By Rachyl Grussing (Istituto Lorenzo de’ Medici)
The Museo Novecento, located on the piazza del Santa Maria Novella, is dedicated to Italian art of the 20th century. It has brought one modern art exhibition, Colonne Verbali by Nanni Balestrini, outside of the museum. It can be seen by anyone and everyone going through the square.
Nanni Balestrini, a poet, writer, and visual artist who came onto the art scene in the 1960s, has created the exhibit ‘Colonne Verbali’ to explore the theme of communication. The exhibit is in two parts; on the loggia of the Lepoldine complex itself, and in the interior cloister of the museum. The exterior part is a series of nine colorful tapestries, featuring different words, that wrap around the columns of the loggia. The interior portion is comprised of two touchable collage tapestries made by Nanni Balestrini in the 1960s, when he first came onto the art scene. It was donated to the Museo Novecento for the purposes of this exhibit.
The words featured on the tapestries interact and communicate with each other. The idea is to foster conversation between the grammar of the words on the tapestries and the architecture of the building, the physical location of the words.
The exhibit as a whole works very well with what the Museo Novecento is doing, especially with their cross-sectional focus. The outside tapestries flow into the inside tapestries very well and the conversation between locations is very cohesive. The theme of communication is heavy throughout, almost too much. At times the exhibit seems very heavy-handed; literal words, like museum and tace, are used to demonstrate the conversation, as opposed to the unspoken conversation that is taking place between the columns and the architecture. It seems as though Balestrini is forcing the viewer to participate in this conversation; no matter if they wish too or not.
The exterior columns succeed in drawing the eye. The bold colors of the tapestries bring new life and color into the loggia and piazza, bringing in different dimensions and conversations. The words on the tapestries add an inviting element of intrigue to the museum as a whole as well. The experience of the historic space is transformed by the introduction of this modern element.
In addition to the intended conversation between tapestry and architecture, the columns also enter into the conversation of the piazza as a whole. The space interacts differently with this modern exhibition settled within a larger historical framework, creating a larger dialogue than, perhaps, the artist expected. They help to further the idea of Florence as a whole being part of a larger museum, and indeed, a larger conversation of art and history working together in modern times.
Traduzione di Tania Mio Bertolo (Università degli Studi di Firenze)
Il Museo Novecento, situato in piazza Santa Maria Novella, è dedicato all’arte italiana del ventesimo secolo. Esso ha recentemente arricchito il profilo esterno del proprio edificio con un’installazione di arte contemporanea che può essere ammirata da chiunque passeggi nella piazza: le “Colonne Verbali” di Nanni Balestrini.
Egli, poeta, scrittore e visual artist che entrò nello scenario artistico negli anni Sessanta, ha creato l’installazione “Colonne Verbali” per indagare il tema della comunicazione. Il progetto artistico si compone di due parti: l’una situata nel loggiato esterno del complesso delle Leopoldine, e l’altra nel chiostro interno. La parte collocata all’esterno del museo è costituita da una serie di nove arazzi colorati e decorati con molteplici parole, i quali rivestono le colonne stesse della loggia. La porzione interna è invece data da due arazzi tangibili creati da Balestrini negli anni Sessanta e donati dall’artista al Museo Novecento in occasione dell’installazione di “Colonne Verbali”.
Le parole tracciate nella trama dei tessuti, interagendo e comunicando l’una con l’altra, danno vita ad un vero e proprio dialogo che coinvolge non soltanto gli arazzi stessi, ma anche le colonne del loggiato, intese come elemento della struttura architettonica dell’edificio. Si crea così un legame tra le parole e lo spazio fisico in cui esse sono collocate.
L’installazione comprensiva di entrambe le sue parti, si inserisce molto bene nelle scelte espositive del Museo Novecento, specialmente nelle tematiche trasversali che esso affronta. Gli arazzi esterni si completano in quelli interni, ed il dialogo tra i due spazi architettonici è molto intenso. Il tema della comunicazione emerge fortemente, forse anche troppo. A tratti l’installazione sembra infatti esagerata: le parole tracciate nella trama, come i termini “museo” e “tace”, sono qui usate per raffigurare il tema della comunicazione, in netta contrapposizione con la muta conversazione che si genera tra le colonne ed il complesso architettonico. Sembra quasi che l’artista voglia forzare il visitatore, indipendentemente dalla volontà di quest’ultimo, a partecipare a questo dialogo.
Le colonne del loggiato riescono ad attirare lo sguardo. I vivaci colori degli arazzi danno vitalità e colore alla loggia e alla piazza stessa, e creano nuove dimensioni e conversazioni. Le parole tracciate negli arazzi costituiscono un elemento di attrattiva, solleticano la curiosità del visitatore verso il museo stesso. La veduta dello spazio storico è completamente trasformata dall’introduzione di questo elemento moderno.
In questo intenzionale confronto tra gli arazzi e l’architettura dell’edifcio viene coinvolta anche la piazza, chiamata essa stessa a dialogare con le colonne. Lo spazio interagisce differentemente con questa installazione contemporanea sita in un contesto storico più ampio: si crea così un dialogo ben più dilatato di quanto probabilmente l’artista si aspettava. Le “Colonne Verbali” concorrono a rendere Firenze, nel suo complesso, parte di un più ampio museo ed inoltre di un più esteso dialogo tra arte e storia.