By Mackenzie Constantinou (Lorenzo de’ Medici)
The Uffizi Gallery presents never before seen works in an exhibition dedicated to the grand ducal collection of Russian icons
The 1761 inventory of Palazz Pitti is what established the major part of the acquisition of the grand ducal icon collection. These were arranged in the ‘Cabinet of Ancient Paintings’ during the reorganization of the Uffizi organized by Lanzi.
The works, from around the 1800’s, were especially icons from one school in central Russia active in the second quarter of the XVII century until 1796 and remained in the Uffizi exhibited along with other paintings by Italian artists and Pre-Renaissance Tuscan artists.
The exhibition has free entrance and begins with three explanatory labels, which are in Italian and in English, which introduce the visitors to the general sense of the exhibition. The brief information provides the public with a history of the icons and information on the main styles taught in schools.
The criterion selected by the curators, Valentina Conticelli, Vincenzo Gobbo, and Daniela Parenti, assisted in creating a route in which the works are divided in four sections each accompanied by an explanatory panel.
The great room, Sala delle Poste Reali, is characterized by the usage of soft light within the display cases, which help to preserve the paintings. These are then illuminated so as to put even more of an emphasis on the gold, precious materials, and bright colors of the sacred images. The works are not only of liturgical value, but act as an intermediary between the material and the transcendent. This is made known to the visitor with the first section of works dedicated to Christ. The introductory panel explains what was original and traditional iconography of Christ “Acheropita” whose image was miraculously imprinted on a cloth.
Exposed tables of various dimensions represent the most common iconography. Christ the ‘Pantocrater’ and ‘Savior’ and images of Christianity with the Tree of Jesse, with the genealogy of Christ, and the history of the New Testament.
The second group of works is dedicated to the image of Mary, which in this case explains the traditional link to this religion and exposes both Marian episodes. The main types of iconography of the Madonna are: ‘Odrighitria’, ‘Eleusa’, the Majesty, and the Mother of God as a sign.
The third major icon collects the tablets more linked to popular devotion and icons of archangels, saints and blessed martyrs and their lives and miracles.
Finally the last works are on display in the center of the room in a structure reminiscent of the chapel of a church. This last section is titled ‘Cabinet of Ancient Paintings’ and offers the viewers the idea of exposing Lanzi. Through the comparison of Russian paintings and artists such as Giovanni del Ponte, Bermardino Gaddi, and the presumed Beato Angelico, and together with the icons and the Pre-Renaissance painters this can be done.
La collezione delle icone russe agli Uffizi, Galleria degli Uffizi, Sala delle Reali Poste
By Carolina Caverni (University of Florence)
La Galleria degli Uffizi presenta per il ciclo “i mai visti” una mostra dedicata alla collezione granducale di icone russe.
L’inventario del 1761 di Palazzo Pitti è il termine che stabilisce l’acquisizione della maggior parte delle icone nelle raccolte granducali che verranno sistemate nel “Gabinetto delle pitture antiche” durante il riordino degli Uffizi curato dal Lanzi.
Le opere, un ottantina circa, sono soprattutto icone provenienti da una scuola della Russia centrale attiva nel secondo quarto del XVIII secolo che fino al 1796 rimasero agli Uffizi esposte insieme ad altre pitture di artisti italiani e toscani prerinascimentali.
L’ esposizione, ad ingresso gratuito, ha inizio con tre cartelloni esplicativi, sia in italiano che in inglese, che introducono il visitatore al senso generale della mostra e informano in breve sulla storia delle icone e quelli che erano i principali stili e scuole.
Il criterio scelto dai curatori, Valentina Conticelli, Vincenzo Gobbo e Daniela Parenti, è quello di creare un percorso in cui le opere sono divise in quattro sezioni ognuna corredata dal proprio pannello esplicativo.
Il grande ambiente della Sala delle Poste Reali è caratterizzato da luci soffuse mentre le teche che conservano le pitture sono illuminate così da mettere ancor più in risalto l’oro, i materiali preziosi e i colori vivi delle immagini sacre. Il loro valore non solo di oggetti liturgici ma di veri e propri tramiti tra il materiale e il trascendente viene reso noto allo spettatore con la prima sezione di opere dedicate a Cristo. Il pannello introduttivo spiega come ha avuto origine la tradizione iconografica del Cristo “Acheropita” la cui immagine venne impressa miracolosamente su un telo.
Le tavole esposte, di varie dimensioni, rappresentano le iconografie più comuni; il Cristo “Pantocrator” e il “Salvatore” e alte immagini di tema cristologico come l’Albero di Jesse, con la genealogia di Cristo, e le storie del Nuovo Testamento.
Il secondo gruppo di opere è dedicato all’immagine di Maria, anche in questo caso viene spiegata la tradizione legata a questo culto e sono esposti sia episodi mariani che le principali tipologie iconografiche di Madonne, la “Odrighitria”, la “Eleusa”, la “Maestà” e la “Madre di Dio in segno”.
Il terzo nucleo di icone raccoglie le tavole più legate ad una devozione popolare e dunque ad icone di arcangeli, santi martiri e beati e alle loro vite e miracoli.
Infine le ultime opere sono esposte al centro della sala in una struttura che ricorda la cappella di una chiesa, questa ultima sezione è intitolata “Gabinetto delle pitture antiche” e propone allo spettatore quell’idea del Lanzi di esporre insieme icone e pittori prerinascimentali attraverso il confronto tra le pitture russe e artisti come Giovanni del Ponte, Bernardino Gaddi e un presunto Beato Angelico.