“From the Fleur de Lys to the David” at the Accademia Gallery

By Silvia Zanella (University of Florence)

The exhibition “From the Fleur de Lys to the David: Civic Art in Florence from the Middle Ages to the Renaissance” will be held at the Accademia Gallery from May 14th to December 8th. It is an interesting show that analyzes the history of the Tuscan capital from the mid-14th century to the late 15th century through various works which visually accompany the written materials. The display choices, from wall colors and lighting to the succession of themes, are the strong point which aids the viewer in understanding the message.

In a simple and thematic way, the main time periods are presented from Florence’s historical-political point of view with small sections of more in-depth study. Next to brief explanative texts, one finds panel paintings, sculptures, and codices which act as visual examples of what one reads. The objects presented are diverse and juxtaposed. Through the aforementioned choices, the curators succeed in making the illuminated manuscripts interesting. They are not simply displayed, as often happens, but are linked to a larger discourse, becoming fundamental to its comprehension. The sections concern the patron saints of Florence – present in effigy in the political circles on the walls, in arches above the doors, and in paintings – as well as in the political space referencing the Commune, the Populace, the Guelphs and the Ghibbelines, images of Justice, the Republic of the Priori (that is, government led by the Arti, or guilds), Virtue, and heroes like David and Dante. Finally, on the upper floor, are the old market and the Arti with their patrons. Even just from this list, one can understand the decision to address the chronological and interpretive discourses in a parallel way. This proves to be a good choice that continuously stimulates curiosity.

One’s attention is never lost thanks to several factors: firstly, the colors. A cardinal red is the common thread of the exhibit that, along with the contrasting blue-grey of the carpet, frames the works which stand out on their light backgrounds. Another well thought-out aspect is the lighting: the cases have LEDs that uniformly and softly diffuse the light on the displayed object. Worth pointing out is the curators’ attention to the heights and angles of the works. When it comes to lighting in general, the track lights provide an optimal view. The linearity of the exposition space has been altered with cases or angled walls that create movement as well as thematic areas.

One may find interesting the choice to begin the visit with two lions from the Loggia dei Priori (now the Loggia dei Lanzi) placed as gate guardians. Equally impressive is the exit into the “central nave” of the main room of the Accademia Gallery next to a captive by Michelangelo after having read about the myth of David. From here, the sight of this very figure by the same artist can be appreciated in all its glory and visually completes the theoretical content conveyed. Beside this, recognizable by the same red background, plaster copies of the two Davids by Donatello are presented. This way, a comparison may easily be made between the three sculptures. The only flaw is that, halfway through the visit, one is forced to turn left or right and there are not enough signs to guide the visitor.

The exhibit ends on the second floor with a new section on the Guilds and their patron saints and a research and educational room in which it is possible to deepen one’s understanding with touch screens. Through links, videos, and books, one may complete the conceptual framework provided by the texts and works of the show. This method, widespread for much time in Anglo-Saxon countries, is much appreciated also in Italy, as seen by the public participation.

“From the Fleur de Lys to the David” is a well-balanced exhibit of the topics provided and their visual supplements, through various works whose message is communicated well to the visitor without becoming boring.

 

 

“Dal Giglio al David” alla Galleria dell’Accademia

di Silvia Zanella (Università di Firenze)

Dal quattordici maggio all’otto dicembre alla Galleria dell’Accademia si tiene la mostra “Dal Giglio al David, Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento”. È un interessante percorso che analizza la storia del capoluogo toscano da metà Trecento fino al Quattrocento inoltrato tramite opere di varia natura che corredano visivamente i contenuti scritti. Le scelte espositive, dai colori delle pareti all’illuminazione, alla successione delle tematiche, sono un punto di forza che facilita lo spettatore nella comprensione del messaggio.

In modo semplice e tematico vengono presentati i passaggi cronologici principali dal punto di vista storico-politico di Firenze con piccole sezioni di approfondimento. Accanto a pannelli esplicativi non troppo lunghi sono esposti sia tavole dipinte che sculture che codici, i quali risultano come esemplificazione visiva di quanto si è letto. Gli oggetti presentati sono di varia natura e vengono messi a confronto. Tramite le scelte appena descritte i curatori riescono a rendere piacevoli ed interessanti anche i codici miniati che non  vengono semplicemente mostrati, come spesso accade, ma vengono collegati a un discorso tanto da diventarne fondamentali per la comprensione.

Le sezioni riguardano i Santi patroni di Firenze presenti in effige nelle cerchie delle mura, nelle arcate delle porte ed in pittura; lo spazio politico con particolare riferimento al Comune; il Popolo; i Guelfi e i Ghibellini; le immagini della Giustizia; la Repubblica dei Priori, cioè il governo guidato dalle Arti; le Virtù e gli eroi tra cui Dante e David; infine al piano superiore il Mercato Vecchio e le Arti con i loro patroni. Già da questo elenco si comprende la decisione di portare avanti in parallelo un discorso cronologico e uno di approfondimento. Esso risulta una scelta vincente che stimola sempre la curiosità.

L’attenzione non scema mai grazie a molteplici fattori: in primis i colori. Un rosso cardinalizio è il filo conduttore della mostra che, assieme al contrastante blu grigio della moquette, fa da cornice per le opere che risaltano su fondi chiari. I vari temi sono annunciati da scritte rosse poste in verticale su un fondo con le immagini del giglio.

Altro aspetto ben studiato è l’illuminazione: le teche presentano dei leds che diffondono uniformemente e in modo soffuso la luce sull’oggetto ivi esposto. Da sottolineare l’attenzione dei curatori per le altezze e le inclinazioni delle opere. Per quanto riguarda l’illuminazione generale, i faretti direzionabili su guide scorrevoli consentono una visione ottimale.

La linearità dello spazio espositivo è stata corretta con teche o pareti angolari che lo movimentano e creano delle aree tematiche.

Interessante è la scelta di iniziare la visita con due leoni provenienti dalla Loggia dei Priori (attuale Loggia dei Lanzi) posti come guardiani della soglia. Altrettanto suggestiva è l’uscita nella “navata centrale” della sala grande della Galleria dell’Accademia accanto a uno Schiavo morente di Michelangelo dopo aver letto il mito del David. Da questa posizione la vista dell’omonima opera dell’artista appena citato si apprezza in tutta la sua magnificenza e corona visivamente il contenuto teorico veicolato. Accanto ad esso, riconoscibili dal solito fondo rosso, i due David di Donatello presentati in copie in gesso. Così si stabilisce facilmente un confronto tra le tre sculture. Unico neo, a metà percorso si è costretti a girare o a destra o a sinistra e non ci sono sufficienti indicazioni  che guidino lo spettatore.

Il percorso termina al primo piano con una sezione sulle Arti e i loro Santi patroni e una sala di documentazione e didattica in cui approfondire quanto visto su schermi touch screen. Mediante links, video e libri si può completare il quadro nozionistico fornito dalle didascalie e dalle opere in mostra. Questo metodo, diffuso da molto tempo nei paesi anglosassoni, risulta molto apprezzato anche in Italia vista la partecipazione del pubblico.

“Dal Giglio al David” è una mostra ben bilanciata dal punto di vista dei contenuti forniti e del loro corredo visivo, tramite opere di natura eterogenea, per cui riesce a comunicare bene il suo messaggio senza annoiare lo spettatore.