By Maria Rosa Centimiglia (University of Florence)
The exhibit “Unstable Territory” is curated by Walter Guadagnini and Franziska Nori, and was opened on 11 October 2013 by il Centro di Cultura Contemporanea and will close to the public on 19 January 2014.
The exhibit offers the viewers a chance to reflect on the concept of borders and identity. The concept is underlined the subtitle, and these are the keywords to understanding the pathway through the exposition. Borders are intended to be an obstacle that one must overcome and they can also be meant as protective barriers. The borders can be territorial, cultural, or mental; but these cultural identities today are difficult in our world due to all of the social contamination and global migration.
The ten international artists presented in the exhibit try to explain their relationship with territory through videography, installation and photography. They identify their status as nomadic travellers who are always searching for far, distant places where they can find themselves.
The exhibit begins at the façade of the monumental Palazzo Strozzi where our gaze is immediately attracted to the unstable construction made of wood by the Japanese artist Tadashi Kawama. This artist presents a “tree house” and not only is there one on the façade, but there is also a second constructed in the courtyard of the palazzo. With these “tree houses” the artist wants the viewers to realize the sense of insecurity and instability, which will be the dominant sensation of the entire exposition.
The connection between the stable architecture of the palazzo and the ephemeral art, is repeated by the artist, Tadashi Kawama, in his principal work created specifically for the main room of the Strozzina. Here the grandiose doors that were recovered from the warehouse of the palazzo overwhelm us. The doors are no longer used for their original function and now they are not presented in their original horizontal orientation, but vertically. Due to this, the visitors who pass through this room tend to not to notice the installation, and walk underneath. Once again, this instillation invites the public to reflect on the uncertainty of the future.
The comprehension of the works, the message of the artists, and the general theme is guaranteed by the presence of the exhaustive explicative panels both in English and in Italian. The panels, however, are positioned in the corner of the entrance of each room. This produces a flood of people near the entrance, which creates obstacles between the rooms and prevents some visitors from reading the panels.
Besides the visual involvement given by the presence of many “documentaries”, there are also old newspaper clippings from the Italian duo Niccolo Benetton e Simone Santilli. There is a video installation that has six channels by the Irish artist Richard Mosse, and this installation involves us not only visually but also emotionally. It includes an audio system that allows the viewers to immerse themselves in the destabilizing atmosphere. The visitor is forced to sit down on the floor because the exhibit does not offer chairs. The visitor’s gaze is concentrated on multifocal landscape and the viewer is forced follow all six screens simultaneously. Richard Mosse’s exhibit represents a war theatre that involves the civil population in the Congo.
Moving between the different categories of the works on display, those that remain create sensations of discouragement, emptiness, and disorientation, which leaves us without answers in front of a very instable reality. The exhibition stimulates the reflections revealed to each viewer and upon leaving the palazzo, the visitor is overwhelmed with incessant questions that are necessary instruments to understanding our territory in an absolutely different way.
The Strozzi foundation makes it possible to access the exhibition free on Thursday’s from 18:00 to 23:00, and this free entrance is enriched by an interesting conference on the themes described in the exhibit. The Strozzi Foundation, in partnership with the Odeon Cinema, organize a showing of a free film that is bound to the exhibition in the Strozzina and can be seen on Tuesday’s at 20:30.
For more information visit the website:
http://www.strozzina.org/en/exhibitions/territori-instabili/
“Territori Instabili” . Confini e identità nell’arte contemporanea. Mostra CCC Strozzina, Palazzo Strozzi
Maria Rosa Ventimiglia (Università di Firenze)
La mostra “Territori Instabili” curata da Walter Guadagnini e Franziska Nori, è stata inaugurata l’11 Ottobre 2013 presso il Centro di Cultura Contemporanea e rimarrà aperta al pubblico fino al 19 Gennaio 2014.
La mostra propone allo spettatore una riflessione sui concetti di confine e identità; concetti già presenti nel sottotitolo della mostra e che diventano parole chiave per la comprensione di tutto il percorso espositivo: confine inteso come ostacolo da superare o come barriera protettiva, un confine che può essere territoriale, culturale o mentale; identità letta come appartenenza culturale, difficile nel mondo di oggi sempre più caratterizzato dalla contaminazione sociale, digitale e dallo straordinario sviluppo della mobilità globale.
I dieci artisti internazionali presenti alla mostra, attraverso opere video, installazioni e fotografie, ci parlano della loro personale relazione con il territorio, del loro status di nomadi viaggiatori sempre alla ricerca di luoghi distanti e immensi dove poter ritrovare se stessi.
Il percorso espositivo comincia già dalla facciata del monumentale Palazzo Strozzi dove il nostro sguardo viene subito attratto dall’instabilità di una costruzione in legno dell’artista giapponese Tadashi Kawama, che presentando le sue “capanne sull’albero” sia all’esterno che all’interno del cortile del palazzo, ci permette di intuire quel senso di insicurezza e, appunto, di instabilità che sarà poi la sensazione dominante dell’intera esposizione.
La connessione tra la stabile architettura del palazzo e l’opera effimera, viene ribadita dall’artista anche nel suo lavoro principale creato appositamente per la sala maggiore dell’edificio dove la nostra testa è sovrastata dalle maestose porte recuperate dai magazzini del palazzo, non più destinate ad assolvere la funzione originale in verticale ma qui presentate orizzontalmente sul soffitto della sala. Proprio per questo motivo, i visitatori, dominati dall’euforia di scoprire le altre sale del museo non si accorgono nemmeno di camminare “sotto” un’installazione, che ancora una volta vuole invitare il pubblico a riflettere sulla precarietà e l’incertezza del futuro.
La comprensione delle opere, del messaggio dell’artista e della tematica generale viene garantita dalla presenza di esaustivi pannelli esplicativi, scritti sia in inglese che in italiano, ma posizionati nell’angolo di ingresso di ogni sala con l’ovvia conseguenza di creare un flusso di persone che ostacolano il passaggio da una sala all’altra, impedendone la lettura.
Oltre a un coinvolgimento visivo dato dalla presenza di molte opere “documentarie”, come i ritagli di giornali d’epoca del duo italiano Niccolò Benetton e Simone Santilli, l’installazione video a sei canali dell’artista irlandese Richard Mosse ci coinvolge, oltre che visivamente, anche emotivamente grazie ad un sistema audio che ci permette di immergerci in un atmosfera destabilizzante. Il visitatore, costretto a sedersi per terra per la mancanza di sedute, costringe il suo sguardo ad un paesaggio multifocale, ad uno scambio visivo tra i diversi schermi che rimandano simultaneamente al teatro di guerra vissuto dalla popolazione civile del Congo.
Spostandoci tra le diverse categorie di opere esposte, quel che resta è una sensazione di sconforto, di vuoto, di spaesamento che lascia senza parole e senza risposte di fronte ad una realtà così “instabile”. La mostra stimola la riflessione, rivelando ad ogni visitatore un nuovo punto di vista seguito da incessanti domande che, una volta abbandonata la sede del palazzo, giungono a noi come strumenti indispensabili per guardare il nostro territorio in modo assolutamente nuovo e diverso.
La fondazione Strozzi rende possibile l’accesso gratuito alla mostra il Giovedì dalle 18.00 alle 23.00 e organizza interessanti interventi sulle tematiche presentate. Inoltre, è bene ricordare che la stessa Fondazione Strozzi, in collaborazione con il cinema Odeon, organizza la proiezione di film gratuiti legati alla mostra in corso alla Strozzina ogni martedì alle 20.30.
Per maggiori informazioni consultare il sito http://www.strozzina.org/exhibitions/territori-instabili/