Cecco Bonanotte for Vinci

by Alessandra Sernissi (University of Florence)

The link that unites Cecco Bonanotte to the city of Vinci, the place where Leonardo was born, is very strong. This show, entitled “Cecco Bonanotte for Vinci”, is set up in the Leonardian Museum, or, more precisely, inside the Conti Guidi Castle. The exposition was organized in the occasion of the inauguration of the permanent sculpture series realized by Bonanotte for the church of Santa Croce in Vinci.

The master artist has represented the history of salvation in nine scenes, among which there are the Passion, the Death and the Resurrection of Jesus, placed around the baptismal font, where Leonardo da Vinci is believed to have been baptized. In two rooms of the castle, which are the Room of the Podestà and the Room of the Solids, the show presents some of the most significant works of Bonanotte created between 1970 and 2010, showing how the artistic thought of the master has evolved into a very original language. Some drawings are displayed, but there are mainly sculptures cast in bronze, copper and gold, all of which, with their warm tonality, provide an ambiance that has a touch of magic.

The most frequent characters are tight-rope walkers, represented as stylized human figures that are elongated with a great lightness and that, in most cases, are balanced on a thin line that projects into the open space. Looking attentively, we discover the true significance of these works that show a man who, walking in equilibrium along the line of his life, is projected along the uncertainty of his existence. In my opinion, the fact that the characters are sculpted or drawn in a very small size demonstrates how a human being feels powerless in the face of nature and its will, though is sometimes animated by a hope that causes him to rise higher.

Analyzing the exhibition from a more museological point of view, one notes how the spaces of  the Leonardian Museum are best utilized. The Room of the Podestà is typically Tuscan in architecture and rich in light; and the works, arranged along the four walls and in the center, shine in a particular way during the sunniest parts of the day, almost as if they have a light of their own.

The Room of the Solids is, instead, a little darker, and is very innovative in its arrangement, for is characterized by the coexistence of works by Bonanotte and some geometric figures reconstructed from Da Vinci’s drawings.

I advise readers to visit this show very attentively so as not to lose the opportunity to compare two masters like Leonardo and Cecco, artists of international fame and very important exponents of artistic thought in their time.

 

Cecco Bonanotte per Vinci

di Alessandra Sernissi (Università di Firenze)

Il legame che unisce Cecco Bonanotte alla città di Vinci, paese natale di Leonardo, è strettissimo. Questa mostra, intitolata appunto “Cecco Bonanotte per Vinci”, è allestita  nei locali del Museo Leonardiano, più precisamente all’interno del Castello dei Conti Guidi e si concluderà domenica 6 novembre 2011. L’esposizione è stata organizzata in occasione dell’inaugurazione del ciclo scultoreo permanente realizzato da Bonanotte per la chiesa di Santa Croce a Vinci.

Il maestro ha rappresentato la storia della salvazione con nove scene tra cui la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù, collocate intorno al fonte battesimale in cui si pensa sia stato battezzato il Vinci. La mostra, nelle due sale del Castello, quella del Podestà e dei solidi, propone alcune tra le opere più significative del Bonanotte realizzate dal 1970 al 2010 che mostrano come il pensiero artistico del maestro si sia evoluto in un linguaggio molto originale. Sono esposti alcuni disegni ma soprattutto sculture fuse in bronzo, rame ed oro che, con le loro calde tonalità, conferiscono all’ambiente un tocco di magia.

I personaggi più frequenti sono i funamboli, rappresentati come figure umane stilizzate, allungate, di grande leggerezza che nella maggior parte dei casi si trovano in equilibrio su una linea sottilissima che si sporge nello spazio aperto. Osservando con attenzione scopriamo il vero significato di queste opere che ci mostrano l’uomo che, camminando in equilibrio lungo le linee della vita, è proiettato verso l’incertezza dell’esistenza.  A mio parere, il fatto stesso che i personaggi siano scolpiti o disegnati in misura molto piccola dimostra come l’essere umano si senta impotente nei confronti della natura e del suo volere, pur essendo talvolta animato da una speranza che lo porta ad innalzarsi verso l’alto.

Analizzando l’esposizione da un punto di vista più museologico si nota come gli spazi del Museo Leonardiano siano stati sfruttati al meglio. La sala del Podestà, di architettura tipicamente toscana, è ricchissima di luce e le opere, disposte lungo le quattro pareti e al centro, nelle ore più soleggiate della giornata, risplendono in modo particolare, quasi di luce propria.

La sala dei solidi, invece, un po’ più buia, è caratterizzata dalla compresenza delle opere di Bonanotte e di alcune figure geometriche ricostruite da disegni Vinciani, e ciò rappresenta per me un allestimento molto innovativo.

Consiglio ai lettori di visitare molto attentamente questa mostra per non perdere l’occasione di mettere a confronto due maestri come Leonardo e Cecco, artisti di fama internazionale e esponenti autorevoli del pensiero artistico del loro tempo.