Galleria dell’Accademia
22 November 2016 – 12 March 2017
By Rachyl Grussing (Istituto Lorenzo de’ Medici)
The first monographic exhibition dedicated to early Gothic Humanism painter Giovanni dal Ponte runs from 22 November 2016 to 12 March 2017 at the Galleria dell’Accademia. The exhibition is an attempt to situate dal Ponte’s work as an important step in the movement between the late Gothic method of painting to the early Renaissance style of art. Around 50 of dal Ponte’s works are on display, some having been specially restored for this exhibition, some having been generously lent from museums around the world, and some having been acquired by the museum in time for this particular exhibition.
Giovanni dal Ponte, who was born, raised, and buried in Florence, had tumultuous younger years, culminating in a short stint in a debtors prison. It is after this time in prison that he partners with Smeraldo di Giovanni, another Florentine artist, and opens his own studio, which is his first step in becoming a successful Florentine artist. In modern times his work exists all over the world, from the Church of Santa Trinita in Florence, to the Pinacoteca Vaticana, to the Fogg Art Museum in Cambridge, Massachusetts, but is centered around Florence.
While there is no clear exhibition path, the four rooms that make up the exhibition are beautifully done. Each room is dedicated to a different theme of dal Ponte’s life. The first room contains works from different artists who influenced dal Ponte, from Paolo Uccello to Masaccio and Lorenzo Ghiberti are some of the names on display. One room contains works from dal Ponte’s younger days, while other rooms contain works from his later career, and some of the last works of dal Ponte’s life. All the artworks are detailed in the comprehensive guidebook, over 200 pages, chronicling the artistic career of dal Ponte.
The works of art are most assuredly the centerpieces of this exhibition. With dark walls and dim lighting that only serves to highlight the spotlights on the artworks it is hard to not see the vibrant colors and delicate modeling in dal Ponte’s work. The colors seem to come alive on the panels and the mastery displayed by dal Ponte is easy to observe. Most of the works exhibited are triptychs, meant for church altars, but there are also some panels from cassoni, or marriage chests, that were common in Renaissance Florence, although these too tend to be of a religious nature.
The walls of the gallery are covered in dark fabric, with soft lighting to underscore the brightness of the spotlights on the works of art. In between certain works and scattered throughout the exhibition are gray fabric panels that resemble a Gothic style church facade, very similar to the facade of Santa Maria del Fiore, a brilliant way of giving the visitors a break from the unending black, but also allowing the curators to highlight certain works by putting them in between these panels. The fabric panels also offer a way for text to be shown. Mounted on one such decorated panel is a timeline of dal Ponte’s life, and another speaks about the purpose of the exhibition and what works are in which rooms.
The exhibition as a whole is extremely well done. The panels are an interesting way to enliven the display area and create points of interest to the visitors. Despite a somewhat confusing layout, the work of dal Ponte readily speaks for itself. Viewers who leave this exhibition will no doubt understand the place that dal Ponte has in the history of art.
Traduzione di Tania Mio Bertolo (Università degli Studi di Firenze)
Inaugurata il 22 novembre 2016 presso la Galleria dell’Accademia, la prima monografica dedicata a Giovanni dal Ponte, giovane pittore dell’Umanesimo tardogotico, sarà aperta fino al 12 marzo 2017. La mostra si pone come tentativo di riconoscere all’operato del pittore un ruolo artistico fondamentale in quel periodo di passaggio dal tardogotico al nascente stile rinascimentale. È esposta circa una cinquantina di dipinti del pittore, alcuni dei quali restaurati proprio per la mostra, altri prestati generosamente da musei internazionali, ed altri ancora acquistati dalla Galleria dell’Accademia in occasione di questa esposizione.
Giovanni dal Ponte nacque, crebbe e morì a Firenze, e i suoi turbolenti anni giovanili culminarono con l’incarcerazione per morosità. Fu poco dopo il periodo di prigionia che aprì una propria bottega in società con il pittore fiorentino Smeraldo di Giovanni: episodio che rappresentò il primo importante passo per la sua carriera di artista. Oggigiorno i suoi lavori sono conservati in tutto il mondo: dalla chiesa fiorentina di Santa Trinita, alla Pinacoteca Vaticana, al Fogg Art Museum di Cambridge nel Massachusetts. Ma la maggior parte delle sue opere si trovano nei dintorni del capoluogo toscano.
Benchè non vi sia un percorso espositivo chiaro e delineato, le quattro sale nelle quali si snoda la mostra sono ben allestite. Ogni sala è dedicata ad un diverso tema inerente la vita dell’artista. Il primo ambiente raccoglie dipinti eseguiti da diversi artisti che influenzarono Giovanni dal Ponte, tra i quali Paolo Uccello, Masaccio e Ghiberti. Una seconda sala ospita i lavori giovanili di dal Ponte, mentre nelle altre trovano spazio opere da lui eseguite nella fase più matura della sua carriera. Tutte le opere esposte sono dettagliatamente descritte nel catalogo della mostra, un volume di circa duecento pagine nel quale è anche ripercorsa la cronologia artistica di Giovanni dal Ponte.
Le opere d’arte sono certamente le protagoniste di tutta la mostra. Con pareti scure e luci tenui funzionali a mettere in risalto i riflettori puntati sui dipinti, non si può non notare i colori vibranti e la delicata modellatura delle opere di dal Ponte. I colori sembrano prendere vita propria e la maestria del pittore emerge con chiarezza. La maggior parte delle opere esposte sono trittici pensati per gli altari delle chiese, ma vi sono anche alcuni pannelli dipinti provenienti da cassoni e casse matrimoniali: oggetti casalinghi di natura religiosa molto comuni nella Firenze del Rinascimento.
Le pareti degli ambienti sono coperte da scuri tessuti, e le luci tenui risaltano la luminosità dei riflettori puntati sui dipinti. Sparsi nel percorso espositivo sono collocati alcuni pannelli di tessuto grigio, la cui fattezza ricorda lo stile gotico delle facciate di talune chiese quali ad esempio la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Questo brillante espediente espositivo permette di interrompere a tratti la continuità del prevalente colore scuro, ed anche di conferire maggior risalto a quelle opere posizionate di fianco ai suddetti pannelli tessili nei quali campeggiano i brani di testo. In altri due supporti simili sono riportati la biografia del pittore ed alcuni testi che spiegano l’obiettivo della mostra e la distribuzione delle opere negli ambienti espositivi.
La mostra nel complesso è davvero ben fatta. I pannelli costituiscono un modo brillante per ravvivare l’area espositiva e creare punti di interesse per il visitatore. Nonostante la disposizione piuttosto confusa, i dipinti di Giovanni dal Ponte parlano da soli. I visitatori possono uscire dalla mostra avendo ben compreso il ruolo di questo pittore nella storia dell’arte.