6 novembre 2017 – 28 gennaio 2018
Palazzo Pitti, Tesoro dei Granduchi
Di Caterina Zaru
Dal 6 novembre fino al 28 gennaio 2018, è visitabile presso il Tesoro dei Granduchi (ex Museo degli Argenti) di Palazzo Pitti la mostra Leopoldo de’ Medici principe dei collezionisti, curata da Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli e Maria Sframeli.
Nel quarto centenario della nascita di Leopoldo, le Gallerie degli Uffizi gli dedicano un’interessante ed affascinante esposizione, che presenti al pubblico le opere più significative e preziose della sua immensa collezione, in uno dei luoghi più affascinanti del Palazzo, che fu dimora della famiglia de’ Medici e di parte della loro collezione d’arte. Collezione alla quale, grazie anche all’eredità raccolta dal nipote di Leopoldo, Cosimo III, l’inarrestabile fame da collezionista propria del Cardinale, dette un notevole contributo e la trasformò radicalmente, ponendosi all’avanguardia nel panorama europeo per la vastità e la varietà delle opere raccolte.
Fin da subito lo spettatore si trova immerso in questo variegato mondo di ricchezze. Dagli affreschi, gli arazzi e le decorazioni scultoree delle stanze del Tesoro dei Granduchi, che fanno da cornice alla mostra; ai ritratti che immortalano Leopoldo nelle varie fasi della sua vita. Dai busti e sculture antichi, dalle medaglie, cammei, avori, capolavori di pietre dure lavorate, preziosi reliquiari, ritratti di piccolo e grande formato, autoritratti di grandi artisti, agli strumenti scientifici appartenuti a Galileo Galilei, alle rarità naturali e oggetti preziosi provenienti dall’Oriente e dai paesi del nuovo mondo, ai disegni e alle incisioni.
Un bellissimo percorso tra gli oggetti d’arte e preziosi dalle forme e qualità più disparate, scandito proprio in diverse sezioni tematiche in base alla tipologia delle opere esposte, ma che lascia, forse un po’ disorientato il visitatore. Ciò che non rende chiaramente piacevole la visita, è la mancanza di un apparato didascalico che accompagni con semplici ed immediate informazioni anche il visitatore meno esperto in materia: solo in alcune sale, in particolare le prime del percorso, sono presenti pannelli che descrivono la sezione di raccolta e la tipologia di opere esposte, oppure (prima sala) danno informazioni biografiche su Leopoldo de’ Medici. Inoltre, da notare che i pannelli identificativi del percorso di mostra, riconoscibili dal logo che contraddistingue l’esposizione stessa, sono accompagnati da altri pannelli che, invece, illustrano la storia del luogo e delle opere in esso racchiuse. Questi ultimi si trovano lungo tutto il percorso espositivo e anche nelle sale non propriamente dedicate alla mostra, entro supporti di plexiglas. Il problema sorge nel momento in cui, superate le prime sale, anche i pannelli della mostra si trovano entro la stessa tipologia di supporto, disorientando il visitatore, che non riesce più a capire, immediatamente, se si trova ancora all’interno del percorso di mostra o sta semplicemente visitando le sale del Tesoro dei Granduchi.
Inoltre nelle prime sale le opere sono accompagnate da didascalie con il logo identificativo che fa riferimento alla mostra, ma nel proseguo della mostra, le didascalie cambiano visivamente aspetto o mancano del tutto.
Infine, i colori dei materiali con cui sono stati rivestiti gli interni di alcune teche, le basi di opere scultoree e le pareti provvisorie a supporto dei dipinti, non appaiono uniformi: rosso bordeaux in certi casi, viola in altri, senza che lo spettatore sia messo in grado di capire il perché di tale scelta.
Una mostra nel complesso affascinante ed emozionante per ciò che espone e per quali intenti, ma a tratti caotica e non facilmente apprezzabile al pieno del suo potenziale. Peccato davvero che manchino nel percorso espositivo strumenti didattici e didascalici di alto livello, quale, invece, presenta il bel catalogo edito da Sillabe (forse non molto economico, ma la qualità giustifica il prezzo), che riunisce saggi, studi e tavole illustrative delle opere, accompagnate da testi scientifici di valore.
Leopoldo de’ Medici. Prince of collectors
Translated by Nona Debenham (Istituto Lorenzo de’ Medici)
From November 6th until January 28th, 2018, the Leopoldo de ‘Medici, the prince of collectors exhibition, can be visited at the Treasury of the Grand Dukes (the Museo degli Argenti) of Palazzo Pitti, curated by Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli and Maria Sframeli.
On the fourth centenary of Leopoldo’s birth, the Uffizi Galleries dedicate an interesting and fascinating exhibition to him, presenting the most significant and precious works of his immense collection to the public, in one of the most fascinating places of the Palazzo, which was not only the home of the de’ Medici but part of their art collection as well. The collection to which, thanks to the inheritance collected by Leopoldo’s nephew, Cosimo III, gave a notable contribution and radically transformed it. Placing itself at the forefront of the European panorama for the vastness and variety of the collected works.
The spectator finds himself immersed in this diverse world of riches. From the frescoes, the tapestries and the sculptural decorations of the rooms in the treasure of the Grand Dukes, which frame the exhibition; to the portraits that immortalize Leopoldo in the various phases of his life. From antique busts and sculptures, from medals, cameos, ivories, masterpieces of hard worked stones, precious reliquaries, portraits of small and large format, self-portraits of great artists, to the scientific instruments that belonged to Galileo Galilei, a natural rarity and precious objects coming from the East and from the countries of the new world, to drawings and engravings.
The exhibition is well-planned course between the objects of art and precious shapes and different qualities and broken into different thematic sections based on the type of works on display, however, it leaves the visitor a bit disorientated. What does not make the visit clearly pleasant is the lack of a didactic material that accompanies the exhibition with text geared for the less experienced visitor containing only simple information. The text is only in some rooms; in particular, the beginning of the route, where there are panels that describe the section of collection and the type of exhibited works. The first room gives biographical information on Leopoldo de ‘Medici. Furthermore, it should be noted that other panels which identify the exhibition path, recognizable by the distinguishable logo, instead, illustrate the history of the place and the works enclosed within it. The latter can be found all along the exhibition path and also in the rooms not properly dedicated to the exhibition, within Plexiglas supports. The problem arises when, after the first few rooms, even the panels of the exhibition are within the same type of support, disorienting the visitor, who can no longer understand, immediately, if they are still within the path of the show or simply visiting the rooms of the Treasure of the Grand Dukes.
Moreover, in the first rooms the works are accompanied by captions with the identification logo that refers to the exhibition, but in the continuation of the exhibition, the captions change visually in appearance or are missing altogether.
Finally, the colors of the materials with which the interiors of some showcases were covered, the bases of sculptural works and the provisional walls supporting the paintings, do not appear uniform: bordeaux red in some cases, purple in others, without the viewer being made able to understand the reason for this choice.
An overall fascinating and exciting exhibition for what it exposes and for what intentions, but at times chaotic and not easily appreciable at the height of its potential. It’s a pity that there are no high-level didactic and didactic tools on the exhibition path, which, instead, presents the beautiful catalog published by Sillabe (perhaps not very cheap, but the quality justifies the price), which brings together essays, studies and illustrative tables of the works, accompanied by valuable scientific texts.