able to read about the project of locating the lost home of the poet and the research involved in its foundation and reconstruction. The text is well written and allows the reader to make his or her own judgments on the case.
It is relatively easy to orient oneself in the space – despite the three different levels of the museum – as there are signs above each doorway indicating the subject of the room and assigning each a number, giving the visitor a clear sequence to follow. Two of the rooms on the first floor provide a glimpse into the topics of political life in 13th- and 14th-century Florence and the division of the city into different sections. In the political room stands a single computer screen and keyboard, placed between the cases as if to complement the work on display, but it is not turned on or even functional. In the space dedicated to the city divisions of Florence, an interactive panel, that lights up as each section of the city is selected, accompanies the large model of the urban plan in the center of the room. Unfortunately, not all of the lights seem to be working, leaving the city (and the visitor) partially in the dark. While the content of the rooms is quite interesting, the viewer could miss some of the more didactic information due to these interactive materials not functioning.
On the second floor, the foreign visitors might find themselves feeling somewhat forgotten, as the material is only in Italian. The text panels are all in Italian, as well as a voice that projects throughout the space, describing a battle between the Guelfs and Ghibellines. There is a stand in the corner of the room that looks as if it once was a holder for information cards in other languages; however, currently, it remains empty. It is a shame that non-Italian speakers will miss out on this display, as the voice describing the battle accompanies a miniature replica of the particular scene. The historical content of this area is quite interesting, though it is sadly not communicated well in other languages. Fortunately, the video room on this floor does include both Italian and English audio. The video shows engravings and other images of the Divine Comedy, with quotes from the work read in both languages. However, though the installation is interesting, one must sit in the room for at least fifteen minutes in order to watch the whole thing. As this is too much time for a single room, many visitors continue on to see the rest of the museum. Cutting the video down to perhaps five minutes would allow for observers to watch it in its entirety.
To proceed to the third – and last – floor, the visitor does not have the option of an elevator and must ascend the stairs. Here, one notices that the museum has continued its exhibition through the stairwell: family crests hang on the walls lining the steps, each with a short text and a reference to Dante’s mention of the family in his Divine Comedy. On arriving at the top section of the museum, one is greeted by copies of each of the three canticles of the poem, along with a large panel that shows the entirety of the work. While the display is visually pleasing, as it is also supplemented with illustrations of the Inferno, Purgatory, and Paradise, the position of the works is disappointing. The manuscripts are all placed along the wall opposite a very large window, allowing sun to shine directly onto the paper materials. It is only upon further inspection that one is able to read (again, only in Italian) that it is a modern copy of the Divine Comedy. However, some of the other books, such as the smallest edition of the poem legible to the human eye, are valuable not just for their age, but for their rarity. It is unfortunate that these have been allowed to remain in this position where they are exposed to potential damage. Also in this area is a display of costumes, which brings the visitor into the feeling of the medieval atmosphere, though it does not contain any labels to inform them.
Overall, the Museum of Dante’s House does a very nice job to use its collection and artworks to immerse the visitor in the time of Dante. Though some of the display choices should be updated or reworked, the museum provides an interesting historical look into the life and culture of Dante’s world.
Museo Casa di Dante
di Randi Ringnes (Lorenzo de’ Medici)
Situato nel cuore di Firenze, tra il Duomo e Piazza della Signoria, si trova il Museo Casa di Dante. Non è difficile da individuare e, entrando, è ancora più semplice capire come muoversi: basta solo salire le scale che si vedono subito per arrivare immediatamente alla biglietteria. La casa usa la sua interessante collezione e il proprio allestimento per raccontare la storia di Dante Alighieri e il periodo storico in cui visse. Sebbene alcune scelte curatoriali siano piuttosto criticabili, tutto sommato il museo crea un’atmosfera che introduce il visitatore alla cultura del tempo di Dante.
Anche se tuttora si dibatte sull’autenticità di questo edificio, se sia, cioè, la reale abitazione storica di Dante, il museo accenna a tale problematica e presenta una storia della casa in un pannello introduttivo nella prima stanza. Qui si può leggere del progetto di localizzare la perduta abitazione del poeta e della ricerca svolta per istituire, con alcune ricostruzioni, lo spazio museale. Il testo è ben redatto e permette al lettore di fare le proprie constatazioni sull’argomento.
