Izis The Poetry of Fotography

By Daniela Quadrelli (University of Florence)

“It is often said that my pictures are not realistic. They are not realistic but it is my reality, ” Izis.

Ending on the 6th of January 2014, and is on display at the National Alinari Museum of Photography in Florence. The exhibition is dedicated to Izis (an artistic pseudonym for Israelis Bidermanas 1911-1980) who is recognized by critics as one of the leading exponents of “humanist” French photography aside from Cartier-Bresson, Atget, Doisneau, and shows that there was an appreciation on Italian soil, after its debut in Paris.

Izis immigrated to Paris when he was thirty years of age, to follow his dreams of freedom, equality, and culture. Bidermanas soon became a photographer of the everyday. His eye and his soul immerse themselves poetically in reality, giving us rare depths. Izis’ favorite subjects including humble and simple moments of life that are not diluted by the cold and misty, but rather a visual documentary combined with personal poetry.

The body of images on display are divided into six thematic sections, contained in a simple and basic construction, and consist of simple white panels; a minimalist choice aimed at not breaking the “scene” but rather staying on the sidelines, where this succeeds well in the difficult task to “speak” when shooting in black and white. The organization of the subdivision by topics instead is incomplete from the point of view of history: by fragmenting the path in areas you lose the chronological order and thus the artistic evolution of the photographer.

The simplicity of construction is noticeable in the captions, which presents only the date, title, and the simplicity is noticeable also within the text panels. The latter introduces the different sections without exceeding the length and this is advantageous because it allows the ability to include the text in Italian and English.

In “Paris of Dreams” the objective of Izis settles on the “little things”: glimpses of life on the banks of the Seine, groups of workers sleeping, and children caught in the wild. In “London of Dreams (1952-53)” it shows the tragedy of World War II through the ruins and empty spaces, as in the image of an old abandoned carousel.

Izis has an eye that looks at the problems of humanity; therefore, he often focuses on marginalization as in the series “Circus of Dreams”. When depicting subjects in the circus world, the photographer returns due dignity by showing all their innocence and naivety.

In addition to the poetry, we can see a certain attention to the formal and tonal contrast that make Izis an all-round artist; he is able to combine a personal translation of reality into clever composition.

Examples are: “In the courtyard, 225, rue d’Alesia 1947″ where the white cloth hangs in folds falling over a curved parapet impedes a triangular shadow, and “On the banks of the Seine, Petit Pont, Paris, s.d.” the shapeliness of the woman’s legs fit well in relation to the front of the geometric step.

The tour ends with the biography of the artist. Generally it is placed at the beginning of the show, but reveals here the marginal value assigned to it by the editors who seem to want to ignore the understanding of the historical chronology within the artistic development of Izis. It finishes with the documentary film “Aperçus d’une vie”, which is otherwise hidden from the visitors. It is in the original language without subtitles; this prevents the comprehension of the video for those who do not know the French language.

The ticket to the temporary exhibition also includes the visit to the Museum’s permanent collection. Every Saturday didactive activities take place, “Dream Portraits”, aimed at children and teenagers.

For more information visit the website http://www.mnaf.it/mostre.php

 

Izis il Poeta della fotografia

“Si dice spesso che le mie fotografie non sono realiste. Non sono realiste ma è la mia realtà”,  Izis

Fino al 6 gennaio 2014 è possibile visitare presso il Museo Nazionale Alinari della fotografia di Firenze, la mostra dedicata ad Izis (pseudonimo dell’artista lituano Israëlis Bidermanas 1911-1980) riconosciuto dalla critica come uno dei principali esponenti della fotografia “umanista” francese insieme a Cartier-Bresson, Atget, Doisneau; mostra che sta raccogliendo apprezzamenti anche in terra italiana, dopo il suo debutto a Parigi.

Immigrato nella Parigi degli anni Trenta per seguire i sogni  di libertà, di uguaglianza e di cultura, Bidermanas diventa ben presto un fotoreporter del quotidiano. Il suo occhio e la sua anima si immergono poeticamente nella realtà, consegnandoci sguardi dalla profondità assai rara. I soggetti prediletti sono momenti di vita umile e semplice, che non vengono minati da una visione fredda e documentaristica ma piuttosto velati di una personale poesia.

Il corpus delle immagini esposte si articola in sei sezioni tematiche, inserite in un allestimento sobrio ed essenziale, formato da semplici pannelli bianchi; un scelta minimalista per non irrompere sulla “scena” ma piuttosto rimanere in disparte, riuscendo bene nella difficile impresa di far “parlare” gli scatti in bianco e nero. L’operazione della suddivisione per temi risulta invece manchevole dal punto di vista storico: frammentando il percorso in aree tematiche si perde l’ordine cronologico e dunque l’evoluzione artistica del fotografo.

L’essenzialità dell’allestimento si  nota anche nelle didascalie, che presentano solo la data e il titolo, ed nei pannelli esplicativi. Questi ultimi introducono le diverse sezioni senza eccedere nella lunghezza e con il pregio di riportare il testo sia in italiano che in inglese.

Nella sezione “Sogni di Parigi” l’obbiettivo di Izis si posa sulle “piccole cose” e sui particolari, squarci di vita sulle rive della Senna, come i gruppi di lavoratori dormienti o i bambini colti in pose spontanee; se qui traspare un sentimento quieto,  in “Sogni di Londra (1952-53)” emerge la tragicità della seconda guerra mondiale attraverso le rovine e gli spazi vuoti, come nello scatto di una vecchia giostra abbandonata.

Un occhio dunque che guarda ai problemi dell’umanità soffermandosi spesso sugli emarginati come nella serie “Sogni di Circo”. Ai soggetti del mondo circense il fotografo restituisce la dovuta dignità mostrando tutta la loro innocenza ed ingenuità.

In aggiunta alla resa poetica si nota una certa attenzione al contrasto tonale e formale che fanno di Izis un artista a tutto tondo, capace di unire una personale traduzione della realtà ad una sapiente composizione. Ne sono un esempio “In cortile, 225, rue d’Alésia 1947” dove i bianchi panni appesi cadenti in pieghe ricurve vanno a contrastare un parapetto triangolare in ombra e “Sulle rive della Senna, Petit Pont, Parigi, s.d.” dove  le formosità delle gambe di una donna ben si inseriscono in rapporto alla fronte geometrica di uno scalino.

Il percorso si conclude con la scheda biografica dell’artista. Quest’ultima generalmente collocata all’inizio di un mostra, rivela qui il valore marginale attribuitogli dai curatori, i quali sembrano di nuovo voler tralasciare la comprensione storico-cronologica del percorso artistico di Izis. Per finire il film-documentario “Aperçus d’une vie”, di cui non è ben indicata la locazione, in lingua originale e senza sottotitoli; fatto quest’ultimo che impedisce la comprensione del video da parte di tutti coloro che non conoscono la lingua francese.

Il biglietto è comprensivo della visita alla collezione permanente del Museo ed in occasione della mostra ogni sabato si svolge l’attività didattica “Ritratti da Sogno” rivolta a bambini e ragazzi.

Per maggiori informazioni visitare il sito http://www.mnaf.it/mostre.php