By Tara Prout (Lorenzo de’ Medici)
As Florence’s only current exhibition space devoted solely to the display and exploration of contemporary art and culture, the Centre for Contemporary Culture Strozzina (CCCS) does so through thematic shows and collateral events marked by a strong curatorial vision. This spring/summer, the CCCS presents An Idea of Beauty, a group show of eight international artists curated by the center’s director Franziska Nori, which successfully challenges its visitors to reflect upon and (re)define their own idea of beauty through its curatorial choices, overall design and layout, and written exhibition materials.
Immediately upon descending the staircase from the Palazzo Strozzi courtyard into the CCCS, one is confronted with the goals and tone of the space by means of the text displayed behind the admission counter. This statement, published in both Italian and English – as are all of the labels and panels found throughout the show – provides the public with a clear understanding of the curatorial concept and the questions she would like to raise throughout their journey of the different galleries. This wall text effectively communicates that viewers will be invited to think critically, reflect and actively engage during this experience, making them an active participant and not just a passive guest or casual observer. This dimension of audience involvement, on which the Fondazione Palazzo Strozzi has prided itself since its establishment in 2006, is evident in the CCCS’s show and allows the foundation to remain true to its mission.
With a focus on such a large and subjective topic as beauty, this show relies heavily on written texts throughout to provide visitors with explanatory information about each of the participating artists, the vision of the specific piece on display, and how it relates to the overall curatorial thesis of the display. These texts are found on mounted panels within each gallery and while one can appreciate the decision to keep the panels small so as not to distract viewers from the works on display in each room, the size and placement can cause bottlenecks and obstruct the flow of traffic if the galleries become crowded. Since the written materials are so important in guiding and informing those in the spaces, it may be wise to consider printing small informational pamphlets that can be carried throughout by the individual, or printing the information large on one wall in each gallery to prevent these types of issues. Of course, there is always a trade-off when making decisions such as panel placement and size, and in this institution it is clear that maintaining the impact of the actual artwork has been given precedence over the explanatory texts.
In addition to the information panels, each gallery includes a quote from different professionals in Florence, about their “idea of beauty.” Smaller than the explanatory panels and not clearly presented in the beginning of the exhibition, these quotations are not necessary elements in understanding the overall concept; however they provide an additional intellectual layer for those who would like to be pushed as they continue along the path. The inclusion of these brief texts from a Psychologist, Abbey Prior, Geneticist, Composer, Book Seller, Magistrate/Judge, Computer Programmer and Astrophysicist takes some of the authoritative power away from the curator, further opening the dialogue presented in the galleries. This element is crucial in designing shows with the aim of engaging viewers; varying the tone and perspective allows people from different backgrounds to access and relate to it. It also emphasizes the depth and breadth of the topic and underscores that the exhibit aims to merely present an idea of beauty, and not a universal concrete definition.
Finally, this concept of an “idea of beauty” can also be perceived visually through the display of various artistic mediums including painting, installation, photography, video and sculpture. While some forms of expression are more straightforward and traditional in their execution, others are more experimental and again invite the viewer to redefine beauty, on a visual as well as intellectual level. In this particular show, the curator has chosen to display these various mediums in a way that becomes increasingly challenging as the visitor continues along the path; just as one feels their conceptions are concrete, a new means of expression lies around the corner, throwing these ideas away, demanding that new ones take their place. Through the design and placement of artworks, one begins to understand how the exhibition itself can also become a vehicle in developing and working out different contemporary concepts, as experienced here with beauty.
As with all of the expositions at the Fondazione Palazzo Strozzi and the CCCS, An Idea of Beauty includes collateral events such as lectures, talks, and movie screenings that run throughout its duration to further engage the public on this topic. The CCCS continues to push its audience to reflect upon contemporary art and culture and this current show does not fail to deliver on its overall goal. Through savvy curatorial decisions, effective communication elements and various forms of public involvement, visitors leave feeling stimulated, engaged and inspired.
Un’idea di bellezza
di Tara Prout (Lorenzo de’ Medici)
Unico spazio espositivo che oggi, a Firenze, è dedicato totalmente all’esplorazione dell’arte contemporanea, il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (CCCS) propone mostre tematiche ed eventi collaterali contrassegnati da precise idee da parte dei curatori. Durante questa primavera/estate il CCCS presenta Un’idea di bellezza, un’esposizione di otto artisti internazionali curata dal direttore del centro Franziska Nori che invita, con successo, i suoi visitatori a (ri)definire e riflettere sulla loro propria idea di bellezza attraverso le sue scelte curatoriali, allestimento e layout generali e materiali scritti.
