By Elizabeth Vogler (Lorenzo de’ Medici)
The relatively new and incredibly fashionable Gucci museum in Piazza Signoria is now offering to its visitors its third contemporary art exhibition. This show, featuring the early works of Cindy Sherman and on display this year from January 11 to June 9, can be viewed by entering the museum and heading directly to the second floor. The exhibit, while both intriguing and appealing to lovers of photography and film, does not take full advantage of the exposition space.
At the entrance to the first room, a description in both Italian and English gives some background information on the artist and the work that one is about to see. Bus Riders, found through the door in front of one when exiting the elevator, is a series of 15 black-and-white framed photos. Each image represents a different person that one might encounter while riding the bus. These photos are displayed in three rows with five photos in each row, and fill an entire wall. This first area is more intimate. The room is smaller, the pictures are hung on a single wall and in a grid-like fashion, so as to emphasize the fact that they belong together. There is a feeling, a sense of enjoyment that one can gain solely from gazing at these random characters. A clear contrast is evident between this section and the next, which also houses a photography series.
The second room is quite spacious; the white walls create a clean canvas on which the photos are hung. One wall is entirely taken up by windows that look down onto the piazza below. Ten framed black and white photos, those from the series, Murder Mystery, are placed in a single file line that starts on one wall and continues on another. The room is almost too large, however, making the pictures feel small and disconnected. This section seems to take away from the set of photos. The images are spread out over too great of an area and lose their value as a series. While the views from this level are gorgeous, the space is simply not being used to benefit the display.
To help the exhibit flow more and to prevent the pictures in Murder Mystery from seeming disjointed, the two photography series could have been displayed together in the larger room while leaving the smaller one out altogether. In this way, each series would have had its own wall and could have been arranged separately in a grid similar to the original display of Bus Riders. This organization would have allowed for more cohesion and movement throughout the exhibit, while still offering the astonishing views of Piazza Signoria.
Exiting the room and continuing down the hallway, there is a film viewing area in which the artist’s film, Paper Doll, is being played. The space is wonderful, as it is separated from the rest of the museum and has plenty of seats for visitors to use. The 16mm black-and-white silent film lasts just under two and a half minutes, though many might chose to watch it several times, as it is very expressive.
Overall, the Cindy Sherman show is a delightful and open exhibit that should not be missed by anyone interested in photography or contemporary art. The exhibit, being very light and unobtrusive, makes it easy for the visitor to simply pop in and spend some time wandering through it.
“Cindy Sherman: Early Works” al Gucci Museo
di Elizabeth Vogler (Lorenzo de’ Medici)
Il relativamente nuovo, nonché incredibilmente alla moda, Gucci Museo, in Piazza della Signoria, sta adesso offrendo ai suoi visitatori la sua terza esposizione di arte contemporanea. Questa mostra, che coinvolge i primi lavori di Cindy Shearman, è aperta da Gennaio al 9 Giugno di quest’anno e può essere vista entrando al museo e continuando direttamente al primo piano. L’evento, sebbene intrighi e attiri gli amatori della fotografia e dei film, non si avvantaggia pienamente dello spazio espositivo in cui è ospitato.
All’entrata della prima sala, una descrizione sia in italiano che in inglese fornisce delle informazioni di base sull’artista e sui lavori che ci si appresta ad ammirare. Bus Riders, visibile attraverso la porta davanti alla quale chiunque usi l’ascensore si trova di fronte, è una serie di quindici fotografie incorniciate in bianco e nero, ognuna raffigurante differenti persone qualunque che si potrebbero incontrare viaggiando sull’autobus. Tali foto sono esposte su tre file con cinque pezzi ciascuna, a ricoprire un’intera parete. Questa prima area è la più intima: la stanza è piccola, le immagini sono appese a una singola parete a formare una sorta di griglia per enfatizzare il fatto che appartengono allo stesso ambito. Qui è presente un sentimento, un senso di piacevolezza, che si può da subito percepire soltanto osservando questi personaggi comuni. Un deciso contrasto è evidente tra questa sezione e la successiva, che pure ospita una serie fotografica.
La seconda stanza è abbastanza spaziosa; le pareti bianche creano come una tela nitida su cui le foto sono appese, tranne una che è interamente riempita da finestre che si affacciano sulla piazza sottostante. Dieci fotografie in bianco e nero incorniciate, provenienti dalla serie Murder Mystery, sono poste su una singola linea che comincia su una parete e prosegue sulla adiacente. L’ambiente è troppo grande, comunque, dando alle immagini la sensazione di essere piccole e sconnesse e questa sezione sembra distrarre il visitatore: gli scatti sono sparsi in un’area troppo vasta e perdono il loro valore di serie. Mentre le viste da questo piano sono spettacolari, lo spazio è semplicemente usato a poco beneficio dell’allestimento.
Per aiutare la mostra a scorrere meglio e per non far sembrare le immagini di Murder Mystery sconnesse tra loro, le due serie fotografiche avrebbero potuto essere esposte insieme nella stanza più grande, lasciando invece fuori dal percorso la più piccola. In questo modo, ogni serie avrebbe avuto la propria parete ed avrebbe potuto essere allestita separatamente a griglia similmente all’esposizione iniziale di Bus Riders. Queste misure consentirebbero più coesione e movimento per tutta la mostra, offrendo allo stesso tempo l’impressionante vista su Piazza della Signoria.
Uscendo dalla sala e proseguendo per il corridoio si incontra un’area dedicata alla proiezione di un film dell’artista intitolato Paper Doll. L’ambiente è magnifico, poiché separato dal resto del museo, e ha molti posti a sedere che possono essere usati dai visitatori. La pellicola da 16 millimetri, film muto in bianco e nero, dura non più di due minuti e mezzo, anche se alcuni potrebbero scegliere di guardarlo più volte per la sua espressività.
Tutto sommato, la mostra di Cindy Shearman è un’esperienza piacevole e aperta che non dovrebbe essere mancata da chiunque si interessi di fotografia o arte contemporanea, perché essendo molto leggera e poco invadente fa sentire il visitatore libero di accedervi e di trascorrere un po’ di tempo vagando per essa.