By Mackenzie Constantinou and Carolina Caverni
18 June – 12 April 2014
The exhibition, curated by Stefania Ricci and Sergio Risalti, aims to develop the theme of balance, explored in all its forms, through the contributions of art, architecture, literature, and science.
The exhibit began with a practical problem; Salvatore Ferragamo wanted to design one type of shoe with respect to the anatomy of the foot. Florentine footwear, a fashion icon, arrived as a solution of almost Renissance thought, by designing a product for the consumer. It is the history of humanity the protagonist of the first room in with they are exposed reproductions of two australopithecines, prehistoric humans, who first had the balance to walk on two feet. The walls are covered with pictures from the nineteenth century, depicting photographic studies on the movement of Eadweard Muybridge and the moon landing of Apollo 11.
The walk of man continued with the chronological movement in the series of sculptures that went from the Etruscan and Roman periods finishing with contemporary. There are creations by Auguste Rodin which act as a model for San Giovanni Battista. Henri Marisse, Mario Cerlio, and Antony Gormley express the idea of walking in balance with contemporary times.
In the same room are also drawings by Raphael, Canova, and do not miss the video art movies with Bruce Nauman and Marina Abramović. Art is also joined science, with anatomical traits of the sixteenth and seventeenth centuries. Literature is included, with an edition of the Divine Comedy of 1481 with illustrated by Sandro Botticelli. After this first room the visitor enter a dark environment, which exposes the viewer toEquilibrium, the work specially created for the exhibition by the artist Cecil Balmond. Following is a series of screens offering a “historical walk” or video of the great characters of the history of walking, from Gandhi to Mussolini. In the next room, entitled “acrobatics” there are exhibited sculptures by artists such as Roberto Barni, Marino Marini, Fausto Melotti, who seem to be in an unstable equilibrium. The walls are covered with abstract designs of Kandinsky and Klee, and this introduces the theme of circus. This theme is expanded with photos of Ugo Mulas Calder’s circus and the painting by Gino Severini the équilibriste.
This room opens into another, which shows a video of interviews with various personalities – the mountaineer Reinhold Messner, the tightrope walker Philippe Petit, the writer Will Self, the architect and artist Cecil Balmond, and the dancer Eleonora Abbagnato – who address the issue of balance from their point of view.
The last room is entitled, “equilibrium divine” which fits the overall theme of the dance. The walls are covered with Pliny Nomellini’s study of dancers and Trisha Brown’s two large charcoal images. Works of art by Marino Marini and Degas fill the center of the room. Also, a display case with Mrio’s tapestry Ballerina Española, and a display case dedicated to several Etruscan objects are within this room.
The route finally ends with Salvatore Ferragamo and “the invention of balance” with a series of shoes on display. The walls display how the designer has solved the problem of the balance in his creations.
Equilibrium, Museo Ferragamo
18 giugno – 12 aprile
La mostra, curata da Stefania Ricci e Sergio Risalti, ha l’obiettivo di sviluppare il tema dell’equilibrio, indagato in tutte le sue forme, attraverso il contributo di arte, architettura, letteratura e scienza.
L’esposizione ha inizio con il problema pratico, posto da Salvatore Ferragamo, di realizzare una calzatura che rispettasse l’anatomia del piede. Il calzolaio fiorentino, diventato poi icona della moda, tenta di arrivare alla soluzione ponendo, con un attitudine di pensiero quasi rinascimentale, l’uomo al centro della sua problematica.
É la storia dell’umanità la protagonista della prima sala in cui sono esposte le riproduzioni di due australopitechi, uomini preistorici che per primi hanno trovato l’equilibrio camminando su due piedi, sulle pareti sono appese le immagini degli studi fotografici ottocenteschi sul movimento di Eadweard Muybridge e quelle di un filmato con lo sbarco sulla Luna dell’Apollo 11.
Il cammino dell’uomo prosegue nella sala successiva con una serie di sculture che vanno dal periodo etrusco e romano fino alla contemporaneità, ci sono le creazioni di artisti come Auguste Rodin, del quale è esposto un modello per il San Giovanni Battista, Henri Matisse, Mario Ceroli, Antony Gormley, che esprimono l’idea del camminare in un equilibrio a volte precario.
Nello stesso ambiente troviamo anche disegni di Raffaello, Canova, e non manca la video art con filmati di Bruce Nauman e di Marina Abramović, all’arte viene inoltre affiancata la scienza, con trattati anatomici del XVI e del XVII secolo, e la letteratura, con un’ edizione della Divina Commedia del 1481 con illustrata da Sandro Botticelli.
Dopo questa prima stanza si accede ad un ambiente scuro in cui è esposta Equilibrium, l’opera appositamente realizzata per questa esposizione dall’artista Cecil Balmond, proseguendo si incontrano una serie di schermi che propongono “camminate storiche” ovvero video di grandi personaggi della storia che camminano, da Gandhi a Mussolini.
Nella sala successiva, intitolata “funambolismi”, sono esposte sculture realizzate da artisti come Roberto Barni, Marino Marini, Fausto Melotti, che sembrano essere in un equilibrio instabile, alle pareti si trovano i disegni astratti di Kandinskij e Klee e viene introdotto il tema del circo con le foto di Ugo Mulas del circo Calder e il dipinto di Gino Severini L’équilibriste.
Dietro questa sala si apre una stanza nella quale è proiettato il video con le interviste a varie personalità – l’alpinista Reinhold Messner, il funambolo Philippe Petit, lo scrittore Will Self, l’architetto e artista, Cecil Balmond e la ballerina Eleonora Abbagnato – che affrontano il tema dell’equilibrio dal loro punto di vista.
Nella penultima sala intitolata “equilibri divini” si inserisce il tema della danza, alle pareti studi di ballerine di Plinio Nomellini, due grandi carboncini su carta dell’artista Trisha Brown, al centro dello spazio ritorna la scultura con opere di Marino Marini, di Degas, teche con arte etrusca e un arazzo di Mirò intitolato Ballerina española.
Il percorso termina infine con Salvatore Ferragamo e “l’invenzione dell’equilibrio” ovvero una serie di scarpe esposte alla parete che presentano le modalità con cui lo stilista ha risolto il problema dell’equilibrio nelle sue creazioni.
La comunicazione è molto efficace, ogni sala presenta il proprio pannello esplicativo, sia in italiano che in inglese, che illustra i temi trattati in quella sala, e almeno altri due che contestualizzano le singole opere esposte, ognuna delle quali ha il proprio cartellino.
Questa abbondanza di informazioni se da una parte rende la mostra accessibile e comprensibile a qualsiasi pubblico dall’altra risulta forse essere un po’ ripetitiva.
La mostra è infine una buona occasione per vedere molte opere di artisti importanti e di diversa natura esposte nella stessa sede.