By Mackenzie Constantinou (Lorenzo de’ Medici)
10 February – 24 May
The exhibit is the first monographic dedicated to the Dutch artist Gerrit van Honthorst, who was also known as Gherardo delle Notti and for the characteristics of his paintings, especially in “the light of the night”.
The painter, after his initial training in Utrecht, arrived in Rome inspired by the Caravaggisti revolution and settled there for the years between 1616 and 1620. His relationship with Florence was also important, as Cosimo II acquired three of his paintings that are now housed within the Uffizi. The link with the Florentine gallery is emphasized by the presence of other works “The Adoration of the Shepherds”, which was commissioned by Piero Gucciardini and is known for the serious damage which was reported as a result of the attack on the Uffizi, May 27, 1993.
The rooms that house the exhibit is characterized by the soft light which creates a dim room that helps in the exposure of the reading of works.
The work of the Dutch painter describes to the visitors the formation of the first room. The young works are contextualized by comparison with the paintings of his contemporaries and foreigners, for example Hendrick Terbrugghen, Italian, and Luca Cambiaso.
Each room is introduced by an explanatory panel that describes the meaning of the displayed works in the space, in Italian and in English. The paintings are accompanied by labels, which are eloquently worded and have historic, stylistic, and technical information.
After his juvenile phase, Gherardo’s arrival in Rome around 1616, the works in this section of the exhibit represent almost all of his Italian production. These are characterized by a Nordic style, crude language, almost caricatured, and violence.
Passing through the corridor with the chronology of his life leads to the rooms of Florence. In these years Gherardo worked for Genoa and maybe passed through Florence. In these works the language becomes more balanced, it is expressed in the greater compositional harmony and contrast of less lights.
Along the route the visitor meets the works acquired by Cosimo II. Three convivial scenes by Luigi Lanzi “Quadri bizzarrissimi e cene allegre”, compared with “Cavadenti” by Caravaggio also belonged to the Grand Duke.
In conclusion, the Italian parenthesis leads to a room which displays, “The Adoration of the Shepherds”, which was damaged by the explosion on May 27, 1993. A video projected to the ceiling traces the terrible hours that night and reconstructs figure after figure the great altarpiece showing the original state of the work.
The exhibition continues with the works of the painter after returning to Holland where the Italian experience is compared with the works of Caravaggio and Flemish tradition. The last part, after more comparisons with some works of the contemporary painters of Gherardo in Rome, the paintings of those artists, both Italian and foreign, are exhibited. The exhibition is an opportunity to understand and investigate the activity of Caravaggio through communication that is very clear, comprehensive, and accessible to any audience.
“Gerardo delle Notti. Quadri bizzarrissimi e cene allegre “, Galleria degli Uffizi.
By Carolina Caverni (Università di Firenze)
10 Febbraio – 24 Maggio
La mostra è la prima monografica dedicata all’ artista olandese Gerrit van Honthorst, chiamato più comunemente Gherardo delle Notti per la caratteristica di dipingere soprattutto quadri “a lume di notte”.
Il pittore, dopo una prima formazione a Utrecht, arrivò a Roma spinto dalla rivoluzione caravaggesca e qui si stabilì per alcuni anni tra il 1616 e il 1620. Importanti furono anche i rapporti con Firenze dato che Cosimo II acquistò tre delle sue tele che si trovano ora agli Uffizi. Il legame con la galleria fiorentina è sottolineato anche dalla presenza di un’ altra opera “L’adorazione dei pastori” commissionata da Piero Gucciardini e tristemente famosa per i gravi danni riportati a seguito dell’attentato del 27 Maggio 1993.
Le sale che ospitano l’esposizione sono caratterizzate da una luce soffusa scelta per creare una penombra che aiuta nella lettura dell’opera esaltandone i lumi.
L’attività del pittore Olandese viene descritta al visitatore a partire dalla formazione, nella prima sala le opere giovanili sono contestualizzate attraverso il confronto con i dipinti di suoi contemporanei sia stranieri, come ad esempio Hendrick Terbrugghen, sia italiani, come Luca Cambiaso.
Ogni sala è introdotta da un pannello esplicativo che spiega il senso delle opere esposte in quello spazio, sia in italiano che in inglese, le pitture sono inoltre corredate da didascalie con eloquenti informazioni storiche, stilistiche e tecniche.
Dopo la fase giovanile, l’arrivo a Roma di Gherardo si colloca intorno al 1616, le opere in questa sezione della mostra rappresentano la quasi totalità della sua produzione in Italia e sono caratterizzate da uno stile ancora nordico, espresso da un linguaggio crudo, fisionomie rozze, quasi caricaturali, e scelte luministiche violente.
Passando attraverso un corridoio con la cronologia della vita del pittore si accede alle sale dedicate alla fase più matura; in questi anni Gherardo lavorò per Genova e forse passò per Firenze; in queste opere il linguaggio diventa più equilibrato è si esplica in una maggior armonia compositiva e in contrasti di luce meno accentuati.
Lungo il percorso si incontra un ambiente riservato alle opere acquistate da Cosimo II; tre scene conviviali, che vennero definite da Luigi Lanzi “Quadri bizzarrissimi e cene allegre” , sono confrontate con il “Cavadenti” di Caravaggio anch’esso appartenuto al Granduca.
Conclusa la parentesi italiana si accede ad una sala in cui è esposta “L’adorazione dei pastori”, l’opera danneggiata dall’esplosione del 27 Maggio 1993. Un video proiettato a tutta parete ripercorre le terribili ore di quella notte e ricostruisce figura dopo figura la grande pala mostrando lo stato originario dell’opera.
L’esposizione prosegue con i lavori del pittore dopo il ritorno in Olanda dove l’esperienza italiana ed il confronto con l’arte di Caravaggio si mescolano alla tradizione fiamminga.
In quest’ultima parte, dopo un ulteriore confronto con alcune opere di pittori contemporanei di Gherardo a Roma, vengono esposti i dipinti di quegli artisti, sia italiani che stranieri, che ne raccolsero l’eredità. La mostra è davvero un’ occasione per conoscere e approfondire l’attività di questo protagonista del caravaggismo grazie ad una comunicazione molto chiara, esaustiva e accessibile a qualsiasi pubblico.