Subito dopo la discesa nel CCCS dalla scalinata dal cortile di Palazzo Strozzi si è subito messi a confronto con gli obiettivi e col tono della mostra grazie ad un pannello esplicativo posto dietro il bancone. Questo testo, pubblicato sia in italiano che in inglese – come lo sono tutti i cartellini ed i pannelli che si incontrano lungo il percorso – prepara i visitatori, con un apprendimento chiaro del pensiero della curatrice e delle domande che vorrebbe sollevare durante il loro tragitto per le diverse gallerie. Tale spiegazione comunica efficacemente che chi osserva sarà invitato a pensare criticamente, riflettere e partecipare attivamente all’esperienza, facendolo sentire coinvolto e non soltanto un ospite passivo oppure un semplice passante. Questo aspetto di partecipazione del pubblico, di cui la Fondazione Palazzo Strozzi si vanta sin dalla sua nascita nel 2006, è evidente nell’evento organizzato dal CCCS e consente alla fondazione di rimanere fedele alla sua missione.
Concentrandosi su un tema così ampio e soggettivo come la bellezza, questa mostra si basa molto sui testi scritti che vengono proposti ai visitatori e che contengono informazioni riguardo ad ognuno degli artisti partecipanti, l’interpretazione dello specifico pezzo e come esso si collega al generale argomento affrontato dalla curatrice nel corso dell’esposizione. I testi si trovano su pannelli montati in ciascuna galleria e mentre si può apprezzare la decisione di lasciarli piccoli, così da non distrarre gli osservatori dai lavori in mostra in ogni stanza, la dimensione e la loro posizione può provocare ingorghi ed ostruire il flusso di traffico se le gallerie diventano affollate. Siccome i materiali scritti sono così importanti nel guidare e nell’informare il pubblico potrebbe essere saggio prendere in considerazione dei piccoli depliants informativi da poter essere portati con sé durante la visita, oppure stampare le informazioni in caratteri grandi su una parete in ciascuna galleria per prevenire questo genere di situazioni. Certamente, prendere delle decisioni, come la disposizione dei pannelli e la loro dimensione, comporta sempre un compromesso, ed in questo caso è chiaro che mantenere l’impatto dell’opera stessa ha avuto la precedenza sui testi esplicativi.
In aggiunta ai pannelli informativi, ogni galleria include una citazione da differenti figure professionali di Firenze, riguardo la loro “idea di bellezza”. Più piccole rispetto ai pannelli esplicativi e non chiaramente presentate all’inizio della mostra, queste citazioni non sono elementi necessari alla comprensione del concetto generale; comunque essi aggiungono un livello intellettuale per coloro che vorrebbero essere sollecitati mentre continuano lungo il percorso. L’inclusione di queste brevi parole da parte di uno psicologo, un priore dell’abbazia, un genetista, un compositore, un libraio, un magistrato/giudice, un programmatore di computer ed un astrofisico, sottrae alla curatrice un po’ della sua autorità, aprendo di più al dialogo presentato nelle gallerie. Questo elemento è cruciale nel concepire le mostre con l’intento di coinvolgere gli osservatori; variare il tono e la prospettiva permette a persone dal background differente di accedere e relazionarsi all’esposizione. Ciò enfatizza anche la profondità e l’ampiezza dell’argomento e sottolinea che la mostra vuole solo presentare un’idea di bellezza, e non una definizione concreta universale.
Infine, questo concetto di una “idea di bellezza” può anche essere percepito visivamente attraverso l’esposizione di vari mezzi artistici che includono la pittura, l’installazione, la fotografia, il video e la scultura. Mentre alcune forme d’espressione sono più comprensibili e tradizionali nella loro esecuzione, altre sono più sperimentali e di nuovo invitano l’osservatore a ridefinire la bellezza, a livello sia visivo che intellettuale. In questo particolare evento, la curatrice ha scelto di mostrare questi vari mezzi in un modo che diventa sempre più stimolante come il visitatore procede lungo il percorso; non appena si percepisce che le loro idee diventano concrete, un nuovo mezzo di espressione si trova dietro l’angolo, spazzandole via ed esigendo che altre prendano il loro posto. Tramite il design e la disposizione delle opere d’arte si comincia a capire come la mostra stessa può divenire veicolo per lo sviluppo e l’apprendimento di diversi concetti contemporanei, come accade qui con la bellezza.
Come tutte le mostre alla Fondazione Palazzo Strozzi e al CCCS, Un’idea di bellezza include eventi collaterali come letture, conferenze e proiezioni di film che hanno luogo per tutta la sua durata per interessare maggiormente il pubblico a questo argomento. Il CCCS continua a spingere i suoi visitatori a riflettere sull’arte e sulla cultura contemporanea e l’esposizione in corso non manca di raggiungere il suo obiettivo. Attraverso sagge scelte curatoriali, elementi di comunicazione efficaci e varie forme di coinvolgimento del pubblico, i visitatori escono sentendosi stimolati, impegnati ed ispirati.