The Art of Francesco, Gallery of Academia

By Mackenzie Constantinou (Lorenzo de’ Medici)

 

The exhibition presents many works, including paintings, sculptures, and illuminated manuscripts which are a compendium of Franciscan art and the history of the order and its founder St. Francis of Assisi.

In the crowded halls of the Gallery of Academia exposure unfolds into three sections and two floors.  Unfortunately this path turns out to be a bit of a labyrinth; the viewer looses a little of the thread of history that is rather well explained in the information materials in both English and Italian.  Unfortunately, the explanatory panels are almost always crossing points and it is difficult, given the large crowds, pausing to read the explanations.

The works on display range from the thirteenth to the fifteenth century.  The viewer can see representations of  St. Francis’s commissions or paintings commissioned by private churches or chapels that belonged to the order.

Franciscan iconography developed shortly after the death of the Saint Santo († 1226) and reached its autonomy and originality over the centuries.  The first group of works, which is directly linked to St. Francis and to the history of the order, exhibits a horn in gold and silver.  This horn was said to have been donated by the Sultan Al Malik al Kamil during their meeting in Egypt.  The first tables date back to the XII-XIV century and represent the saint and the stories of his life.

These paintings bring the iconography of the “Life-ikon”, which specifically provides for the representation of the icon accompanied  by episodes of life.  The first Franciscan painter created one of the oldest works that utilizes this model, which is currently in the Museum of San Matteo in Pisa.  The other iconography of Francis, who was widely used, is that of the saint alone in the act of praying, holding the gospel, or holding the cross.  On display there are several examples of this iconography, including a painting by one of the foremost interpreters of Franciscan: Coppo di Marcovaldo.

In the section devoted to three hundred paintings, which is mainly represented by painting by Margarito d’ Arezzo and is also accompanied by the sculpture.

The first section of the exhibition ends with the 15th century, which offers more iconographic innovations.

Following the route the visitor enters the “Room of Giotto” which houses a space dedicated to the “Stories of Christ and Saint Francis” painted by Tadeo Gaddi in Santa Croce in Florence from 1330-36 and 1336.  In the room, the original historical display was reconstructed, though it lacks some of the panels.  This important cycle is compared with another work from Santa Croce the ‘”Stories of the Life of St. Francis” by Coppo di Marcovaldo that, before Giotto painted the basilica of Assisi, was one of the most important cycles.

The exhibition ends on the top floor with the last section dedicated to many Francescan miniatures, which tell the “Legenda Maior” or that handed down by Bonaventure.

The exhibition is an opportunity for visitors to see Franciscan masterpieces from throughout Italy and to observe the evolution of style, iconography, and techniques, while exploring the three centuries of history.

 

L’arte di Francesco, Galleria dell’Accademia

By Carolina Caverni (Università di Firenze)

30 marzo – 11 ottobre

La mostra presenta attraverso molte opere, tra cui dipinti, sculture e codici miniati, un compendio dell’arte francescana e nello stesso tempo ripercorre la storia dell’ordine e del suo fondatore San Francesco d’Assisi.

Nelle affollate sale della Galleria dell’Accademia l’esposizione si snoda in tre sezioni e su due piani, sfortunatamente questo percorso risulta essere un po’ labirintico; lo spettatore si trova infatti, anche a causa della scarsa segnaletica, a perdere un po’ il filo della storia che è invece ben spiegata nei materiali informativi, sia in inglese che in italiano.

Purtroppo però i pannelli esplicativi si trovano quasi sempre in punti di passaggio ed è quindi difficile, data la grande affluenza di pubblico, soffermarsi a leggere tutte le spiegazioni.

Le opere esposte vanno dal XIII fino al XV secolo; si possono vedere rappresentazioni del santo , commissioni francescane o dipinti commissionati da privati per chiese o cappelle che appartenevano all’ordine.

Quella francescana è un iconografia che si sviluppò poco dopo la morte del santo († 1226) e raggiunse una sua autonomia e originalità nei secoli. Dopo un primo nucleo di oggetti direttamente legati a San Francesco e alla storia dell’ordine, tra questi il corno in oro e argento che si dice gli venne donato dal sultano Al Malik al Kamil durante il loro incontro in Egitto, si trovano le prime tavole risalenti al XIII-XIV secolo che rappresentano il santo e le storie della sua vita.

Questi dipinti riportano l’iconografia della “Vita – ikon”, una delle più diffuse, che prevede appunto la rappresentazione dell’icona accompagnata da episodi della vita. Una delle più antiche opere che elaborano questo modello è quella dipinta da Giunta di Capitano, primo pittore francescano, proveniente dal Museo di San Matteo di Pisa.

L’altra iconografia di Francesco che ebbe largo impiego è quella del santo, da solo, in atto di pregare con in mano il vangelo o la regola o la croce. In mostra ci sono diversi esempi di questa iconografia, tra questi una tavola dipinta da uno dei più importanti interpreti dell’arte francescana: Coppo di Marcovaldo.

Dal momento che la riflessione su Cristo crocefisso era un momento fondamentale della spiritualità di quest’ordine, nelle chiese francescane erano molto diffusi anche i crocefissi e la mostra ne propone diversi pregevoli esempi.

Nella sezione dedicata al trecento la pittura, che è rappresentata soprattutto dai dipinti di Margarito d’Arezzo, è accompagnata anche dalla scultura.

Questa prima sezione della mostra si conclude con il quattrocento che propone ulteriori innovazioni iconografiche.

A questo punto bisogna cercare la “Sala di Giotto” in cui è ricavato uno spazio dedicato alle “Storie di Cristo e San Francesco” dipinte da Taddeo Gaddi a Santa Croce a Firenze tra il 1330-36 e il 1366. Nella stanza è stata ricostruita la disposizione originale delle storie, sebbene manchino alcune delle formelle, questo importante ciclo è confrontato con un’ altra opera proveniente da Santa Croce le “Storie della vita di San Francesco” di Coppo di Marcovaldo che, prima che Giotto dipingesse la basilica di Assisi, rappresentava uno dei cicli più importanti.

La mostra si conclude al piano superiore con l’ultima sezione dedicata alle miniature francescane molte delle quali raccontano la “Leggenda Maior” ovvero quella tramandata da Bonaventura da Bagnoregio.

L’esposizione è un occasione per vedere riuniti insieme capolavori dell’arte Francescana provenienti da tutta l’Italia, osservare l’evoluzione degli stili, delle iconografie e delle tecniche, e approfondire tre secoli di storia dell’ordine.