È relativamente facile orientarsi nello spazio – nonostante i tre differenti piani del museo – poiché si trovano indicazioni sopra ogni porta, a specificare il soggetto della stanza e assegnando a ognuna un numero, fornendo così al visitatore un chiaro ordine da seguire. Due delle sale al primo piano offrono uno sguardo sui temi della vita politica nella Firenze del XIII e del XIV secolo e sulla divisione della città in differenti sezioni. Nella stanza sulla politica si trova un computer, posizionato tra le vetrine come se fosse un complemento alle opere esposte, ma tutt’altro che acceso o solo funzionante. Nell’area dedicata alle divisioni cittadine di Firenze, un pannello interattivo, che si accende ogni volta in cui si seleziona una parte della città, accompagna il grande modellino della pianta urbana al centro della stanza. Sfortunatamente non tutte le luci sembrano funzionare, lasciando la città (e il visitatore) parzialmente all’oscuro. Mentre i concetti espressi nelle stanze sono abbastanza interessanti, l’osservatore potrebbe trascurare alcune delle informazioni più didattiche proprio a causa di questi malfunzionamenti.
Al secondo piano i visitatori stranieri potrebbero sentirsi un po’ dimenticati, dato che il materiale è soltanto in italiano. Le didascalie sono in italiano, così come lo è una voce che si ode nell’ambiente, a descrivere una delle battaglie tra Guelfi e Ghibellini. Un porta-depliants nell’angolo della sala sembra ricordare la sua funzione di oggetto usato per contenere le cartoline informative in altre lingue; comunque, adesso, resta vuoto. È una vergogna che chi non parla italiano non riesca a comprendere totalmente cosa si espone, giacché la voce che descrive la battaglia accompagna una copia in miniatura di una di queste scene. Il contenuto storico di tale area è abbastanza interessante, sebbene non sia, tristemente, trasmesso al meglio in altre lingue. Fortunatamente la stanza video a questo stesso piano è dotata di audio sia italiano che inglese: il filmato mostra incisioni e altre immagini della Divina Commedia, con citazioni dall’opera, che è letta in entrambe le lingue. Comunque, sebbene l’installazione sia interessante, bisogna restare seduti nella stanza almeno per quindici minuti per poter guardare l’intero video. Siccome questo tempo diventa troppo per dedicarlo ad una singola sala, alcuni visitatori proseguono per vedere il resto del museo; tagliare il filmato, riducendolo magari a cinque minuti, permetterebbe agli osservatori di goderselo nella sua interezza.
Proseguendo al terzo – e ultimo – piano, il visitatore non ha la possibilità di usufruire di un ascensore e deve perciò salire per le scale. Qui, ci si accorge che il museo ha scelto di continuare con l’esposizione anche lungo le pareti della rampa: sono appesi infatti stemmi familiari, alcuni con un piccolo cartellino in cui sono riportati i passi della Divina Commedia che si riferiscono a tali famiglie. Arrivando in cima si è accolti da copie di ognuna delle tre cantiche del componimento, insieme a un grande pannello che mostra l’opera nella sua interezza. Mentre l’allestimento è visivamente piacevole, anche perché è corredato da illustrazioni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, la posizione delle opere risulta infelice. I manoscritti sono tutti posti lungo una parete dirimpetto ad una finestra molto ampia, che consente al sole di riflettersi direttamente sui materiali cartacei. Soltanto dopo una lettura più specifica si è in grado di riconoscere (ancora una volta, solo in italiano) che si tratta di una copia moderna della Divina Commedia. Comunque, alcuni degli altri libri, come la più piccola edizione esistente del poema leggibile dall’occhio umano, sono apprezzabili non solo per la loro antichità, ma anche per la loro rarità. È triste che questi siano stati lasciati in tale posizione, dove sono esposti a un potenziale danneggiamento. Ancora, in questa area, sono mostrati alcuni costumi che portano il visitatore a percepire l’atmosfera medievale, anche se la teca in cui sono inseriti non contiene alcun cartellino illustrativo.
Nel complesso, il Museo Casa di Dante svolge un lavoro molto piacevole, usando la sua collezione e le sue opere per consentire l’immersione del visitatore nel tempo di Dante. Sebbene alcune delle scelte nell’allestimento possano essere riviste e migliorate, il museo offre un interessante sguardo storico nella vita e nella cultura del mondo di Dante.