Giorgio Castelfranco from Leonardo to de Chirico. The papers of a Jewish intellectual during Italian Fascism.

By Giulia Bagni (University of Florence)

 

In range of the commemoration of the Memorial Day (January 27, for the liberation of Auschwitz) the Tuscan Region dedicated at the Museo Casa Rodolfo Siviero property of the region, a small exhibition about Giogio Castelfranco, a critic and Jewish art historian.

Castelfranco, he worked for the Soprintendenza of Florence and before the declaration of the racial laws that forced him to leave his employment and the city, he lived with his wife in a small villa in Lungarno Serristori. Today it holds the Museo Casa Siviero and is named so because of the last person who purchased the house after the Second World War.

Castelfranco was interested in not only Renaissance art but also Contemporary art and he became a strong friend, at the beginning of the 1920’s with the de Chirico brothers who often stayed at the small villa. Castelfranco was a patron and collector of the brother’s artwork.

The exhibition opens with a video interview, taken inside Castefranco’s small villa, of the nephew of Giorgio Castelfranco. The old woman remembers that during her childhood she frequently visited her uncle’s house and remembers seeing the de Chirico brothers; she talked about the relationship between them and the friendship her uncle ties with Siviero who helped the family during the war. She guides us through the rooms of the house and illustrates how they were decorated and the paintings of Giorgio de Chirico that they had.

At the wall of the access room where the video is, there are the prints, which represent the artwork of de Chirico (paintings and drawings) which Giorgio Castelfranco owned, and which he was forced to sell at the beginning of the 1940’s. Today, except from some of which we do not know their location, these works are in private collections.

The scholars have reconstructed the contents of the collection thanks to the archive of Castelfranco, donated to Villa i Tatti, and some of these documents are displayed in the exhibit: plate photographs of the works, the notes of Castelfranco about Giorgio de Chirico, catalogues of art galleries which displayed the paintings of the artist are accompanied by a presentation written by Castelfranco, and a series of papers which document the sale of the collection through two Milanese galleries.

The didactic set up is not exhaustive and the visitor who does not know anything about Castelfranco and his story, can’t catch the real meaning of all these objects and they can’t distinguish them from those that are part of the permanent collection of the museum. Fortunately, this small exposition is accompanied by two small publications, which the visitors are given for free, which wants to illustrate this theme.

Contemporarily through the exhibition, it is possible to visit the rest of the museum, which houses works of the collection of Rodolfo Siviero and his library. Also in the museum there is a lack of display information, even if we have to consider the fact that in a casa museo curators try to leave the objects where the owner placed them. The curators are trying to increase the didactic set up through a handout in both Italian and English that describes the objects displayed in every room. Unfortunately, the handout is only available for now in some rooms.

The exhibit is free and open until the 31st of March. For more information, please visit the site:

http://www.museumcasasiviero.it/ww4_siviero/attivita.page?docId=1308

 

Giorgio Castelfranco da Leonardo a de Chirico. Le carte di un intellettuale ebreo nell’Italia del fascismo.

Giulia Bagni (Università di Firenze)

Nell’ambito delle commemorazioni per il giorno della memoria la Regione Toscana ha voluto dedicare, all’interno della Museo Casa Rodolfo Siviero di cui è proprietaria, una piccola mostra alla figura di Giorgio Castelfranco, critico e storico dell’arte ebreo.

Castelfranco, funzionario della Soprintendenza fiorentina, prima della promulgazione delle leggi razziali che lo costrinsero a lasciare l’impiego e la città, viveva insieme alla moglie nel villino di Lungarno Serristori che oggi ospita il museo Casa Siviero in quanto quest’ultimo lo acquistò dalla famiglia nel Dopoguerra.

Castelfranco si interessava, oltre che all’arte rinascimentale, anche a quella contemporanea, tanto da stringere una forte amicizia, all’inizio degli anni venti, con i fratelli de Chirico che soggiorneranno spesso presso la sua dimora e di cui diverrà mecenate, promotore e soprattutto collezionista.

La mostra si apre con una video intervista, registrata all’interno del villino, alla nipote di Giorgio Castelfranco. L’anziana signora ricorda come durante la sua infanzia, frequentando regolarmente la casa dello zio, avesse spesso incontrato i fratelli de Chirico; ci racconta i rapporti intercorsi tra di loro e anche l’amicizia che lo zio strinse con Siviero il quale aiutò la famiglia durante la guerra; ci guida nelle stanze della casa illustrando come erano arredate e i quadri di Giorgio de Chirico che ospitavano.

Alle pareti del disimpegno in cui si trova la postazione video, sono attaccate delle stampe che rappresentano la opere di de Chirico (quadri e disegni) che Giorgio Castelfranco possedeva e che fu costretto a vendere all’inizio degli anni quaranta; oggi, ad eccezione di alcune di cui non si conosce l’ubicazione, esse sono confluite in collezioni private.

Gli studiosi hanno ricostruito la consistenza della raccolta grazie all’archivio Castelfranco, donato a Villa i Tatti, e di cui sono presenti in mostra alcuni documenti: lastre fotografiche delle opere, studi di Castelfranco sui lavori di Giorgio de Chirico, cataloghi di Gallerie d’arte che presentavano opere dell’artista corredati da una presentazione del critico, e una serie di carte che documentano la vendita della sua collezione tramite due gallerie milanesi.

L’apparato didascalico e didattico non è molto esaustivo e un pubblico che non sia già a conoscenza della figura dello studioso e della vicenda della sua collezione, non riesce a cogliere il filo che lega gli oggetti esposti, ma soprattutto a distinguerli da quelli che fanno parte della collezione permanente del museo. Fortunatamente questa piccola esposizione è accompagnata da due agili pubblicazioni, che i visitatori possono prendere gratuitamente, le quali intendono illustrare queste due tematiche.

Contestualmente alla mostra, è possibile visitare anche il resto del museo che ospita opere della collezione di Rodolfo Siviero e la sua biblioteca. Anche qui si notano delle carenze dal punto di vista espositivo, anche se bisogna tener conto che, trattandosi di una casa museo, si tende a mantenere gli oggetti nella medesima posizioni in cui li aveva disposti il proprietario. I curatori stanno cercando, rispetto agli anni passati, di incrementare l’apparato didascalico attraverso la redazione di schede sia in italiano che in inglese, messe a disposizione del pubblico, in cui sono descritte sommariamente le opere esposte, compresa la mobilia. Schede che purtroppo, per ora, sono presenti solo in alcune stanze della casa.

La mostra, gratuita, resterà aperta fino al 31 marzo. Per maggiori informazioni visitare il sitohttp://www.museocasasiviero.it/ww4_siviero/attivita.page?docId=1308