by Brigid Brennan (Lorenzo de’ Medici)
Coming across the gardens and the interior art exhibition at Villa Bottini in Lucca is like stepping into an undiscovered world. Passing through the gates into the garden, one discovers a sprawling space perfect for taking a brisk walk. Upon entering the stately structure through the wide and spacious threshold, visitors are greeted by a video and catalogues of Demetz’s work spread across a table within fresco-covered walls. Welcome to the previous home of the Buonvisi family from the the sixteenth century, now filled with the ethereal works of Italian sculptor Aron Demetz.
The core of Aron Demetz’s collection consists of human forms composed of various materials including plastic, metal and most impressively, wood. Beginning with metal and moving on to marble, the essence of the artist’s work is represented most effectively in the fluid forms emerging from the element of wood. One of the rooms is devoted entirely to this medium, filled with twisting and writhing figures in their most raw state. The circular progression of the rooms within Villa Bottini follows the varying stages of completion of these carvings, continually increasing in complexity.
The sculptures of Demetz rise up before the visitor like smoke; completely natural figures forged in the likeness of human bodies, though smaller and more sprightly. Slim delicate figures lightly perched on their stands are filled with an air of natural grace. There is a certain life-force embodied by these creatures that come from the Val Gardena forests of northern Italy, carrying with them a sense of gravity and purpose. It is as though they remain in a state of repose before springing into action. Captured in their corporeal state, the sculptures long to take a breath of air, tormented by the struggle for a real and true life. They appear trapped in this reality, as in the frozen momentum of Daphne caught by Apollo.
Roughly hewn from trees of linden and cedar, the scent of raw wood drifts through the air, inviting visitors to explore the artist’s material and method. The lingering smell transports visitors to the forest from which these strange beings arrived, and awakens in them a sense of wonder and awe. Some sculptures are immersed in a resin-like sap, covering their faces, or dripping down their bodies.
The artist carves with the direction of the grain of the wood, giving the impression that these bodies emerged directly from the trunk. The natural contour of the wood reveals the inner form, much like Michelangelo carving away marble to reveal its desired state of being. Perfection of form is achieved through subtle curves in the sculpture, imbuing each figure with airiness and grace.
High and lofty, the wooden bodies look down upon the viewer from their state of perpetual rooting. Staring into eternity with lost hopes of ever escaping this wooden encasement to become real, these trapped souls will never be so lucky as Pinocchio. Eternally rooted on the stumps on which they stand, these human figures have been immortalized by the intuitive touch of Aron Demetz.
Aron Demetz. Fragilità solido a Villa Bottini a Lucca
di Brigid Brennan (Lorenzo de’ Medici)
Imbattendosi prima nel giardino e poi nella mostra situata all’interno di Villa Bottini a Lucca sembra di trovarsi in un mondo sconosciuto. Attraversato il cancello che limita la proprietà, si scopre uno spazio molto esteso, perfetto per una passeggiata in compagnia. Una volta entrati nel’imponente struttura attraverso l’ampia e spaziosa soglia, i visitatori sono accolti da un video e dai cataloghi delle opere di Demetz sparsi su un tavolo sovrastato da un soffitto affrescato. Benvenuti in quella che fin dal quindicesimo secolo è stata la casa della famiglia Buonvisi, e che adesso ospita le eteree opere dello scultore italiano Aron Demetz.
Il cuore della collezione di Aron Demetz consiste di forme umane composte da materiali vari, inclusa la plastica, il metallo e, nel modo più impressionante, il legno. Cominciando con il metallo e proseguendo con il marmo, l’essenza dell’opera dell’artista è rappresentata in realtà dalle forme fluide che emergono dagli elementi di legno. Una stanza è dedicata interamente a questo materiale, le cui figure si girano e si contorcono del loro stato più grezzo. La progressione circolare delle stanze di Villa Bottini segue le diverse fasi di completamento di queste sculture che continuamente aumentano di complessità.
Le sculture di Demetz si sollevano davanti al visitatore come fumo; figure completamente naturali forgiate a somiglianza di corpi umani, anche se più piccole e più vivaci. Figure snelle, piene di grazia naturale e leggermente arroccate sui loro supporti. C’è una certa forza vitale incarnata da queste “creature” realizzate con il legno dei boschi della Val Gardena, nel Nord Italia, che portano con sé un senso di gravità e un determinato scopo. Sembra quasi che si trovino in uno stato di riposo prima di entrare in azione. Catturate nel loro stato corporeo, le sculture sembra vogliano prendere un po’ d’aria, tormentate dalla lotta per una vita reale ed autentica. Appaiono intrappolate nella loro realtà, come la forza dinamica dell’Apollo e Dafne del Bernini.
Le opere intagliate approssimativamente da alberi di tiglio e cedro, il profumo del legno pervade l’aria, invita il visitatore a esplorare i materiali usati dall’artista ed il suo metodo di lavoro. L’odore persistente trasporta l’osservatore nella foresta da cui arrivano questi strani esseri, e risveglia in loro un senso di meraviglia e di stupore. Alcune sculture sono immerse in una resina che copre i loro volti e gocciola sui loro corpi.
L’artista scolpisce seguendo la direzione delle venature del legno, dando l’impressione che i corpi emergano direttamente dai tronchi. Il profilo naturale del legno rivela la forma interna, molto similmente a Michelangelo che scolpiva eliminando il marmo per rivelare il desiderio di essere della scultura stessa. La perfezione delle forme è realizzata attraverso sottili curve, che permeano ogni figura di grazia e leggerezza.
Alti e elevati, i corpi guardano il visitatore dall’alto del loro stato di perpetuo radicamento, fissano l’eternità con la speranza ormai persa di non poter mai scappare da quella prigione di legno, di non poter diventare reali; queste anime intrappolate non saranno mai così fortunate come Pinocchio. Eternamente radicate sui ceppi su cui si trovano, queste figure umane sono immortalate dal tocco intuitivo di Aron Demetz.